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81/100

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Leverage – Gravity – Recensione

06 Luglio 2025 Comment Iacopo Mezzano

genere: Heavy Metal / Heavy Rock / Melodic Rock
anno: 2025
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Shooting Star
02. Tales Of The Night
03. Hellbound Train
04. Moon Of Madness
05. Eliza
06. All Seeing Eye
07. King Ghidorah
08. Gravity

Formazione:

Paolo Ribaldini – voce
Tuomas Heikkinen – chitarra
Marko Niskala – tastiera
Valtteri Revonkorpi – batteria
Sami Norrbacka – basso
Lotta-Maria Heiskanen – violino

Contatti:

https://www.leverageofficial.com
https://www.facebook.com/leverageofficial
https://x.com/LeverageMusic
https://www.instagram.com/leverageofficial

 

Dopo la prematura scomparsa del cantante Kimmo Blom, avvenuta nell’agosto del 2022, per i finlandesi Leverage deve essere stato certamente difficile ritrovarsi, e poi riunirsi come band.

Blom, che era a sua volta un subentrante nel gruppo (il cantante originale Pekka Heino uscì dalla band dopo i primi tre album), era un vocalist di ampia fama in patria, di buon background (su tutti gli Heartplay e gli Urban Tale), ma soprattutto era un enorme talento canoro che, dopo un buon avvio con Determinus (2019), si era perfettamente integrato nella formazione, dando vita con i suoi nuovi compagni a un piccolo gioiellino discografico come Above the Beyond (2021). Insomma, parliamo di una figura difficile da sostituire, non solo in line-up ma anche nel cuore dei fans e degli appassionati.

Ciononostante, dopo qualche mese di iniziale spaesamento, il fondatore del gruppo Tuomas Heikkinen ha deciso di continuare, assumendo per la sua band un nuovo cantante, l’italiano Paolo Ribaldini, assieme alla violinista Lotta-Maria Heiskanen, entrati in pianta stabile nei Leverage in vista delle registrazioni del nuovo disco Gravity, il sesto in vent’anni di carriera, da poco pubblicato dalla Frontiers Music.

Il risultato è un platter di buona fattura, il cui genere è ancora una volta molto personale e di difficile catalogazione. Abbiamo una potenza sonora e una impostazione di base che derivano indubbiamente dall’heavy metal classico degli anni’80, ma questi si mischiano con accelerazioni e passaggi ricchi di tastiere che ricordano molto il power metal scandinavo, e che trovano il loro sentiero in una ricerca continua alla melodia, e ai passaggi orecchiabili e ad effetto, che tanto hanno invece il sapore del rock melodico che più trattiamo su queste pagine. Non mancano i toni epici, le contaminazioni folk, l’hard rock che rimane sempre lì, alla porta, pronto a subentrare appena ne ha l’occasione, in un insieme sonoro che crea un disco divertente, di ampie energie, forte di una sua anima, e capace di porre bene i riflettori sulle doti di ciascuno dei componenti, esaltandone lo stile e le qualità.

Per ovvi motivi l’attenzione maggiore si concentra sul nuovo ingresso Ribaldini, un cantante dalla timbrica e dallo stile decisamente heavy, che spicca per una grande potenza vocale, una buona padronanza tecnica, e una ottima intonazione, anche nelle parti più acute. L’italiano pare già ben integrato all’interno del camaleontico songwriting di Heikkinen, come dimostra l’opener e singolo Shooting Star, che lo vede versatile in un brano di stile metal classico, che si rafforza di movimenti melodici che ricordano addirittura i Rainbow di Blackmore. L’epicità di Tales Of The Night fa tornare invece alla mente alcuni dei migliori passaggi degli Axe nell’album Five, specie per l’ampio uso di coralità di grande effetto su una base heavy rock avanzante e granitica, con la seguente Hellbound Train che suona invece come una canzone-corazzata, dal tratto power/sinfonico, non troppo originale ma comunque appagante e lontana dal ruolo di riempitivo.

Meglio però Moon Of Madness, una traccia che perfettamente racchiude al suo interno la misura di generi sopracitati, e che fa da apice al disco con il tocco rapido e roboante della sua batteria, con le sue arieggianti linee vocali, le sue chitarre affilate e le sue ampie coralità. Analogamente, risultano molto efficaci le canzoni Eliza, che esalta in modo particolare lo stile vocale di Ribaldini (qui al suo apice), e la epicissima All Seeing Eye, che pare uscita da un album dei Dio per quanto trasuda solidità heavy rock, facendosi apprezzare anche con il suo intermezzo più melodico e folk, che ben anticipa un assolo di chitarra di grande fattura.

Infine, King Ghidorah suona come un potentissimo brano power metal moderno, tra Sabaton e Hammerfall, che da un bel colpo finale a questo disco prima della chiusura progressiva della title-track Gravity, una musica ricercata e ispirata, fortemente cangiante, che appare raffinata nel suo songwriting e che corona le qualità di questa bella produzione scandinava.

IN CONCLUSIONE

La terza rinascita dei Leverage porta a un album, questo Gravity, che ha ben poco da invidiare ai suoi predecessori e che ben prosegue la carriera di una realtà finlandese che, al suo sesto album e dopo più di vent’anni di attività, è tutto fuorché una meteora nella scena internazionale in perfetto bilico tra l’heavy metal e il melodic rock.

© 2025, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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