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31 Maggio 2025 Comment Francesco Donato
genere: Hard Rock
anno: 2025
etichetta: Cleopatra Records
Tracklist:
01. Taste It
02. Lucky Motherfucker
03. The Grinder
04. Hit And Run
05. Don’t Gimme Away
06. I’m Your Candy Man
07. Runaway Train
08. Follow The Money
09. The Masquerade
10. If You Wanna
Formazione:
Phil Lewis – voce
Tracii Guns – chitarra
Ace Von Johnson – chitarra
Johnny Martin – basso
Adam Hamilton – batteria
Diciamolo in anteprima, un disco dei L.A. Guns per chi ama la scena Sleazy è sempre, nel bene e nel male, un evento da prima pagina.
Perché qui signori, si tratta di una delle band che hanno dato un contributo bello grosso nel forgiare lo stile sleaze (o street metal se preferite chiamarlo così), un contributo che li ha sempre posti nell’Olimpo dei pionieri al pari di colossi come Guns n’ Roses e Skid Row, e di band meno fortunate dal punto di vista del successo come Faster Pussycat, Vain e Jetboy.
Se” Appetite For Destruction” dei cuginetti con le rose può essere definito il manifesto assoluto dello stile, l’esordio dei nostri nel 1988 si pone certamente come il degno antagonista ruvido e roccioso.
Ritrovarsi quindi a parlare di Tracii Guns e Phil Lewis a quasi quarant’anni dalla loro comparsa sulle scene non può essere quindi che un enorme piacere.
La prima novità in merito all’uscita di “Leopard Skin” è il cambio di etichetta.
Si ritorna a Cleopatra Records, etichetta con la quale la band losangelina aveva pubblicato “Hollywood Forever” nel 2012.
In mezzo, sette anni di Frontiers Records, periodo nel quale i L.A. Guns hanno pubblicato ben quattro album in studio, di fatto lo spazio temporale in cui la band ha sfornato più dischi di tutta la sua storia.
Se “The Missing Peace”, ovvero primo disco sotto Frontiers, era stato un album con i fiocchi, capace di ritagliarsi un ruolo di primo ordine all’interno dell’interna discografia della band, negli ultimi dischi si era respirata una certa aria di impazienza nel tirare fuori ad ogni costo il prodotto.
Ma andiamo subito al dunque. Dove si pone questo lavoro della band?
Sicuramente i nostri non deludono i fans, coerenti al loro modo di intendere il rock n’roll, con un’attitudine sempre in tiro, che fa sfoggio si sé in riffs che funzionano e cori azzeccati.
E’ il caso dell’opener “Taste It”, scelta come primo singolo non a caso. Un pezzo a cavallo tra i L.A. Guns di “Vicious Circle” e gli AC/DC dove Tracii e Phil ci fanno sentire subito a nostro agio.
Si prosegue con il successivo singolo “Lucky Mothefucker”, brano dove la voce di Lewis torna ai tempi dei primi due lavori, con un intercedere sporco e strafottente che sfocia in un refrain orecchiabile e radiofonico.
Un gran lavoro di slide guitar di Tracii caratterizza “The Grinder”, mentre “Hit and Run” si mette in luce per la sua andatura più lenta e portare in dote un ritornello tra i più riusciti dell’album.
“Don’t Gimme Away” possiede in toto il marchio di fabbrica della band, e sottolinea la buona intesa tra la voce di Phil e la coriacea vera creativa di Guns.
C’è spazio anche per la countryeggiante “Runaway Train” che vi farà rivivere atmosfere alla Rolling Stones.
“Follow The Money” affonda i piedi nello sleaze anni ’80 già dal riff iniziale, poi ci pensa la voce di Phil a fare il resto mantenendo il pezzo su un ottimo livello di presa.
“The Masquerade” è la ballad del disco, la ballad che ci si aspetta dalla band, argomento nel quale i L.A. Guns hanno sempre dimostrato di saperci fare, e anche in questo caso non sbagliano.
Chiude la tenda “If You Wanna”.
In conclusione, i ragazzi si divertono senza fronzoli, i tempi di tentare la carta del successo sono andati da un pezzo, ma la coerenza nel fare ciò che piace e che si aspetta da loro la gente è da premiare.
Un album che non fa gridare al miracolo e che probabilmente non entrerà nella mia top ten, ma onesto, autentico e nostalgico. E non è certamente poco di questi tempi.
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