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29 Aprile 2025 13 Commenti Paolo Paganini
genere: AOR/Hard Rock
anno: 2025
etichetta: EarMUSIC
Tracklist:
Formazione:
Kenny Leckremo – Voce
Dave Dalone – Chitarra
Jona Tee – Tastiere
Jimmy Jay – Basso
Don Crash – Batteria
Contatti:
https://www.facebook.com/heatsweden/
https://www.heatsweden.com
Una delle uscite più attese di questo 2025 era sicuramente il nuovo disco degli svedesi H.E.A.T. band capofila del recente movimento melodic rock nordeuropeo. Etichettati troppo frettolosamente come gli eredi degli Europe il combo scandinavo nel corso del tempo si è costruito una solida reputazione, dimostrato di avere carattere e personalità da vendere e divenendo a sua volta riferimento per tutto il movimento “new AOR” degli ultimi 15 anni. Per sgombrare il campo da ogni dubbio diciamo fin da subito che quest’ultimo lavoro riporta il gruppo alle origini, abbinando le sonorità dei primi due album ad una smodata quantità di “maragliaggine” in pieno stile eighties.
Ad aprire le danze ci pensa la tiratissima Disaster, pestando pesantemente il piede sull’acceleratore e travolgendoci con una valanga di chitarre tritatutto, tastieroni pomposi e vocalità epiche. Clamorosa la doppietta messa a segno dalle due hit-singles Bad Time For Love e Running To You, (accompagnate entrambe da un simpaticissimo video sapientemente “invecchiato”) nelle quali l’accoppiata Lekremo-Dalone sfodera una prestazione da 10 e lode. Call My Name e la successiva In Disguise sono due gioiellini di hard rock melodico impreziosito da atmosfere eroiche sulle quali la voce di Kenny va letteralmente a nozze. La macchina del tempo è ormai lanciata a folle velocità e niente e nessuno sembra in grado di fermarla. Ecco quindi arrivare in sequenza gli spettacolari cori In The End e Rock Bottom due brani in puro stile arena rock. Le tracce si susseguono con un ritmo incalzante; Children Of The Storm è la figlia legittima della premiata ditta “Tempers & Co” degli esordi mentre Losing Game ci riporta allo stile di “II” (Dangerous Ground e Rock Your Body i principali riferimenti). Come si direbbe in gergo calcistico anche a risultato acquisito gli H.E.A.T. non allentano la pressione riuscendo nel difficilissimo compito di evitare cali di tensione e inutili riempitivi. Quello che troverete su questo lavoro è “tutta roba buona” e così anche la maideniana Tear It Down non fa che confermare la validità di un album chiuso dalle epiche note di We Will Not Foget. Grazie ad una serie di dischi di grandissimo valore i ragazzi si sono imposti in un panorama estremamente affollato e Welcome To The Future rappresenta (ad oggi) il coronamento di questo ambizioso percorso.
Un disco da “All In” nel quale gli H.E.A.T. mettono sul piatto tutta la loro immensa classe confezionando il tutto con una produzione perfetta e cristallina sotto ogni punto di vista. All’affollata platea di pretendenti l’arduo compito di scalzare dal trono King Lekermo e i suoi compagni di avventura.
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