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Recensione

91/100

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Ozone – Self Defence – Recensione

10 Settembre 2015 48 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Escape Music

Tracklist:

1 Tiger by the Tail *
2 Let the Good Will out *
3 So Blind *
4 Destiny *
5 Shadow on the Sun
6 Save my Soul *
7 Evolved *
8 Self Defence
9 Smile before you Lie
10 Lifetime *
11 Practice what you Preach
12 Visionary man *

* migliori canzoni

Formazione:

Steve Overland – voce e backing vocals
Chris Ousey – voce e backing vocals
Mike Slamer – chitarre, B3 Organ, tastiere, basso
Tommy Denander – chitarre, tastiere, basso
Ronnie Platt – backing vocals
Billy Greer – backing vocals
Kerry Denton – batteria
Christian Wolff – chitarre e tastiere su “Evolved”
Erik Sabo – B3 organ

 

Dedicato alla memoria del compianto Christian Wolff, Self Defence è (lo diciamo subito) il titolo di uno degli album highlight di questo 2015 hard rock melodico.

Dietro al moniker Ozone si nascondono infatti Chris Ousey (Monroe, Virginia Wolf, Heartland, Snakecharmer) e Steve Overland (Wildlife, FM, The Ladder, Shadowman, solista), due dei migliori cantanti rock in circolazione (e a tutti gli effetti le “O” inglesi dall’ugola d’oro), che hanno unito le forze in questo progetto in studio con il songwriting e il talento esecutivo di Mike Slamer (City Boy, Streets e Seventh Key) e Tommy Denander (Paul Stanley, Alice Cooper e Radioactive). Scusate se non è poco.

Prodotto dallo stesso Slamer e quindi forte dei soliti suoni vecchia maniera, caldi ed avvolgenti, il disco ci lascia letteralmente esterrefatti di fronte alla sua aurea classica, che nasce direttamente da un lavoro chitarristico dei due compositori che si esprime in riff da antologia del genere, sempre in primo piano con la loro energia e la loro solidità. Di rilievo anche l’accompagnamento degli altri strumenti e dei due backing vocalist Ronnie Platt e Billy Greer, con una nota particolare da destinarsi alle belle tastiere dal sound rock, sempre molto presenti secondo il tipico schema strutturale delle composizioni “alla Slamer”. Stilisticamente perciò più vicino all’hard rock classico che al vero AOR anni ottanta, il platter lascia ampio sfogo al talento vocale dei due cantanti, che duettano e si sfidano in prove di grande carattere, dando vita ad alcune delle loro migliori intrepretazioni vocali di sempre. Ousey, lo conosciamo, è un maestro su questo tipo di basi anni settanta, ma qui trova pane per i suoi denti, visto che un Overland in grande spolvero lo spinge a osare sempre più, lanciando entrambi su su verso le stelle più brillanti del firmamento rock. E di fronte a questo gioco di destrezza, beh, noi ci sediamo comodi e ci godiamo lo spettacolo!

Potenzialmente rubata a un qualsivoglia capolavoro hard rock melodico degli anni d’oro, Tiger by the Tail è una opener podistica, a cinque stelle, che favorisce nello stile Chris Ousey ma ottiene nella sua seconda metà la risposta di uno spettacolare Steve Overland, più adattato ma efficacissimo anche in questo stile. Ancora energia e chitarre da vendere in Let the Good Will Out, pezzo alla FM e con più ritornello del precedente, anch’esso eccezionalmente interpetato da entrambi i cantanti. Avanti poi con la ballad top del disco, So Blind, un capolavoro di 5 minuti e mezzo che punta i riflettori sulle capacità interpretative delle “due O”, che ci commuovono e curano l’animo. Senza mezzi termini, è forse il miglior lento del 2015.

Gioiranno poi i fans dei Seventh Key nell’ascoltare una Destiny da brividi, tutta da cantare lungo le strofe e poi sul refrain, e i rocker più accaniti con la rapida e compatta Shadow on the Sun, che lasciano spazio alle grintosissima Save my Soul e ai grandi classicismi chitarristici (abbiamo qui l’ultima esecuzione di Christian Wolff) e tastieristici di Evolved, altre due belle perle del disco. Seguono la gustosa Self Defence e la buona Smile before you Lie, canzoni che vengono surclassate dalla maestosità di una Lifetime che nel mio cuore vince la palma di top track dell’opera assieme alla già citata ballad alla #3, per come abbina con stile la melodicità e il calore di queste voci con lo splendido arrangiamento rock e chitarristico del brano. Wow.

Infine, non deludono affatto la iper-arrangiata Practice what you Preach e una virtuosa Visionary man (sentite le chitarre!!) che ci riporta alla mente i primi Mr.Big, chiudendo con l’acuto un platter di cui difficilmente ci stancheremo!

IN CONCLUSIONE

Entrano in campo le leggende hard rock melodiche inglesi (e svedesi con Denander) e il risultato è tutto a favore di un disco bellissimo, compatto, omogeneo, potenziale presenza fissa nelle top 10 annuali di questo 2015. Energia, classicismi, vocalità immense, tanta chitarra, tastiere vintage sono solo alcuni degli ingredienti che rendono questo platter indimenticabile, da ascoltare sempre e tutto d’un fiato.

Un hard rock che esalta e ci riporta back in time, indietro nel tempo, all’era d’oro del nostro genere. Amen!

© 2015 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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