Robin Beck – Intervista

robin_beck_tgeCon The Great Escape, suo nuovo album in uscita il 18 Febbraio, Robin Beck prova ancora una volta il suo enorme talento regalandoci un’altra perla di rock melodico con una performance straordinaria e una voce sempre potente e grintosa. Noi di Melodicrock.it abbiamo avuto il piacere di poter scambiare quattro chiacchiere (virtuali) con lei e con immenso onore inauguriamo la nuova sezione proprio con questa intervista alla mitica cantante americana.

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Robin Beck – The Great Escape – recensione

Carriera sempre al top quella di Robin Beck: regina del melodic rock che nei primi anni 90 (precisamente nel 1992) diede alla luce quel capolavoro che risponde al nome di “Trouble or Nothing” (a parere di chi scrive il suo miglior album e uno dei “must have” del genere). Punti di forza di quel disco furono in primis i grandissimi songwriter che collaborarono al progetto: parliamo di artisti dalla penna d’oro quali Desmond Child, Diane Warren, Alice Cooper, Paul Stanley. Se questi nomi non vi dicono nulla allora dovrei citarvi un paio di singoli scritti da questi signori diventati delle hit mondiali famose ancora oggi. Un esempio? “Livin on a prayer/You give love a bad name/Bad Medicine” (Bon Jovi), “I was made for lovin you” (Kiss), “Angel/Crazy/I don’t want to miss a thing” (Aerosmith), l’intero album “Poison” dell’inossidabile Alice Cooper, varie hit di Cher, Ricky Martin, Celine Dion (e altri milioni di grandi artisti). Ora potete cominciare a capire quanto talento avesse e ha tutt’ora Robin Beck per vantarsi di tali collaborazioni. Il disco fu un tripudio del melodic rock, grazie alla voce potente e aggressiva della stessa Robin, una produzione eccellente, e un insieme di canzoni tutte da airplay radiofonico da far invidia a tante di quelle band tutte al maschile che dominavano quegli anni (o forse qualche annetto prima a dir la verità vista l’esplosione grunge). La carriera della cantante continuò tra vari cambi di line up e album sempre al top a dimostrazione che era più la sua bravura come artista e non solo una mera fortuna a permetterle di andare avanti. Nel frattempo vi è l’incontro e poi il futuro matrimonio con James Christian, frontman degli House Of Lords, che da “Wonderland” (2003, quinto disco della cantante) da inizio al sodalizio artistico in cui reciprocamente i due si aiutano nei loro rispettivi progetti musicali (Christian scrive, produce, suona e canta negli album della moglie, mentre Robin aiuta il marito nei suoi House of lords). Giungiamo a questo The Great Escape con una formazione diversa dal precedente “Livin on a dream” (2007); per questo nuovo lavoro la Beck ha preferito circondarsi esclusivamente di persone molto vicine a lei e quindi non sorprende leggere di James Christian come produttore/songwriter, bassista e in parte batterista coadiuvato dall’eccezionale Tommy Denander (non vi sto a citare tutti i suoi lavori perchè non basterebbe una pagina), uno degli amici più stretti della cantante, come songwriter/chitarrista solista e ritmico ed batterista in alcune canzoni. Soltanto loro due a supporto della cantante: diciamo un “lavoro in famiglia” per la Beck, e il risultato finale non può che essere positivo, facendo di The Great Escape il suo miglior lavoro del millennio.

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