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Recensione

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The Speaker Wars – The Speaker Wars – Recensione

15 Maggio 2025 Comment Alberto Rozza

genere: Rock/Hard Rock
anno: 2025
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. You Make Every Lie Come True
2. It Ain't Easy
3. Taste Of Heaven
4. Never Ready To Go
5. The Forgiveness Tree
6. When The Moon Cries Wolf
7. Trader's South
8. Leave Him
9. Sit With My Soul
10. I Wish You Peace

Formazione:

Stan Lynch - Drums
Jon Christopher Davis - Vocals
Jay Michael Smith - Guitar
Brian Patterson - Bass
Steve Ritter - Percussion
Jay Brown - Keyboard

Contatti:

Sito: https://www.thespeakerwars.com/

Facebook: https://www.facebook.com/TheSpeakerWarsMusic/

 

In uscita l’album di debutto dei The Speaker Wars, band fondata e capitanata dall’ex batterista di Tom Petty And The Heartbreakers Stan Lynch, che dopo anni di militanza con il grandissimo artista statunitense e qualche produzione, si cimenta in questa nuova avventura.

Partiamo subito con il primo singolo estratto dal disco, ovvero “You Make Every Lie Come True”, dalle sonorità molto vicine a quelle di Tom Petty, sia come struttura del brano che come sound vero e proprio: complessivamente, un salto nel passato. Passiamo alla successiva “It Ain’t Easy”, più malinconica, godibilissima, un passo avanti a livello di piacevolezza. “Taste Of Heaven” presenta richiami e riferimenti a tutto l’universo rock, risultando gradevole e tutto sommato soddisfacente. Continuiamo sullo stesso genere e sonorità delle canzoni precedenti con l’accorata “Never Ready To Go”, corale, musicalmente precisa e dal ritornello orecchiabile. Il suono del pianoforte ci introduce nella lenta e calda “The Forgiveness Tree”, un lentone tradizionale, per gli amanti del genere e non solo. Proseguiamo con “When The Moon Cries Wolves”, blueseggiante, bella tosta e “rude”, che esce un po’ dal mood generale dell’album: una ventata di freschezza. Trader’s South si presenta come un buon brano folk rock, purtroppo non molto originale, proprio come la successiva Leave Him, che risulta piuttosto blanda e sinceramente un po’ soporifera. Proseguendo sulla stessa onda slow, troviamo Sit With My Soul, intensa, ricca di significato e profondamente southern nell’atmosfera e nell’intenzione. Infine, I Wish You Peace chiude l’album con un messaggio chiaro e importante, un tema attuale che fa da congedo a un disco dalle sonorità leggere ma con un’essenza impegnata. Nel complesso, non molto originale nella sua struttura, ma comunque godibile.

© 2025, Alberto Rozza. All rights reserved.

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