Black Country Communion – BCCIV – Recensione

Black Country…il Territorio Nero approssimativamente circoscritto intorno alle West Midlands inglesi.
Un’area geografica soffocata tra le coltri di fuliggine , prodotte dall’intesa attività siderurgica e mineraria che si concentrava un tempo tra i distretti di Birmingham e Wolverhampton.

Da quell’area provengono Jason Bohnam e Glenn Hughes, uniti in “comunione” agli Yankees Joe Bonamassa e Derek Sherinian da Kevin Shirley, produttore è vero mentore di questo granitico sodalizio anglo-americano.

Dalla Black Country provengono inoltre i due Led Zeppelin Robert Plant e John “Bonzo” Bohnam ma i traits d’union tra la “Comunione “ed il famoso dirigibile non sono solo territoriali e “di sangue”.

Il sound dei Black Country Communion è figlio naturale della grande tradizione Hard Rock britannica e sin dal primo omonimo capitolo (BBC 2010), sembra essere stato forgiato tra incudini e presse metallurgiche di fragorosa potenza.
L’eredità lasciata loro da Led Zeppelin (in primis) e Deep Purple è quindi più che legittima.
Se poi l’ambizioso titolo di “IV” volesse ricondurci ad un illustre paragone…beh nessuno oggi più dei Black Country Communion avrebbe la forza ed il pedigree per sostenerne il peso.

È così che a 5 anni dall’uscita dell’ultimo Afterglow (per il sottoscritto picco compositivo di una trilogia discografica di spessore assoluto) il super gruppo guidato da Kevin Shirley ritorna con il miglior tributo ai Led Zeppelin che i fans del Classic Rock potessero desiderare.

Continue…

Glenn Hughes: concerto in Nuova Zelanda tagliato per un problema di salute?

Per la prima volta in 40 anni, Glenn Hughes sta eseguendo in Oceania degli spettacoli completi basati sul classico repertorio dei Deep Purple.

Secondo quanto riportato da Stuff.co.nz, il leggendario cantante/bassista ha dovuto tagliare il suo concerto di poche ore fa presso Christchurch, Nuova Zelanda, a causa di “qualche problema di salute”, secondo quanto dichiarato da alcuni testimoni.

Quello che infatti sembrava un problema al pedale dello strumento, si è poi evoluto con Glenn che chiedeva aiuto e veniva trascinato fuori dal palco.

Tuttavia, un portavoce del centro medico di St. John ha affermato che nessuna equipe sanitaria è stata chiamata alla location dello show.

Restiamo in attesa di maggiori indicazioni su quello che è realmente accaduto.

Glenn Hughes – Resonate – Recensione

Glenn Hughes…un nome che non ha certo bisogno di presentazioni, per chi frequenta le pagine di questa o di altre riviste e portali dedicati alla musica più bella del mondo.
“The Voice Of Rock” può infatti vantare nel suo pesante curriculum una continuità qualitativa che ha pochi eguali, considerata la corposa produzione discografica in oltre 40 anni di carriera.
Dai tre leggendari album nelle formazioni Mark III e Mark IV dei Deep Purple, passando attraverso una rigenerata carriera solista a metà anni ’90, per arrivare in tempi più recenti all’impressionante trittico con il supergruppo Black Country Communion.

Le due ultime apparizioni del cantante/bassista di Cannock , avevano però lasciato l’amaro in bocca a più di qualche fan.
Troppo frenetico ed arrabbiato (dopo lo scioglimento forzato dei BCC) nei chiassosi California Breed, troppo lineare nel compitino svolto su commessa per il progetto Voodoo Hill.
Ecco allora che il saggio Glenn (a distanza di ben 8 anni) decide opportunamente di concentrarsi su un disco solista, ritornando tra noi con un’ispirazione, una lucidità e una personalità conosciuta solo ai grandissimi.

Non sbaglia niente Glenn, a partire dalla scelta come co-produttore di Soren Andersen (già apprezzato per il suo splendido lavoro nel nuovo Tygers Of Pan Tang).
Quello che colpisce da subito di questo Resonate è infatti il mix potente, cristallino e perfettamente bilanciato studiato dal chitarrista/produttore danese.

L’opener Heavy è pulsante, potente e si muove con decisione sulla spinta dell’Hammond suonato dal misconosciuto Lachy Doley.
La ricerca di qualche effetto più moderno giova inoltre parecchio alla riuscita del brano.
Come capirete più avanti, Hughes pesca bene anche qui. Doley sarà sicuramente un nome nuovo anche per gli ascoltatori più attenti,
in realtà l’organista australiano è una sorta di nuovo Messia per i devoti al culto dell’organo Hammond.

My Town è un’altro pezzo tirato, giocato su vorticosi giri basso e le chitarre down-tuned di Soren Andersen ma l’inimitabile timbro di Glenn smorza la tensione in un refrain che rimane già in testa al primo ascolto.
Con Flow, il passo si fa pesante e rallentato. Ipnotico nel suo incedere fino ad esplodere nel primo solo monster di Andersen.

Let It Shine porta uno sprazzo di luce, lungo il tunnel magnificamente oscuro in cui il disco sembra infilarsi. Un classico in stile Hughes.
Steady ci riporta ad un’andatura più sostenuta, per rallentare solo nel refrain sognante ancora tipicamente Glenn Hughes.
È qui che sale il cattedra Lachy Doley. Dalla magnetica intro allo sferzante lead di Hammond che si incastra a meraviglia tra un’altro solo di basso ed uno di chitarra.
Insomma…oltre alle indiscutibili capacità tecniche dei musicisti, sarà anche la variegata struttura dei brani a tenervi appiccicati agli speakers.

Resonate è un disco enorme nel suono, che cresce brano dopo brano quasi da far paura.
Come nella plumbea God Of Money, dove il basso di Glenn sembra arrivare direttamente dall’Inferno, puntellato da un riff capace di tagliare il quarzo.
Il ritornello è tra i più riusciti del disco ma il pezzo tocca il suo apice negli assoli di un’indemoniato Lachy Doley , dove anche la chitarra di Soren Andersen sembra immersa nel fuoco.

La seconda parte del disco registra un leggero calo, con pezzi meno ispirati come How Long e Stumble and Go ma resta in grado di riservarci ancora qualche bella sorpresa.
È il momento del miglior Hughes alla voce, accompagnato dal piano elettrico Clavinet di Doley. When I Fall è proprio la ballata Soul-Blues che aspettavamo. Avrei preferito un chorus più audace ma l’interpretazione dell’ex Purple, in frangenti come questo, non lascia spazio a pignolerie.

Si pesca invece dal pedigree Funky-Rock nella scoppiettante Landmines, con un trascinante solo in talk-box di Andersen a fare la differenza.
La chiusura del disco è riservata ad un’altra piece di rilievo : Long Time Gone.
Suggestiva nell’intro di chitarra acustica e voce, per cambiare poi pelle e tempo fino ad un bridge stile Motown.

CONCLUSIONE

Con Resonate, la leggenda Glenn Hughes sceglie di non crogiolarsi in un facile ripescaggio di quei contenuti che lo hanno reso grande in passato.
Opta per una produzione “moderna” con suoni all’avanguardia, puntando su un chitarrista e produttore come Soren Andersen (a mio avviso il Top-Producer del momento), senza rinunciare agli stilemi dell’Hard Rock più classico, grazie all’innesto di un vero e proprio stregone dell’organo Hammond come Lachy Doley.
Il risultato è un lavoro vario, originale anche nella struttura delle canzoni.
Un disco che “risuonerà” a lungo nei vostri lettori e che difficilmente resterà fuori dal podio per i tre migliori dischi del 2016.

Glenn Hughes: modifiche alle date italiane

Cambiano diverse cose in relazione alle date italiane del prossimo Tour di Glenn Hughes (a questo link il comunicato stampa originale).

Già avevamo comunicato l’assenza dei Living Colour, ed oggi vengono annunciate altre modifiche. Innanzitutto, la serata del 28 Novembre programmata all’Orion di Roma viene completamente annullata, mentre quella prima prevista il 29 al Live Club di Trezzo Sull’Adda, Milano, viene spostata al Bloom di Mezzago, in provincia di Monza. Rimane invariato l’appuntamento del 26 allo Zona Roveri di Bologna.

Per la data di Roma è possibile chiedere il rimborso dei biglietti già acquistati entro e non oltre il 10 Dicembre, mentre per quelle di Bologna e Trezzo entro e non oltre il 7 Novembre.

Qui sotto tutti i nuovi dettagli aggiornati.

Sabato 26 Novembre 2016
Bologna, Zona Roveri– via dell’Idraulico, 1
Biglietto: € 25,00 + prev. / € 25,00 in cassa la sera del concerto
Evento Facebook

Martedì 29 Novembre 2016
Mezzago (MB), Bloom – via Eugenio Curiel, 39
Biglietto: € 25,00 + prev. / € 25,00 in cassa la sera del concerto
Evento Facebook

Glenn Hughes: l’official audio di “Let It Shine”

E’ disponibile l’official audio di una nuova track firmata Glenn Hughes dal titolo “Let It Shine”.

La canzone è tratta dal prossimo album “Resonate” atteso sul mercato il 4 Novembre via Frontiers Music Srl (qui i dettagli).



Segnaliamo inoltre che i Living Colour – previsti come special guest nel Tour britannico del cantante – si sono ritirati e sono stati sostituiti dai Stone Broken. Sotto tutte le date programmate.

hughesukdates

November (with Stone Broken)
8 – The Assembly – Leamington Spa, UK
9 – Wulfrun Hall – Wolverhampton, UK
11 – Riverside – Newcastle, UK
12 – Hard Rock Hell Prestatyn, Wales
14 – Rescue Rooms – Nottingham, UK
15 – 02 ABC – Glasgow, UK
17 – O2 Ritz – Manchester, UK
19 – The Junction – Cambridge, UK
20 – O2 Shepherd’s Bush Empire, UK

November
22 – LKA – Stuttgart, Germany
23 – Meet Factory – Prague, Czech Republic
25 – Kofmehl – Solothurn, Switzerland
26 – Zona Roveri – Bologna, Italy
28 – Orion – Rome, Italy
29 – Live Club – Milan, Italy

December
1 – Turbinenhalle – Oberhausen, Germany
2 – Metropool – Hengelo, Netherlands
4 – Patronaat – Haarlem, Netherlands
5 – Essigfabrik – Cologne, Germany
7 – Garage – Saarbrucken, Germany
8 – Le Forum – Vaureal, France
10 – Totem – Pamplona, Spain
11 – Razz 2 – Barcelona, Spain
13 – Custom – Seville, Spain
14 – Sala Vistalegre – Madrid, Spain

Glenn Hughes: “Non ricordo nulla degli anni Ottanta”

Il leggendario Glenn Hughes è stato ospite presso l’Università del North Dakota per mettere in guardia gli studenti sui rischi di alcol e droga, qualcosa contro cui il cantante/bassista ha dovuto duramente lottare in passato.

“Non ricordo nulla degli anni Ottanta. Assolutamente nulla…è tutto solo una grande macchia confusa”, ha dichiarato il musicista. “Ci sono due tipi di persone su questo pianeta: gli alcolisti e i non alcolisti. Non c’è una via di mezzo…è una malattia terribile che deve essere trattata”.

Glenn Hughes: i dettagli di “Resonate”

Frontiers Music Srl annuncia ufficialmente il nuovo atteso album solista di Glenn Hughes, “Resonate”, in uscita il 4 Novembre 2016.

“Resonate” può anche essere la release più heavy dello storico vocalist britannico, ma il suo marchio di fabbrica traspare in ogni singola nota, così come la varietà musicale che da sempre contraddistingue le sue uscite soliste, risultando alla fine l’album più completo di tutta la sua discografia.

Nessun altro musicista rock è riuscito a ritagliarsi uno stile così caratteristico fondendo i migliori elementi di hard rock, soul e funk, senza parlare della sua solita e sempre più sorprendente grande voce.

Una vera e propria icona del nostro tempo, nel corso degli ultimi due anni Glenn si è concentrato di nuovo sulla sua carriera solista. Durante il Tour non-stop del 2015, con spettacoli in Sud America, Europa, Regno Unito, Giappone e Singapore, il sold-out era all’ordine del giorno. Inoltre, alla fine dello stesso anno, l’inserimento nella Rock & Roll Hall Of Fame, assieme ai Deep Purple, ha suggellato una carriera di oltre 40 anni, spesa in band del calibro di Trapeze, i già nominati Deep Purple, Hughes/Thrall, più numerose collaborazioni con Gary Moore, Black Sabbath e, più di recente, con Black Country Communion e California Breed.

Ma il 2016 è per Glenn un anno ancora più attivo, con Festival estivi e spettacoli solisti in USA, Regno Unito, Europa, e il rilascio del primo solo album in oltre 8 anni.

“Resonate” sarà disponibile in due formati: CD regolare e Deluxe Edition con una bonus track (“Nothing’s The Same”)  e un DVD col making of dell’album, più i videoclip di “Heavy” e “Long Time Gone “. Previsto anche un vinile pubblicato dal partner di Frontiers, Soulfood Music Distribution GmbH.



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TRACKLIST
01. Heavy
02. My Town
03. Flow
04. Let It Shine
05. Steady
06. God Of Money
07. How Long
08. When I Fall
09. Landmines
10. Stumble & Go
11. Long Time Gone
12. Nothing’s The Same (Deluxe Edition Bonus Track)

The Band:
Glenn Hughes – voce, basso, chitarra acustica
Soren Andersen – chitarra
Pontus Engborg – batteria
Lachy Doley – tastiere
Chad Smith – batteria su “Heavy” & “Long Time Gone”

Official Website
Official Facebook

Hughes & Thrall: due canzoni insieme sul palco a Las Vegas

Il chitarrista americano Pat Thrall ha raggiunto sul palco Glenn Hughes durante il concerto tenuto da quest’ultimo al Count’s Vamp’d di Las Vegas il 2 Settembre per interpretare due brani, “Muscle And Blood” e “First Step Of Love”.

L’estemporanea “reunion” è stata filmata da alcuni fans e può essere vista qui sopra.

Alcuni anni fa, il vocalist britannico aveva annunciato un secondo capitolo del progetto Hughes/Thrall mai però portato a compimento.