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08 Maggio 2024 1 Commento Lorenzo Pietra
genere: Hard Rock '70
anno: 2024
etichetta: Andromeda / Black Widow
Tracklist:
1 CITY LIGHTS
2 OBLIVION
3 FEEL LIKE PRISONERS
4 MINDMAZE/RED-HANDED
5 ASYLUM 22
6 BURNING FLAME
7 HOW FAR WE SHINE
8 KARAKAL (LOST IN SHANGRI-LA)
9 STRANGERS
10 THANK GOD I WAS ALONE
11 WHICH SIDE ARE YOU ON
12 WHERE THE RIVER ENDS
Formazione:
J.C. Cinel: vocals, backing vocals, guitars, dobro, harmonica
Davide Dabusti: guitars, backing vocals
Andrea Toninelli: guitars
Daniele Tosca: bass
Marco Lazzarini: drums
Paolo “Apollo” Negri: Hammond, Fender Rhodes, Moog
Ospiti:
Marcello Baio: drums on “Where the river ends”, “Strangers”, “Thanks God I was alone”
Roberto Tassone: drums on “How far we shine”
Gianni Grecchi: bass on “City lights”
Contatti:
http://www.jccynel.com/
https://it.wikipedia.org/wiki/J.C._Cinel
https://www.facebook.com/p/JC-CINEL-100053175277750/?locale=it_IT
LINK PER L'ACQUISTO: BANDCAMP
Sono passati ben tredici anni da The Light of a New Sun ed ecco tornare sulle scene J.C.Cinel, cantautore di origini piacentine che ha calcato palchi importantissimi in tutta Europa e negli States grazie al suo mix di Hard Rock, Southern, Melodic rock con venature settantiane. Partiamo subito dicendo che siamo di fronte ad un “maestro” del sound anni ’70, uno che con il suo ultimo gruppo, i Wicked Minds, ha sfornato diversi album ad inizio anni 2000, apprezzati nel mondo dell’Hard Rock di vecchio stampo.
Questo nuovo Where The River Ends, sotto Andromeda/Black Widow, non fa altro che confermare cosa J.C. Cinel vuole comunicarci…adrenalina, rock, un pizzico di blues e una scarica di chitarre e hammond. Insieme al rocker troviamo Davide Dabusti e Andrea Toninelli alle chitarre, Daniele Tosca al basso, lo storico Paolo “Apollo” Negri all’hammond e Marco Lazzarini alla batteria.
Il binomio iniziale City Lights e Oblivion racchiude tutto ciò che il disco ci racconterà. Bellissimo intro con chitarre intrecciate per la prima traccia, melodia che si fonde subito in testa e un assolo finale di hammond che ci fa alzare il volume a mille….Oblivion non è da meno, con le chitarre e l’hammond che sembrano parlarsi tra loro con i loro fraseggi e Cinel in gran spolvero. Feels Like Prisoner è veloce, potente parte con un bellissimo giro di basso e intro di chitarra qui il sound si fa più ottantiano, l’intermezzo con la voce filtrata di Cinel e gli improvvisi acuti, ma rimane da ascoltare l’assolo di Andrea Toninelli! Si continua con Mindmaze/Red Handed, dove la chitarra acustica iniziale sprigiona note e per un minuto e ci ipnotizza per poi continuare con un basso indemoniato e un sound delicato ma allo stesso tempo potente. Una chicca che ci accompagna per oltre sei minuti e ci porta direttamente al duo armonica/chitarra che apre Asylum 22….qui scorrono litri di whisky e il Southern Rock più classico entra nei
nostri padiglioni auricolari con la sua melodia perfetta, l’assolo di armonica e chitarra acustica ed elettrica porta senza dubbio ad uno dei punti più alti del disco.
Burning Flame è una traccia tutta da scoprire, la più lunga del lotto con i suoi quasi nove minuti, un intro con un banjo che ci catapulta nel mondo orientale per poi fondersi con i diversi strumenti e creare un aurea prog la traccia prosegue per oltre 2 minuti strumentale fino all’ingresso di J.C. con voce filtrata quasi parlata … a metà traccia si parte con la melodia vera e le chitarre duellano a colpi di note e fraseggi…fino ad arrivare agli ultimi due minuti in cui siamo trasportati nello spazio…qui ragazzi siamo di fronte ad un pezzo devoto ai Pink Floyd. Stupendo. Ecco arrivati a metà disco e stiamo volando…..si continua con How Far We Shine con echi di Bad Company nella parte iniziale , dove si fondono chitarre elettrica, acustica e ritmica e il sound settantiano torna ad essere prepotente. Karakal (Lost In Shangri La) è un intermezzo strumentale che parte con un assolo di sola chitarra acustica, pulita senza fronzoli e senza altri strumenti, tre minuti che ci fanno riprendere fiato per la successiva Strangers, una power ballad dove Cinel padroneggia la parte cantante come il protagonista di un film, fino ad arrivare a metà brano dove cambia tutto di colpo … un assolo di chitarra con venature prog, un hammond con suoni “spaziali”, un basso quasi maideniano, diversi cambi di tempo….una vera sorpresa!!! Thank God I Was Alone ci riporta un sound più moderno, virante sempre all’Hard Rock con qualche spruzzata di Southern, bel giro di basso, la canzone più semplice fin’ora ma dannatamente diretta come un pugno in faccia! Which Side Are You On è hard rock allo stato puro, dove Daniele Tosca si scatena col basso, il sound lo porrei a cavallo tra fine anni settanta e inizio ottanta, divertente e catchy al punto giusto!! Solito assolo di chitarra da manuale!!! Ed eccoci arriva all’epilogo, come da miglior tradizione con la title track. Where The River Ends: questa traccia possiamo solo raccontarla. Otto minuti da rara bellezza, l’intro spettacolare poche note ma messe al posto giusto. Cinel canta come se stesse recitando una poesia, l’intermezzo tra le storie di chitarra acustica e l’esplosione finale dell’assolo di chitarra
elettrica portano questo disco ad un livello superiore…..fine….the end….
IN CONCLUSIONE:
Se amate l’hard rock settantiano non lasciatevi scappare questo disco! J.C.Cinel è una garanzia e questo nuovo gruppo lo segue alla perfezione. Se dovessi proprio trovare un difetto avrei preferito una produzione e suono meno “ovattato” ma questo non cambia il voto alto che merita questo disco!!!!
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