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Recensione

90/100

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Fab Box – II – recensione

02 Febbraio 2016 Comment Denis Abello

genere: Westcoast AOR
anno: 2016
etichetta: Art Media Music

Tracklist:

01. Unconditional
02. Two *
03. Something is coming your way *
04. Test of time *
05. Down to you *
06. Freedom *
07. Heaven on earth
08. Kathy *
09. Starting up a fire *
10. It's not the end

Formazione:

Massimo Bozzi - voce, chitarre
Fabrizio Ugolini - voce, chitarre
Matteo Moretti - basso
Matteo Pantaleoni - batteria

 

Di band AOR/Westcoast in pronta consegna ne abbiamo qui in Italia? Certo che si, eccovi II dei Fab Box, full optional e con tutto quello che viene richiesto per il genere… melodie sognanti, un sacco di atmosfera e l’immancabile tocco soft rock delle chitarre unito a due voci/compositori di rispetto come Fabrizio Ugolini e Massimo Bozzi… ci siamo!
Ammetto subito che la notizia, arrivata un po’ in sordina, di un nuovo album dei Fab Box mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. Il loro primo Music From The Fab Box (qui la recensione) datato 2009 fu un esempio di raffinato ed elegante misto di AOR / Westcoast di chiara matrice USA.
Questo nuovo II arriva a distanza di molti anni per siglare ancora una volta la bravura del duo Ugolini/Bozzi, questa volta per loro stessa ammissione cercando di spingere il loro sound verso lidi più rock senza tradire per questo il loro appeal AOR/Westcoast.
Completano la band di registrazione dell’album il batterista Matteo Pantaleoni ed il bassista Matteo Moretti a cui si aggiunge una nutrita e variegata lista di ospiti che vede alcuni importanti nomi come quello di Fabrizio Grossi, Paolo Pedretti, Paolo Gennari, Tonino “Crosby”, Gab Guma e, per quanto riguarda i testi, con Caris Arkin e Joy Salinas.

Non fatevi ingannare dal riff di chitarra secco e ruvido che taglia le note di Unconditional, il ritornello riporta lo stile sulle strade battute già tempo fa dai Fab Box… ma con ancora più classe!
Two è un bel gioiellino, uno dei tanti in realtà che troverete in questo II. Si parte lenti con voce e chitarra accennata che si rubano la scena nel raffinato ed elegante contesto melodico che porta al ritornello… prorpio niente male.
Perfetto e classico frizzante AOR sulle note di Something is coming your way con tanto di controcori nei ritornelli.
Test of Time è tutto quello che vorresti che una semi ballata riuscisse a regalarti. Evocativa ed emozionale si fonde perfettamente con la successiva e vibrante Down to you regalando un cuore centrale a questo II che fonde perfettamente tutto quello che l’album sa regalare… una grande cura per i dettagli (minuto 3.25 di Down to You per capire), un’esecuzione di alto livello che miscela soft rock, aor e westcost regalando pezzi che aprono le porte delle emozioni in maniera delicata anche quando si spinge sull’acceleratore… questa è l’anima della musica dei Fab Box!
Freedom è un manifesto alla delicatezza nel melodic rock. Piano e voce con inserti e arrangiamenti che fermano il respiro lasciando di fondo quell’eccitazione che si prova di fronte alla libertà… ci vuole classe per trasmettere certe cose in musica.
Quattro pezzi ancora da snocciolare nel lettore ed il simil southern rock con cui attacca Heaven on earth è qualcosa di spiazzante in questo contesto, ma mai quanto l’inserimento nel pezzo di un refrain sfacciatamente melodic rock! Particolare ma geniale!
Kathy sembra uscire diretta dalla penna dei Chicago. Lento d’autore che sprigiona una dolcezza infinita nota dopo nota.
Non resta che avvicinarci alla conclusione di un viaggio intrigante come questo II. Starting up the fire è uno dei pezzi più ariosi del lotto con ancora un lavoro voci, chitarre, senza dimenticare la sezione ritmica molto “soul”, encomiabile.
Si conclude con le lenti note, che speriamo siano profetiche visto il livello di questo II, di It’s not the end.

IN CONCLUSIONE

Se parlo di Player come paragone calzane per i Fab Box spero non si scandalizzi nessuno! No perchè, a livello compositivo, di raffinatezza, atmosfere e caratura generale andiamo secondo me a parare proprio su quei lidi… lavoro curatissimo, forte di una bella produzione che rende l’impatto complessivo finemente cesellato nota dopo nota.
I pezzi risultano nettamente più maturi rispetto al già ottimo debutto. Lo stile incrocia abilmente AOR e Westcoast senza mai trascurare tocchi di chitarra dal piglio rock spesso intercalati da soli più sognanti e d’atmosfera.
Se i Fab Box erano in cerca di un lavoro molto personale che li consacrasse come una bella realtà italiana ed internazionale… beh… centro perfetto

© 2016 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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