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Recensione

50/100

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Leah Martin Brown – Love & Other Crimes – Recensione

28 Ottobre 2025 1 Commento Paolo Paganini

genere: Pop Rock
anno: 2025
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Mr X
2. R U Chicken
3. Clooney
4. Levitate
5. Boys
6. Shush
7. Rainbow
8. Light Show
9. Hysterical Love
10. Hell No Kitty
11. Unscrew You

Formazione:

Leah Martin-Brown - Voce
Tommy Denander - Chitarra
Tony Nilsson – Tastiere e Programmazione
Leah Martin-Brown & Robert John "Mutt" Lange – Cori

Contatti:

https://www.leahmartinbrown.com/
https://www.facebook.com/leahelizabethmartinbrown/
https://www.instagram.com/leahmartinbrown/

 

Alcuni dischi ti piacciono talmente tanto che recensirli è un piacere e diventano così tante le cose da dire che finisci per incartarti da solo sommerso da una marea di parole. Poi ci sono dischi orribili ed anche in questo caso non si devono fare molti sforzi per stroncarli. I dischi più impegnativi sono quelli che non ti fanno né caldo né freddo per i quali si perdono ore nel tentativo di trovare il giusto compromesso per non sminuirli né esaltarli. Esiste poi una quarta categoria cioè quella dei dischi scomodi, per certi versi fuori luogo. In quest’ultima mi sento di inserire il debut-album targato Frontiers dell’artista di origine australiana, trapiantata a Los Angeles, Leah Martin-Brown. Il genere proposto infatti è un pop rock da classifica che poco o nulla ha a che vedere con quanto prodotto dall’etichetta partenopea in tutta la propria storia. Il progetto di allargare i propri orizzonti discografici è piuttosto coraggioso e rende onore alla label nostrana ma, ovviamente, la espone anche ad un altissimo rischio di critiche dai culturi del sound più ‘ortodosso’.

Affidata alle mani esperte di mostri sacri del rock quali il trio Denander-Lange-Nilsson questo lavoro deve confrontarsi sin da subito con un pubblico affezionato che rimarrà quantomeno spiazzato. In quest’album sono presenti numerosi rimandi allo stile che ha fatto di Mutt Lange una leggenda. Ascoltando la ruffiana R U Chiken non vi sfuggiranno i cori e le chitarre alla Pour Some Sugar On Me, o ancora le melodie pop di Shania Twain su Clooney o le atmosfere pop-elettro-rock dei Romeo’s Daughter su Levitate (uno dei brani più interessanti del lotto). Boys è veramente troppo infarcita di sonorità catchy per risultare credibile. Rainbow pur essendo un brano gradevole è nel complesso troppo leggera mentre con Hysterical Love la costruzione dei brani inizia e diventare monotona. Ci troviamo infatti perennemente di fronte a cori ed effetti elettronici sempre uguali che copiano fino alla nausea i cliché che a suo tempo fecero la fortuna (con tutt’altro spessore ovviamente) di Def Leppard, Bryan Adams, Nickelback e compagnia cantante. Le chitarre poi sono davvero leggere e l’effetto “boombastic” della batteria viene mortificato da volumi troppo bassi. La sensazione è quella del “vorrei ma non posso” è l’effetto finale risulta particolarmente “plasticoso” e costruito a tavolino. Per il bene di Leah sarebbe stato meglio puntare su qualcosa di più originale, che facesse emergere la sua personalità e la sua attitudine. La ragazza è giovane, ambiziosa e dotata di una bella voce. Se supportata nella maniera corretta avrà modo di spiccare il volo e realizzare i propri sogni.

© 2025, Paolo Paganini. All rights reserved.

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