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Recensione

85/100

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The Dead Daisies – Revolucion – recensione

04 Settembre 2015 8 Commenti Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Ingrooves-Spitfire

Tracklist:

01. Mexico
02. Evil
03. Looking For The One
04. Empty Heart
05. Make The Best Of It
06. Something I Said
07. Get Up Get Ready
08. With You And I
09. Sleep
10. My Time
11. Midnight Moses
12. Devil Out Of Time
13. Critical

Formazione:

David Lowy – chitarra ritmica
Richard Fortus – chitarra
Dizzy Reed – tastiere
Marco Mendoza – basso
John Corabi – voce
Brian Tichy – batteria

Contatti:

http://thedeaddaisies.com/

 

Crab se la ride di gusto, sonoramente e con grande serenità. E’ tornato in serie A !
E’ tornato nel giro che conta davvero! E’ tornato ad avere la sua voce che ruggisce nelle radio di mezzo mondo (provare per credere! …il singolo Mexico in rotation anche su Virgin Radio! Un miracolo !!!).
E’ tornato a calcare i palchi degli stadi e delle arene… niente più bar infimi a raccontare ai pochi fedelissimi presenti la sua onorata carriera con una chitarra acustica a tracolla . Tante possibilità, tanto talento ma anche tante porte in faccia nella sua lunga carriera e molta fatica nelle retrovie a spalare sabbia alla ricerca dell’ennesima vena d’oro a cui attaccarsi. Crab ha avuto l’ennesima possibilità unendosi ai Dead Daisies, collettivo di lusso formato da una line up di musicisti famosi che ruotano e cambiano in funzione degli impegni delle bands principali.
Pompati nel 2013 dalla bibbia inglese Classic Rock (…che mise in regalo il loro debutto in CD all’interno del giornale) come la nuova super band del decennio in realtà la qualità dei musicisti al proprio interno non portarono effetti eccelsi nelle canzoni, alquanto banali, del debutto.
Cambio di rotta e di musicisti con l’entrata in campo di John Corabi alla voce e chitarre (ex The Scream, Union e naturalmente Motley Crue) e Tommy Clufetos (Rob Zombie e Ozzy Osbourne… ma attenzione! nel disco non suona lui bensì Brian Tichy e Jackie Barnes). I nuovi danno man forte a Marco Mendoza (Whitesnake, Thin Lizzy) al basso, Richard Fortus e Dizzy Reed (tutti e due ex Guns n’ Roses), rispettivamente alla chitarra e tastiere, e David Lowy (Mink) alla chitarra. Le parole d’ordine sono semplicità, divertimento e onestà…il tutto condito con tanto talento e gusto… questi sono gli ingredienti di una ricetta semplice ma efficace.

Mexico, il singolo apripista è una di quelle canzoni rock con un coro ed un testo micidiali che ti entrano in testa al primo colpo e ti ritrovi a tamburellare sul volante dell’auto, cantando già al secondo ascolto insieme a Crab un vero e proprio inno alla libertà: “….it’s a place that leaves no regrets cross the border down to Mexico yeeh !! Oh yeah !!” centro immediato !
Evil non è altro che una vecchia cover di uno standard blues di Willy Dixon con un arrangiamento bomba che fa letteralmente sbrodolare lava lungo i fianchi del vulcano in piena eruzione che è diventata la band di Corabi e soci. Un treno in corsa che non si ferma e non fa scendere nessuno. Looking for the one è hard rock americano di prima classe con Dizzy Reed che colora e scalda tutta la canzone con il suo organo infuocato… non c’è pausa non c’è respiro!
Empty heart è l’highlight più luminoso di tutto il lotto con Crab che letteralmente mette in mostra un interpretazione da maestro! Chapeu !
Make the best of it ha tiro e potenza da vendere facendo sudare il pezzo di sfumature anni settanta… Something I Said regala invece soul e feeling crescendo lentamente fino ad un finale al fulmicotone. Get Up Get Ready tiene l’asticella molto alta anche per inventiva e commistione di stili diversi amalgamati insieme in modo delizioso.
La cover di Midnight Moses della Sensational Alex Harvey Band è stato il primo singolo dell’album ed è un brano che la band si fa calzare a pennello grazie ad un arrangiamento personale e d’impatto. Grazie anche ad un’ottima produzione che risalta l’impasto e la dinamica dei vari musicisti presenti Revolucion non ha cali sensibili ma invece regala sorprese all’ascoltatore fino all’ultima traccia.

IN CONCLUSIONE

Già dai primi pezzi si respira nell’aria un vibe, che fa da colonna vertebrale all’intero disco, fatto di convinzione e potenza che da pregio ulteriore ad un disco che non inventa nulla ma che regala in quasi un’ora di durata uno dei dischi più riusciti di tutta l’annata 2015. Un disco che non morirà soffocato tra le pile di cd impolverati ma che vi stupirà anche tra qualche anno perché è ROCK’N ROLL maiuscolo.
C’è da scommetterci i calzini che la super band non si lascerà scappare – dopo questa prova “monstre” – John Corabi tanto facilmente per un eventuale terzo disco e – statene certi – anche Crab non perderà questa vena d’oro: questi Dead Daisies ci regaleranno ancora canzoni e concerti da brivido! Parola di lupetto !

© 2015 – 2016, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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