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Recensione

71/100

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Ted Poley – Beyond The Fade – Recensione

29 Maggio 2016 19 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Let's Start Something
02. Everything We Are
03. Hands Of Love
04. The Perfect Crime
05. Stars
06. Higher
07. Where I Lost You
08. You Won't See Me Cryin'
09. We Are Young
10. Sirens
11. Beneath The Stars

Formazione:

Ted Poley - Voce
Alessandro Del Vecchio - Tastiere, Batteria
Mario Percudani - Chitarre
Anna Portalupi - Basso

Contatti:

http://www.frontiers.it/album/5309

 

Grazie ancora alla nostra Frontiers Records ritorna Ted Poley con il suo nuovo album solista Beyond The Fade, che segue i suoi lavori Collateral Damage e Smile. Frontman che di certo non ha bisogno di presentazioni grazie al successo con i Danger Danger, Ted Poley si affianca alla produzione e suoni il team italiano per eccellenza, Alessandro Del Vecchio, Anna Portalupi e Mario Percudani, mentre al songwriting ci sono i fratelli Martin (ora in forza ai Vega).
La miscela sembra semplicemente perfetta per avere un disco frizzante, rock e di gran classe…

….ma lavoro si mantiene solo su discreti livelli, risultando a volte troppo piatto e con poco mordente; la prima traccia Let’s Start Something ha un sound pop/Aor decisamente ottantiano, la chitarra di Mario Percudani riesce a lasciare il segno con un bell’assolo e il refrain riesce a prendere e rimanere in testa. Everything We Are è il classico brano AoR, tastiere in primo piano e chitarre ritmiche che tengono il tempo; il ritornello è semplice e di facile presa, il brano discreto, ci vorranno più ascolti per dare il giudizio finale. Hands Of Love è il brano più bello dell’album, anche se ricalca fedelmente “Bang Bang” dei Danger Danger….se riusciamo a sorvolare questo “particolare” troviamo un brano rock, trascinante con un ritornello degno dell’energia di Ted Poley. Ecco arrivare la prima ballad The Perfect Crime; AoR puro , brano zuccheroso, dove l’intreccio di voci tra Ted e l’ospite Issa devo dire riesce a dare emozioni. Chiaramoci, classico lento ottantiano con tante tastiere, con il solito grande assolo di Mario Percudani. Stars parte forte ancora un pop/rock con un bel chorus, dove le chitarre ritmiche la fanno da padrona, ma dove purtroppo il ritornello non lascia il segno, brano che dividerà gli ascoltatori, ma che a mio avviso non convince. Higher è il primo singolo, arioso, brillante, festaiolo, dove ancora una volta il chorus è convincente e il refrain pur semplice è di facile presa e rimane in testa al primo ascolto. Da segnalare che il video ufficiale è stato girato nella mitica serata al Druso di Bergamo! Where I Lost You vira su territori più moderni e decisamente pop, brano anonimo dove c’è poco di tutto; chitarre, tastiere latitanti, brano sottotono dove anche Ted Poley sembra fuori luogo. Si cerca di recuperare qualcosa con l’assolo finale sfumato. Ci pensa You Won’t See Me Cryin’ a riportare le cose a posto; grande riff iniziale e finalmente chitarre in primo piano. Bei cori, grande ritornello e assolo degno di Mario Percudani. un sound decisamente più rock con un ottimo songwriting. Finalmente! We Are Young ci riporta in pieni anni ottanta , ballad con un intro un po’ Whitesnake e un clima AoR che aspettavamo dall’inizio del cd. I cori del ritornello supportati da un basso pulsante e la solita grande chitarra rendono il brano superbo. Sirens torna sui lidi festaioli di Ted Poley, con suoni più moderni, dove non c’è traccia del ritornello, il solito salvagente è dato dalla coppia Portalupi/Percudani con un grande assolo …. stavolta non basta però a salvare il brano dalla sufficienza. Beneath The Stars è una power ballad dove il pianoforte parte accompagnando la voce di Ted, il lungo brano (oltre 6 minuti) si intreccia tra tappeti di tastiere e chitarre, risultando coinvolgente e il lungo assolo finale non fa altro che confermare l’ottimo lavoro di tutti i membri….

IN CONCLUSIONE:

Ted Poley decisamente in gran forma, ma alcuni brani convincono poco e l’intero lavoro soffre di alti e bassi. Ci sono voluti diversi ascolti prima di dare un giudizio preciso, quindi consiglio il disco ai fan di Poley solista, mentre ai fan dei Danger Danger consiglio più ascolti preliminari.

© 2016, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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