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Recensione

85/100

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Danger Zone – Closer To Heaven – Recensione

03 Aprile 2016 5 Commenti Nico D'andrea

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Pride & Joy

Tracklist:

01. Turn It Up*
02. Go ! (Closer To Heaven)*
03. Higher Than High*
04. I’m All In
05. Here Where I Belong
06. I Love Crazy
07. All For You*
08. T’Night
09. Human Contact
10. Not That Lonely*
11. Hard Rock Paradise

* migliori pezzi

Formazione:

Giacomo Gigantelli - Voce
Roberto Priori - Chitarre
Matteo Minghetti - Basso
Paolo Palmieri - Batteria

Ospiti:

Michele Luppi - Tastiere (in 1-2-3-5-7)
Pier Mazzini - Tastiere (in 4-6-8-9-10-11)
Roberto Galli - Basso

 

Quanto è vicino il paradiso ?
Chissà quante volte se lo saranno chiesto (gli allora) ragazzi dei Danger Zone sul loro primo volo verso Los Angeles.

Sì…perché a ridosso dei primi anni 90, con le indimenticabili serate al Whiskey A Go Go, il paradiso per loro deve essere stato veramente ad un passo.
Quelli però non erano più i tempi per il grande Hard Rock americano, tanto che a pagarne dazio fu persino la luccicante e cotonata scena californiana.

La storia ci racconta di come il Music business sappia essere spietato.
Per loro nessun contratto discografico al ritorno in Italia e nemmeno la gratificazione di un’album in studio, per il resto di quella che sembrava una promettente carriera.

Questo almeno fino al 2011, quando Roberto Priori (chitarrista della band), opta per la pubblicazione postuma di quello che avrebbe dovuto essere il debut album del combo bolognese.
Roberto remasterizza le vecchie incisioni nei suoi Pri Studios di Bologna e porta finalmente alla luce Line Of Fire.
I buoni consensi di critica e pubblico spingono i nostri a tornare in studio l’anno successivo, per lavorare ad un disco “veramente” nuovo.
Undying è un lavoro poderoso, dominato dal guitar work straripante di Priori ma che porta allo scoperto le ragguardevoli potenzialità dell’intera band.
La musica, come la rabbiosa creatura raffigurata in copertina, sembra trasmettere la frustrazione ma sopratutto la passione di chi contro le avversità non vuole soccombere.
La qualità del disco è talmente convincente, da creare le dovute aspettative per un probabile follow-Up.

A questo punto con la promo del nuovo disco in heavy rotation ormai da qualche settimana e lasciando da parti inutili preamboli , posso in tutta onestà scrivere che qui le aspettative vengono addirittura superate.

Closer To Heaven è un’album di altissimo livello, curato come sempre nei minimi dettagli grazie sopratutto alla magistrale produzione di Roberto Priori e Jody Gray.

Il mix di Roberto è potente e cristallino e la scelta di utilizzare (questa volta) in maniera più massiccia le tastiere fa la differenza.
Michele Luppi (Whitesnake,Los Angeles) e Pier Mazzini (ex-Perfect View) sono infatti due degli special guests che appaiono nei crediti del disco.

Il risultato finale è un sound d’impatto che affonda le radici nel grande Hard Rock di stampo americano fine anni 80, con in più la freschezza delle produzioni attuali.
Con ciò non aspettativi i riff  “metalloidi” di Martensson/Eclipse od il piglio baldanzoso degli H.e.a.t.
Questo é un disco dei Danger Zone, imperniato su solidissime linee melodiche…e la cosa stupisce non poco.
La personalità della band è sempre stata fuori discussione ma mai come in questa occasione si riesce a percepire una tale consapevolezza dei propri mezzi.

Le folate iniziali di Turn It Up , Go ! ed Higher Than High non prendono prigionieri.
Le chitarre disegnano linee melodiche ben riconoscibili , raggiungendo il loro momentum negli splendidi assoli in pieno stile Beach/Lynch.
Sullo sfondo gli imprescindibili inserti keys di Michele Luppi.
Anche la voce del carismatico Giacomo Gigantelli pare più in controllo che in passato, calandosi perfettamente nel nuovo contesto melodico.

Here Where I Belong è una ballata convenzionale a “stelle e striscie” ma il ficcante solo di Priori ne alza improvvisamente il vertice.

Nella seconda parte del disco la velocità aumenta e Paolo Palmieri (terzo membro originale della band) alla batteria, si conferma perfetto time keeper in pezzi trascinanti come I Love Crazy e T’night.
Attenzione alla sferzante All For You, uno dei tanti highlights dell’album.
Il brano parte con un’incedere potente e sinuoso, rallenta su un refrain che è già un classico ed esplode nel bridge imperniato sull’ennesimo folgorante solo del solito Roberto Priori.
Ancora ritmi serrati nel passo deciso di Not That Lonely, mentre meno convincente appare la chiusura celebrativa del Rock’n’roll Anthem Hard Rock Paradise.

CONCLUSIONE

Sullo sfondo di un paesaggio lunare, un giovane dall’aspetto androgino dorme un sonno tranquillo.
Protetto da un’involucro trasparente, sembra non invecchiare mai nel suo lungo viaggio verso il paradiso.
Come questi Danger Zone che ci regalano un disco fresco, coinvolgente e dal sound assolutamente personale.
Linfa vitale per i sogni di noi inguaribili Rockers.

 

© 2016 – 2018, Nico D’andrea. All rights reserved.

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