FM – Thirteen – Recensione

Sinonimo di qualità con ognuna delle loro tredici pubblicazioni in studio, gli FM ritornano nei negozi nel marzo 2022 con il loro nuovo album Thirteen, interamente arrangiato e prodotto dall’orecchio attento della band londinese.

Forse meno di impatto al primo ascolto dei suoi diretti predecessori, il disco entrerà nel cuore dei fans appena carburato il suo motore. La benzina che lo alimenta? I 100 e più ottani dell’immancabile lavoro ritmico e di groove dell’inseparabile duo Merv Goldsworthy al basso e Pete Jupp alla batteria, ma anche un Jem Davis in grande spolvero con il suo tappeto di tastiere e synth, e un Jim Kirkpatrick veramente indemoniato alle chitarre, tra riff classici ed energici e assoli di pregievole fattura, che decretano un’ulteriore passo avanti nello stile di un musicista che ha davvero fatto passi avanti da gigante dal suo ingresso in gruppo ad oggi.
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Groundbreaker – Groundbreaker – Recensione

I Groundbreaker sono un nuovo progetto musicale rock melodico nato da una idea di Serafino Perugino per la sua label Frontiers Music. La band, che presenta tra le sue fila il celebre cantante Steve Overland (FM) e il chitarrista Robert Sall (Work of Art, W.E.T), pubblica il suo disco di debutto, l’omonimo Groundbreaker, il 14 settembre 2018 forte della produzione e supervisione del nostro portacolori Alessandro Del Vecchio, oltre che della presenza di Nalley Pahlsson al basso e di Herman Furin alla batteria.

Composto per metà da Robert Sall e per l’altra metà da Del Vecchio assieme ad Overland, l’album presenta un sound melodic rock perfettamente in bilico tra la tradizione scandinava e quella britannica, e difficilmente scontenterà gli appassionati del genere AOR grazie alle sue superbe melodie, alle sue parti strumentali perfettamente interpretate e ricche di chitarre, ma soprattutto grazie alla sempre magistrale vocalità di un Overland ormai perennemente sugli scudi.

A confermarci immediatamente la bontà di questo songwriting e della produzione è già la opener e singolo Over My Shoulder, un motivo dal ritmo sostenuto, decisamente ’80s e fin da subito orecchiabile, dominato dalla prova di Overland alla voce e dalla riconoscibilissima chitarra di Sall, vero faro guida delle melodie del pezzo. Will It Make You Love Me è poi un altro ottimo brano, ancora una volta carico di groove e ben supportato dalle ottime tastiere di Del Vecchio in arricchimento al sound delle corde di Sall, a cui segue una Eighteen ‘Til I Die che ci lascia letteralmente a bocca aperta grazie alle nostalgie passate che riesce a scatenare dentro di noi fin dalle sue primissime note.

La quarta traccia Only Time Will Tell è un altro rock anthem diretto al sodo e tutto da ascoltare e da cantare, mentre Tonight suona come una traccia più raffinata, o meglio come una mid-tempo delicata e romantica, dal tratto notturno e dal grande quantitativo emotivo. Stesse note notturne che possiamo ascoltare in una Standing Up For Love in puro stile AOR ottantiano, densa come è di chitarre e di tastiere pomp a supporto della eccellente voce di Overland, con la ballad Something Worth Fighting For che ci strappa il cuore attraverso la timbrica tutta emozioni dell’inconfondibile cantante degli FM, e The Sound Of A Broken Heart che ci stupisce ancora grazie ai tasti diamantini di Del Vecchio.

La seconda ballad del disco, The First Time, poggia ancora tutta sulla voce unica di Overland e sui begli effetti di sottofondo su cui si muove (dopo un attacco energico in stile Asia) la chitarra di Sall, mentre The Days Of Our Life suona come un motico più rapido e compatto nei suoni, più tradizionale nella sua chiave rock melodica ma dotato di un refrain davvero di grande effetto. Chiude infine l’opera The Way It Goes, una canzone perfetta per definire il sound di questo progetto, con la sua ottima unione tra struttura melodica alla FM e la raffinatezza sonora dei Work of Art che ha fatto da perfetto trademark all’intero platter.

IN CONCLUSIONE

E’ un dato di fatto: che si muova Overland, o che si muova Sall, siamo sempre al cospetto di uno dei dischi rock melodici dell’anno. Figuratevi se si mettono al lavoro tutti e due, e in un colpo solo!!

Semplicemente, questo Groundbreaker è un disco da avere in collezione. Subito!

Shadowman – Secrets And Lies – Recensione

Quattordici anni dopo il debutto Land of the Living, e a sei dall’ultimo Watching Over You, gli Shadowman tornano sulle scene con la loro quinta pubblicazione in studio, Secrets And Lies, in uscita il 19 maggio 2017 per Escape Music.

Che ne dite di andare subito al sodo, spiegando perchè questa release deve assolutamente figurare nelle collezioni degli appassionati di hard rock melodico scuola inglese? Vado per punti.

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FM – Indiscreet 30 – Recensione

30 anni dopo la sua pubblicazione, il leggendario disco di debutto degli inglesi FM, l’immortale Indiscreet, è stato completamente ri-registrato dalla band sfruttando la sua nuova formazione e le nuove tecniche di registrazione.

Il 4 novembre 2016 diventa allora la data scelta dalla label del gruppo, la Frontiers Music, per dare una seconda giovinezza a questo classico della discografia AOR internazionale. Il risultato, lo dicono anche la perole dei tre membri originali ancora presenti nella line up (il cantante e chitarrista ritmico Steve Overland, il bassista Merv Goldsworthy e il batterista Pete Jupp), non vuole essere una semplice riproposizione del sound di quei tempi ormai lontani, ma una totale reinterpretazione dei pezzi da parte di una nuova formazione, completata dai bravi Jem Davis alle tastiere e dal chitarrista solista Jim Kirkpatrick, che si è ritorvata in studio e in concerto sempre più coesa e compatta. E per questo pronta a una release come questa.

In tutta onestà diciamocelo, tra tutti i grandissimi dischi pubblicati dagli FM, forse proprio Indiscreet era l’unico a poter valere una idea come questa senza cadere nei soliti discorsi de le riproposizioni dei classici fatte apposta per guadagnarci su ancora qualche quattrino che i maligni hanno spesso affibbiato a molte formazioni storiche che si sono gettate in imprese come queste. E dico ciò perchè Indiscreet suona come l’unico platter degli inglesi a soffrire il cambio dei tempi. Mi spiego meglio.
Prendete il disco in questione e il seguente Tough It Out (1989). E’ chiaro, anche dopo un primo ascolto, come tra i due sia il secondo album a godere di suoni più freschi e dinamici, e volendo più attuali e moderni. Indiscreet, che non fraintendetemi suona magnificamente, ha però nel suo sound una patina di antico che lo rende sì differente e unico, ma anche troppo vintage e grezzo per poter essere gustato a pieno dai più giovani o da chi è più abituato alle produzioni di oggi.

Così, prodotto oggi dagli FM stessi e registrato ai Tremolo e Coal House Studios di Staffordshire (con il mix affidato a Jeff Knowler), Indiscreet 30 elimina totalmente quella patina di polvere dai suoni dell’originale, andando però a perdere qualcosa (ma era lecito aspettarselo) della sua corposità sonora e del suo groove antico. Di contro, è però incredibile constatare come Steve Overland sappia cantare esattamente allo stesso livello di allora (e anzi, forse anche in modo più tecnico e preciso!), regalando una nuova prova di indiscussa qualità e classe. Eccellente anche il lavoro di Merv Goldsworthy e di Pete Jupp, che ricreano un groove ritmico molto vicino all’originale, con Jem Davis e Jim Kirkpatrick che sicuramente non sfigurano rispetto a Chris Overland e Didge Digital, ma in tutta onestà non riescono del tutto a eguagliare il tocco molto particolare che i componenti fondatori avevano donato al disco negli anni ’80.

Guardando infine la tracklist, si resta seriamente impressionati dalla resa di canzoni come That Girl, Other Side Of Midnight, I Belong To The Night e Frozen Heart, che non a caso sono quelle che più spesso la band ripropone al pubblico in sede live, e che appaiono ora diverse e svecchiate, ma comunque molto fedeli alle originali. Nelle bonus track, spazio a una ottima versione dell’immancabile Let Love Be The Leader, mentre l’inedita Running On Empty – caspita! – sembra davvero rubata a quegli anni d’oro che erano gli anni ’80. Motivano l’acquisto anche le altre bonus Rainbow’s End, Shot In The Dark, Bad That’s Good In You e Love And Hate, che qua e là avevamo già avuto modo di ascoltare in passato, ed eccelle anche la avvolgente versione acustica di una That Girl che si candida a tutti gli effetti a traccia simbolo di questa ottima rivisitazione di quell’Indiscreet che nel 1986 diede inizio alla leggenda degli FM, e di Steve Overland.

IN CONCLUSIONE

Gli FM non sbagliano un colpo e nella loro seconda giovinezza riescono a gettarsi in una operazione rischiosa come quella di risuonare su disco un loro classico uscendone assolutamente a testa alta, e a tutti gli effetti vincitori.

Toglietevi dalla mente gli stupidi e sterili paragoni con il passato e godetevi a pieno la musica contenuta in questa nuova registrazione. Solo così potete immergervi in un ascolto ancora una volta di un altro livello, ad opera di uno dei pochi gruppi storici in grado di placare, oggi, le nostre angoscianti nostaglie ottantiane. Gli FM!

Overland – Contagious – Recensione

Uno dei vocalist più riconoscibili e per questo amati della scena AOR internazionale, il mitico Steve Overland, tornerà nei negozi il 21 ottobre 2016 con Contagious, il suo quarto album solista in uscita per Escape Music.

Due anni dopo lo straordinario Epic, tra i dischi dell’anno nel 2014, il fan del melodic rock più ottantiano potrà così godere di un nuovo tassello importante nella carriera del cantante inglese. Questa volta supportato dal talento chitarristico e compositivo di Tommy Denander, Overland si affida a Lars Chriss per la produzione e il missaggio (il mastering è invece a cura di Mike Lind), ed è questa ahimè l’unica nota dolente per ciò che concerne l’analisi del disco, in quanto la produzione appare deficitaria nei suoni, assai plasticosi e poco dinamici, proprio e soprattutto nella batteria dello stesso Chriss. Un peccato che può essere giudicato veniale per i più, ma che non sfuggirà all’orecchio più minuzioso e attento, e che certamente comprometterà l’ascolto di coloro che sono abituati a ricercare la perfezione sonora nei dischi della loro collezione.

Espresso ciò per dovere oggettivo di recensore, trovo necessario altresì riconoscere la bellezza e la varietà degli undici brani contenuti in questo platter, con una prova canora dello stesso Steve nuovamente sopra le righe, di un altro livello. Le note che pennella la voce dei leggendari FM se le possono davvero permettere in pochi, ve lo assicuro, e una opener eccellente come Doctor My Heart può essere ritrovata solo in un pugno di pubblicazioni presenti sul mercato 2016. Una bomba di feeling e melodie catchy, che apre alla altrettanto efficiente Easy On Me, con quelle sue tastiere di sottofondo che appaiono al 100% ottantiane, d’altri tempi. Molto divertente e riuscita è anche Edge Of The Universe, che pone ancora sugli scudi le tastiere di Mark Stanway e il lavoro chitarristico di un Denander in formissima, fino al ritornello arioso, tutto da cantare, e non è da meno la mid-tempo/ballad Every Lonely Night, un acuto di vocalità magnifiche, delicata e con il cuore in mano, forse una delle tracce più belle del lotto grazie al coro e contro-coro del suo refrain.

Raffinata e calda di emozioni appare poi anche la delicata Wildest Dreams, una traccia dal grande mood e dal bel feeling, con Intoxicated che alza il ritmo e sprigiona una energia rock più decisa, ma non meno musicale, prima che Define Our Love lasci nuovamente spazio al sound da ballad, per un brano bluesy che permette a Overland di sprigionare tutta la raffinatezza del suo timbro. Calda, ritmata e sensuale è Pocketful Of Dreams, mentre Making Miracles ha qualcosa del sound hard rock anni’80 dei mitici Great White, specie nell’approccio della chitarra. Ci si appresta infine a chiudere, ed ecco allora a Back Where I Belong il compito di alzare il tiro su un pezzo settantiano, ma sostenuto, che apre alla finale Unforgiving World, una cavalcata rock melodica ricca di chitarra, tastiere e di un bel groove di basso. Divertente!

IN CONCLUSIONE

Pur non riconfermandosi sui livelli assoluti di Epic, il buon Steve Overland piazza un altro colpo grosso all’interno del mercato discografico, candidandosi per un posto di rilievo anche nelle classifiche di questo 2016.

Ormai il nome Overland è diventato a tutti gli effetti un sinonimo di garanzia, e di musica di classe e di assoluta qualità. Ancora una volta, imperdibile!

FM + Electric Boys – 18 novembre 2015 – live report

FM ItalyFM live

report a cura di Iacopo Mezzano
photo report a cura di Iacopo Mezzano

Cancellata improvvisamente la data di Firenze a causa, si dice, della scarsa prevendita, è stata data una sola e ultima chance ai fans italiani di rivivere una parte delle emozioni magnifiche dell’ultimo Frontiers Rock Festival: accorrere in massa al Legend Club di Milano per rivedere on stage gli FM, in tour supportati dagli altrettanto mitici Electric Boys. Al suo primo show da headliners in Italia, la formazione inglese capitanata dalla superba voce di Steve Overland non ha nascosto le sue emozioni per l’evento, venendo ripagata da un affetto che, a detta dello stesso frontman, ancora non avevano ottenuto lungo il tour, neppure in locali ben più ampi e affollati del Legend (150 paganti circa). Una vicinanza con le band sul palco che ha reso la data milanese un’emozione unica, da portarsi dietro per il resto dei giorni, sia per i gruppi che si sono esibiti, che per i fans che si sono mossi da ogni dove per presenziare.

Ma andiamo per ordine.

A salire per primi sul palco del piccolo club milanese sono gli svedesi Electric Boys, riformatisi dal 2009 per provare a dare un proseguo a una buona carriera che li ha da sempre visti interpreti di un hair metal dalle tonalità spiccatamente funky. La formazione è quella originale, e vede un Conny Bloom carismatico e in grande forma vocale affiancare Franco Santunione alla chitarra, mentre Andy Christell al basso divide la sezione ritmica con le pelli di Niklas Sigevall. La setlist, che si apre con le note di Psychedelic Eyes, non manca di centrare i momenti di maggiore fama del combo, raggiungendo i suoi apici massimi di intensità sul finale, e più precisamente nell’esecuzione di Mary in the Mystery World e All Lips N’ Hips, accolte con boati e cori dal pubblico. Lo spettacolo è garantito e la band si trova caldamente applaudita in più di una occasione, supportata in gran parte dei cori e seguita in ogni momento del concerto, lasciando il palco con la certezza di aver dato tutto quello che la gente si aspettava in quanto ad energia e divertimento. Bello show!

Setlist:

Psychedelic Eyes
Into the Ditch
The Change
Electrified
Freaky Funksters
Mary in the Mystery World
Knee Deep in You
Rags to Riches
Captain of My Soul
All Lips N’ Hips

E’ però evidente che le più alte percentuali di paganti sono qui riunite quasi esclusivamente per accogliere il ritorno in Italia degli FM, scopertisi (ne parlavamo con loro) forse inaspettatamente veri paladini del movimento musicale rock melodico sul suolo tricolore. Merv Goldsworthy, Pete Jupp e Steve Overland (che mi ha svelato l’imminente uscita di uno suo nuovo disco degli Shadowman, ma io non vi ho detto niente.. 😉 ), con i ”nuovi” Jem Davis e Jim Kirkpatrick ci promettono, ancor prima che inizi lo spettacolo, che da ora in avanti torneranno sempre in Italia ad ogni loro tour, perchè è qui, nella nostra Nazione, che sentono un calore forse diverso da quello che gli viene tributato altrove. E infatti, pronti-via, e con la prime note di Digging Up the Dirt parte un boato che fa quasi timore a Overland e soci, che sorridono compiaciuti sentendo il pubblico cantare nella sua interezza il loro ultimo singolo e successo. Si vede che la band è sincera, e commossa quasi, mentre ringrazia la gente accalcata sotto il palco, e fa effetto vedere Steve Overland passare di compagno in compagno a dire hai visto che roba! mentre il pubblico intona spontaneamente ogni parte dei ritornelli di I Belong to the Night e Don’t Stop. Per non parlare del lento Closer to Heaven, i cui versi ancora echeggiano tra le mura del Legend per quanto sono stati gridati a squarciagola, o di Let Love Be the Leader, ballata quasi come fossimo in una sala dance dal centinaio di paganti! O delle più recenti Life Is a Highway, Crosstown Train, Wildside e Tough Love, sparate una dietro l’altra per lasciare poi spazio alla antica Frozen Heart, della cui interpretazione non voglio neppure parlare visto che ho ancora il magone pensando a come i ragazzi l’hanno suonata. Sappiate solo che è il loro pezzo che preferisco, e che la lode non è abbastanza in questo caso. Ma non devo divagare troppo: All or Nothing, Tough It Out e That Girl sono un terzetto micidiale che pare pensato apposta per far sparire le ultime forze nella voce del pubblico, ma questa sera no, neppure loro bastano, e rieccoci tutti a cantare con pari intensità anche Burning My Heart Down e Bad Luck, per la gioia della band che lascia il palco abbracciandosi come se avesse vinto la Coppa dei Campioni.

Ovviamente, il bis. Steve Overland torna sul palco accompagnato prima dal solo tastierista, e poi mano a mano anche dal resto del gruppo, per le intime note della power ballad delle power ballad: Story of My Life. Anche qui, è superfluo dire della prova vocale del cantante, la cui timbrica unica, calda di sentimento, illumina il buio del locale, e i cuori e le anime di tutti noi. Come lui, nessuno, e basta. Infine Other Side of Midnight, che chiude il concerto delle meraviglie accolta come un inno nazionale: il sogno è diventato realtà, la musica ha disegnato ancora una volta arcobaleni, gli FM sono i vincintori. La pace è fatta, a Milano come nel mondo.

Senza musica la vita sarebbe un errore diceva Friedrich Nietzsche. Io affermo invece che con un po’ più di musica non ci sarebbero le guerre e si sarebbe tutti più uniti. E il pensiero ritorna automaticamente ai fratelli del Bataclan di Parigi, uccisi mentre sotto un palco gridavano la libertà delle loro anime seguendo il battito di una batteria, le tonalità di una voce, la grinta di una chitarra o il groove denso di un basso. Non si può morire così, quando si è radunati per vivere. E’ un’ingiustizia, lasciatemelo dire.
Riposate in pace fratelli, questo show e questa mia recensione sono tutti dedicati a voi.

Setlist:

Digging Up the Dirt
I Belong to the Night
Don’t Stop
Closer to Heaven
Let Love Be the Leader
Life Is a Highway
Crosstown Train
Wildside
Tough Love
Frozen Heart
All or Nothing
Tough It Out
That Girl
Burning My Heart Down
Bad Luck

Encore:

Story of My Life
Other Side of Midnight

 

Photo gallery

Ozone – Self Defence – Recensione

Dedicato alla memoria del compianto Christian Wolff, Self Defence è (lo diciamo subito) il titolo di uno degli album highlight di questo 2015 hard rock melodico.

Dietro al moniker Ozone si nascondono infatti Chris Ousey (Monroe, Virginia Wolf, Heartland, Snakecharmer) e Steve Overland (Wildlife, FM, The Ladder, Shadowman, solista), due dei migliori cantanti rock in circolazione (e a tutti gli effetti le “O” inglesi dall’ugola d’oro), che hanno unito le forze in questo progetto in studio con il songwriting e il talento esecutivo di Mike Slamer (City Boy, Streets e Seventh Key) e Tommy Denander (Paul Stanley, Alice Cooper e Radioactive). Scusate se non è poco.
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FM – Heroes And Villains – Recensione

Non trovo le giuste parole per iniziare questa recensione.
Già questo fatto dovrebbe farvi capire il livello di emotività che sto provando nell’accingermi a scrivere degli FM e del loro nuovo album Heroes and Villains, proprio a pochi giorni dall’attesissimo Frontiers Rock Festival II (che vedrà la band protagonista sul palco per 60 minuti la prima giornata) e da quello che sarà di fatto (in data 14 aprile 2015) il debutto di questi storici inglesi alla corte della “nostra” label Frontiers Records.

Un bel respiro profondo, e ce la posso fare. Via!
Heroes and Villains, sormontato dalla solita ugola d’oro di uno Steve Overland che avevamo già visto in grande spolvero nel suo ultimo disco solista di un anno fa, è senza ombra di dubbio il miglior disco di queste leggende del melodic rock dalla loro reunion. Sì, mi tocca riconoscerlo un po’ a malincuore, ma il Metropolis (2010) che tanto ho lodato in questi anni viene battuto su quasi tutti i fronti da questo ultimo piccolo gioiello della discografia degli inglesi, che rispolverano parte del loro vecchio sound, lasciando da parte alcune trovate un po’ più moderne che avevamo ascoltato nei precedenti capitoli. I Def Leppard e le altre storiche band della scena anni’80 entrano qui in gioco assieme alla pura e inconfondibile impronta sonora del marchio FM, componendo un album classico, solidissimo e compatto, ricco di chitarre e di groove, totalmente privo di filler, iper-prodotto e atomico dall’inizio alla fine. Ho realmente fatto una fatica boia a non farmi scappare un 9.5 o un 10 di giudizio: il mio cuore lo pretendeva, ma il cervello, quel mascalzone, mi ha ricordato di Indiscreet e Tough It Out e ha frenato la mano sulla tastiera. Sia maledetto!

Al via con quella Digging Up The Dirt defleppardiana e matura che abbiamo tutti amato fin dall’uscita del suo video (che potete rivedere a fine articolo), Heroes and Villains non aspetta un secondo e lancia senza una pausa You’re The Best Thing About Me, una delle più belle mid-tempo della storia degli FM, dotata come è di un testo da cardiopalma, di un cantato a cinque(mila) stelle per espressività ed emozionalità, di un feeling unico, di cori pazzeschi, di una chitarra e di un ritmo da antologia del genere. Leggete bene gli aggettivi che ho usato, non sono casuali.
Altro singolo già disponibile sul mercato, Life Is A Highway è un’altra botta di potenza rock melodica anni’80 non indifferente, e Fire & Rain una canzone che fa del suo ritmo sensuale e della sua coralità la carta vincente, brillando tra le hit della tracklist assieme alla power ballad Incredible, che permette a Overland di volare ancora ad una altezza inarrivabile alla maggioranza dei più. Molto bella anche Call On Me che, con l’ariosità preziosa del suo refrain, chiude una side A a tratti indescrivibile per la sua qualità, specie tenuto conto dell’anno in cui questo materiale esce sul mercato.

Attenzione però, perchè la seconda parte di questo platter non è da meno rispetto alla prima! Infatti, ci pensa il secondo singolo e video (che è stato in realtà il primo in ordine cronologico) estratto dall’album, Cold Hearted, a risvegliare con grinta gli ascoltatori, colpendoli con la sua chitarra in primissimo piano, e il suo bel ritmo antico. Ecco poi Shape I’m In, che strizza ancora l’occhio ai Def Leppard (che spettacolo!) e a Indiscreet, e la bombastica Big Brother, altra canzone da dieci in pagella che vi strozzerà il fiato in gola fin dal primo ascolto. Arriviamo infine a Somedays I Only Want To Rock & Roll, puro e divertente inno al rock targato UK, e a I Want You, brano dall’appeal unico, bollente e sensuale come pochi nella discografia del gruppo, calando il rosso sipario con le note della intima power ballad Walking With Angels, che lascia Steve Overland a cantare solitario, con la sua solita incredibile espressività, un testo da brividi. E da lacrime.

IN CONCLUSIONE

Davvero qualcuno, nel anno domini 2015, vuole pretendere qualcosa di meglio di quanto si può qui ascoltare? Spero proprio di no, sarebbe da folli, perchè Heroes And Villains è un esordio micidiale per gli FM sotto la loro nuova etichetta Frontiers Records, che si è aggiudicata un altro album di cui andare fiera per i decenni a venire. Un colpaccio pazzesco, quello dei discografici italiani, che fanno loro il leggendario gruppo inglese proprio nel suo massimo momento creativo (si parla sempre di post-reunion, è sottointeso), come questo disco dimostra in ogni sua nota, e in ogni suo battito.

Io, lo giuro, non sto più nella pelle. Sì, i cinque giorni che ci separano dal FRF II non sono mai stati così lunghi..

Diesel: debut album a maggio

diesel-intothefire300La Escape Music è orgogliosa di annunciare la pubblicazione del debut album dei Diesel, intitolato Into The Fire e atteso nei negozi a partire dal 23 maggio.

Track listing:

01 Love Under Cover
02 Into The Fire
03 Starting Over
04 Fortune Favours The Brave
05 Brand New Day
06 Bitter & Twisted
07 So What Is Love
08 Lets Take The Long Way Home
09 Told You So
10 What You See Ain’t What You Get
11 Skin & Bone
12 Coming Home

La formazione:

Robert Hart – Vocals
Jim Kirkpatrick – Guitars, backing vocals, additional keyboards, percussion
Jimmy Copley – Drums
Pat Davey – Bass

Con:

Adam Wakeman – Keyboards
Steve Overland – Backing vocals, additional guitars on Coming Home
Alisdair McKenzie – Horns on Brand New Day