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Recensione

83/100

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Phantom Elite – Blue Blood – Recensione

19 Marzo 2023 Comment Iacopo Mezzano

genere: Modern Metal / Melodic Metal / Industrial Metal
anno: 2023
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Skin Of My Teeth
02. Inner Beast
03. This Sick World
04. Birdcage
05. Apex
06. Fragments
07. Laid With Vines
08. Daydark
09. Blue Blood
10. Black Sunrise

Formazione:

Marina La Torraca - Voce
Max van Esch - Chitarra, Basso, Synths
Joeri Warmerdam - Batteria

 

E’ da poco uscito nei negozi Blue Blood, il terzo album dei Phantome Elite, band metal moderna internazionale fondata nel 2016 come formazione live del chitarrista Sander Gommans dopo lo scioglimento degli After Forever, ma poi in breve tempo divenuta realtà a se stante sotto la guida della vocalist Martina La Torraca (Avantasia).

Più propenso alla sperimentazione rispetto alle due precedenti produzioni, il terzetto propone ora una concezione di metal melodico decisamente moderno, talvolta industrial, con sprazzi sinfonici ancora presenti ma messi in secondo piano rispetto a suoni e intervalli sintetici, talvolta sci-fi, e ad evoluzioni semi-progressive moderne che nascono spontanee dal palmo del chitarrista, bassista e tastierista Max Van Esch, e dal tocco sulle pelli possente e vivace batterista Joeri Warmerdam. Inoltre non mancano momenti metal estremi con parti urlate in growl (alle quali però la band ci aveva già abituato nelle precedenti uscite), mentre stupiscono maggiormente tutti quei segmenti musicali che spingono verso una direzione rap metal. Essi appaiono infatti intriganti, o superflui, a seconda dei punti di vista, ma ad ogni modo contribuiscono a non dare una direzione precisa a un disco che appare molto vario non solo nel suo songwriting, ma anche nella sua produzione in studio, curata dal solito Gommans con il contributo sempre presente della band.

Guardando ai dieci brani, ecco che l’opener Skin Of My Teeth presenta subito arrangiamenti che mettono in risalto tanto i possenti riff di chitarra e i battiti bombastici della batteria, quanto il tappeto di synth e le parti elettroniche programmate, su cui domina la voce della abile frontwoman La Torraca, sempre intonata, espressiva e sul pezzo. Inner Beast ha dalla sua grandi melodie e un ottimo refrain, che rimane subito stampato nella mente, mentre lascia un po’ spiazzato il rap di This Sick World, forzato ma comunque ben affrontato dalla cantante in un pezzo che, nei suoi momenti più metal (e riusciti), ricorda qualcosa degli ultimi Lacuna Coil.

Se da un lato è poi eccellente la intima ed emozionante Birdcage, mid-tempo ricca di groove dall’anima quasi soul che ha nella voce il suo punto di forza, Apex spiazza nuovamente con il suo esperimento metal moderno certamente orecchiabile, ma di non immediata assimilazione perchè sovraccaricato di generi e stili troppo differenti da loro. Meglio allora la più scolastica Fragments, con il suo metal moderno ed elettronico di forte impatto, o il metal sinfonico alla Beyond the Black di Laid With Vines, a cui segue una Daydark decisamente pomp e ricca di suoni.

Chiudono il platter la eccellente title track Blue Blood, coinvolgente attimo di puro progressive moderno, ricco di cambi di tempo, stile ed atmosfera di alto livello, e il commiato di Black Sunrise, ennesima buona canzone, ispirata e variegata nella sua composizione e nella sua struttura, che sigilla con stile un album che, seppura talvolta osi un po’ troppo, sa colpire nel segno grazie alla sua ottima interpretazione e alla sua varietà, che lo rendono una piacevole e continua sorpresa, canzone dopo canzone, nota dopo nota.

© 2023, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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