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Recensione Gemma Sepolta

Gemma Sepolta

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Mark Jordan – COW – Gemma Sepolta

05 Giugno 2025 2 Commenti Samuele Mannini

genere: AOR
anno: 1990
etichetta: Bmg
ristampe:

Tracklist:

1. Big Love
2. Edge Of The World
3. Guns Of Belfast
4. Burning Down The Amazon
5. Bridges In The Dark
6. Silent Night
7. Inside My Piano
8. Can We Still Be Friends
9. Power
10. Holding Up The Sky

Formazione:

Marc Jordan - Vocals, Piano

 

Questa è un’altra di quelle storie che ho già raccontato in passato: tutto comincia con il vastissimo catalogo del mailorder SweetMusic, dove, per appena 3.900 lire, acquistai a scatola chiusa un CD dalla copertina stravagante, con disegnata sopra una mucca. Non avevo la minima idea di cosa stessi comprando. L’altro giorno, avendo recuperato anche la copia in vinile (sempre a due soldi), ho pensato che fosse il momento perfetto per inserirlo nella rubrica delle “gemme sepolte”. Così ho deciso di proporvelo: sia a chi già lo possiede e vuole riscoprirlo dopo tanto tempo, sia a chi non lo conosce e magari vuole procurarsi un disco estremamente interessante per pochi spicci.

Nel 1990, Marc Jordan, artista canadese d’adozione con una reputazione già consolidata nella scena Westcoast, pubblicò il suo quinto album, intitolato semplicemente COW — acronimo di Conserve Our World. Alla luce di questo titolo, anche l’assurda copertina dell’album, raffigurante una mucca circondata da fiori, assume un significato completamente diverso, più simbolico e meno casuale di quanto potesse sembrare a prima vista. In un periodo in cui le classifiche erano dominate da sonorità pop e rock sempre più radiofoniche, Jordan decise di compiere una lieve deviazione dal suo stile tradizionale, abbracciando atmosfere più vicine all’AOR, pur mantenendo intatta la raffinatezza compositiva che lo ha sempre contraddistinto. Già autore stimato per grandi nomi come Cher, Joe Cocker, Rod Stewart, Chicago, Kenny Loggins e Diana Ross, e con due album cult alle spalle — ‘Mannequin’ (1978) e ‘A Hole in the Wall’ (1983) — Jordan, con COW, dimostrò ancora una volta la sua volontà di rinnovarsi, esplorando nuove direzioni sonore. Il risultato è un’opera che segna una tappa significativa nella sua carriera, grazie a una voce inconfondibile e a una scrittura capace di trasmettere storie ed emozioni con autentica sensibilità.

Il cambiamento di rotta introdotto da COW si percepisce fin dalle prime note di ‘Big Love’, un brano potente che, pur conservando la raffinatezza degli arrangiamenti tipici di Marc Jordan, mostra un’energia più marcata. Il pezzo è sostenuto da cori maestosi firmati da Billy Trudel, Stan Bush e Amy Sky, e ricorda per certi versi le vibrazioni di ‘This Independence’, ma con un impatto più deciso. Segue ‘Edge of the World’, che prosegue sulla stessa linea: una melodia solida, ben costruita, che cattura l’ascoltatore grazie a un equilibrio perfetto tra forma e intensità. Tuttavia, è con ‘Guns of Belfast’ che COW rivela una delle sue sfumature più sorprendenti. Il titolo stesso suggerisce atmosfere celtiche, e il brano non delude: una composizione avvolgente, quasi mistica, dove emerge con forza la sua capacità di trasformare la musica in un vero e proprio viaggio emotivo e sensoriale. Un altro dei momenti più caratterizzanti per il messaggio del disco è ‘Burning Down the Amazon’, in cui Jordan affronta un tema di (ancora) drammatica attualità: la deforestazione della foresta amazzonica. Il brano si distingue per l’intensità emotiva e per il contributo di un cast vocale d’eccezione — tra cui Richard Page, Timothy B. Schmit, David Batteau, Kevin Cronin, Bruce Gaitsch e Steve George. La sensibilità sociale e politica di Jordan, già evidente in altre sue opere, qui trova piena espressione, dando al disco una forte coerenza tematica.

Tutta l’opera assume così i contorni di un concept album non dichiarato, ma profondamente permeato da un’urgenza non solo ambientalista, ma anche morale, legando i brani non solo stilisticamente, ma anche a livello di contenuto e visione d’insieme. Stilisticamente parlando, Jordan dimostra la sua versatilità non solo nei brani più ritmati, ma anche nelle ballate più intime. ‘Silent Night’, scritta con Bruce Gaitsch, offre una vocalità potente e una profondità emotiva che lo differenzia dallo stile più distaccato degli album precedenti. Ancora più toccante è ‘Inside My Piano’, una composizione eseguita con solo voce e pianoforte che mette in evidenza la sensibilità espressiva dell’artista, trasformando il brano in un piccolo gioiello di delicatezza sonora. Il viaggio musicale si chiude con una reinterpretazione di ‘Can We Still Be Friends’ di Todd Rundgren. Sebbene diverse versioni di questo classico abbiano lasciato il segno nel tempo, la reinterpretazione di Jordan mantiene un fascino particolare grazie alla sua interpretazione vocale e all’apporto della chitarra di Gene Black, che aggiunge spessore al brano.

Dietro le quinte, COW si avvale di una produzione meticolosa curata da Kim Bullard, già al fianco di Jordan nel precedente ‘Talking Through Pictures’. La lista di collaboratori del disco è impressionante: Jordan (voce e piano) è affiancato da alcuni dei migliori chitarristi della scena, tra cui Steve Farris, Stuart Mathis, Gene Black, Danny Jacob, Doug Macaskill e Bruce Gaitsch. La sezione ritmica è solida grazie alla batteria di Billy Ward e Pat Mastelotto, mentre Kim Bullard e John Capek si alternano al basso e alle tastiere. Rick Sailon al violino ed Eric Williams al mandolino aggiungono un ulteriore livello di profondità agli arrangiamenti.

I cori, un elemento chiave dell’album, vantano la partecipazione di Billy Trudel, Stan Bush, Amy Sky, Mark Lennon, Michael Lennon, Kip Lennon, Oren Waters, Luther Waters, Kevin Dorsey, Renée Geyer, George Merrill, Richard Page, Shannon Rubicam e Timothy B. Schmit.

Nel complesso, COW è un album che, pur sperimentando nuove direzioni, mantiene intatta l’anima di Marc Jordan come cantautore ed in sostanza, è un disco corroborante e rassicurante che vi consiglio per i vostri momenti di relax, quando sentite il bisogno di mettere pace nella vostra anima.

© 2025, Samuele Mannini. All rights reserved.

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