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Recensione

85/100

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UFO – Seven Deadly – Recensione

03 Marzo 2012 Comment Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: SPV/Steamhammer

Tracklist:

01. Fight Night *
02. Wonderland
03. Mojo Town
04. Angel Station
05. Year Of The Gun
06. The Last Stone Rider
07. Steal Yourself
08. Burn Your House Down
09. The Fear
10. Waving Good Bye
11. Other Men’s Wives (bonus track)
12. Bag O’ Blues (bonus track)

Formazione:

Phil Mogg - voce
Paul Raymond - tastiere, chitarre
Vinnie Moore - chitarre
Andy Parker - batteria

 

 

Cacciatori della fonte della giovinezza, dove state guardando? No perchè io una domandina agli UFO, leggendario e fondamentale progetto hard rock inglese attivo dal 1969, la farei. Sapete, arrivare oggi con questo Seven Deadly (uscito per la SPV/Steamhammer il 27 febbraio 2012) a 21 album in studio pubblicati dopo ben più di 40 anni di attività e un età media che sfiora i 60 anni, beh quantomeno fa e vi deve fare una certa impressione.

Se in più si considera la qualità, la freschezza e l’energia paradossalmente giovanile sprigionata dalla formazione in questo nuovo album, si ci stupisce per forza di cose ancora di più. Seven Deadly è una sferzata di puro e incondizionato hard rock a tinte blues che non guarda minimamente in faccia all’anno di appartenenza ma inietta nell’orecchio dell’ascoltatore un sound perfettamente a passo con i tempi storici di questo genere, ovvero gli anni’70 e ’80. Riff serrati e massicci si abbinano qua e la con un saggio uso di tastiere, mentre basso e batteria accompagnano incalzanti il ritmo d’esecuzione. Impressiona la voce di Phil Mogg, che riesce a riconfermarsi ancora a pieni voti come una delle migliori timbriche attuali e della storia del rock, ma una nota di merito va anche al chitarrista Vinnie Moore, capace di mettere in mostra grandi doti tecniche (specie sugli assoli) e sempre meglio integrato nella formazione.

Ci fosse anche solo un brano sotto tono.. La tracklist è praticamente immacolata, priva di difetti e capace di mantenere il ritmo d’esecuzione sempre alto, abbinando pezzi più movimentati ad altri più di petto e cuore. Trovo giusto citare nella prima metà la opener Fight Night, perfetto esempio di sound hard rock roccioso e maschio, la altrettanto preziosa Mojo Town, con la sua maiuscola coralità sul ritornello, e la solitaria slow tempo Angel Station, con un Phil Mogg assolutamente sugli scudi. E ancora il disco poggia solido sulla ritmata The Last Stone Rider, sulla nostalgica ed echeggiante Burn Your House Down e sulla conclusiva Waving Good Bye, mentre neppure le due bonus track sono in grado di calare di una virgola la consistenza delle melodie di questo grande album.

IN CONCLUSIONE

Seven Deadly è l’ennesima riconferma che se si prende in mano un disco degli UFO si ha la matematica certezza di ricevere in dono brani forti di tanta qualità tecnico-compositiva ed esecutiva, oltre che tracce dal sound assolutamente figlio del passato che piace. Credo fermamente che questa band non abbia mai sparato a vuoto uno dei suoi colpi e che questo album riesca a migliorarsi ancora rispetto all’ottimo predecessore, diventando di fatto la migliore uscita dell’era Moore. Non è ancora definibile capolavoro e paragonabile ad alcune delle intoccabili uscite del passato, ma la via intrapresa da questa formazione è quella giusta. Finché gli UFO continueranno a fare musica per passione e divertimento ne vedremo ancora delle belle!

 

© 2012 – 2022, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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