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Degreed – The Leftover Vol. 1 – Recensione

07 Maggio 2025 2 Commenti Paolo Paganini

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2025
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. If It Wasn't For Me
2. Good Enough
3. Love Your Enemy
4. Wildchild
5. Get Up!
6. Hard To Be Human

Formazione:

Robin Eriksson – Voce, basso
Mats Eriksson – Batteria
Mikael Blanc – Tastiere
Daniel Johansson – Chitarre

Contatti:

https://www.facebook.com/defreedmusic

 

È primavera, tempo di ripartire e di fare pulizia in cantina nella speranza di trovare qualcosa di dimenticato sotto la polvere che valga la pena di essere riutilizzato anziché buttato nel bidone del secco. E’ questo quello che devono aver pensato Robin Eriksson e soci quando hanno ritrovato questi sei “scarti” dei lavori precedenti. E’ la band stessa a definirli così ed in effetti ad un primo ascolto è esattamente la sensazione che si percepisce. Facendo proprio il detto che “del maiale non si butta via niente” ecco arrivare in pasti ai fan più sfegatati questo EP di venti minuti ricolmo del tipico Degreed sound che nulla toglie o aggiunge a quanto pubblicato dalla band in questi vent’anni di carriera. Definirlo “materiale di risulta” è comunque piuttosto improprio nonché riduttivo in quanto alcune delle tracce pubblicate (se non tutte) farebbero la fortuna di tanti musicisti sparsi sul globo terraqueo. If It Wasn’t For Me è una potenziale hit single che non avrebbe sfigurato in nessuno degli album precedenti così come la dirompente Good Enough che contiene in se tutti gli elementi tipici della formula vincente creata dai Degreed; brani quasi metal infarciti di tastieroni che esplodono in un ritornello ipermelodico da cantare a squarciagola. Non altrettanto accattivanti si rivelano sia Love Your Enemy che Get Up! mentre Wildchild (tributo all’amico Alexi Laiho – Children Of Bodom) centra perfettamente l’obbiettivo. La vera perla è rappresentata dalla conclusiva power ballad Hard To Be Human trascinante e coinvolgente come solo il combo di Stoccolma sa realizzare. Una release destinata perlopiù a coloro che (come il sottoscritto) seguono la band dagli esordi, in attesa di ascoltare del nuovo materiale in cui magari introdurre qualche elemento di discontinuità col passato.

 

© 2025, Paolo Paganini. All rights reserved.

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