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Newman – The Elegance Machine – Recensione

01 Settembre 2015 8 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01 The Suit (Skyscraper)
02 The Elegance Machine *
03 Don't Stay Lonely *
04 Illuminate *
05 Confess
06 Halo *
07 Prayer For Apollo *
08 She Walks In Silence
09 One Good Reason *
10 Pretender Surrender
11 Send Us Salvation
12 Scars *

* migliori canzoni

Formazione:

Steve Newman : Vocals, Guitar, and Keyboards
Rob McEwen : Drums & Percussion
Geoff Wootton : Backing Vocals on “The Suit (Skyscraper)”, "One Good Reason" and "Halo"
Mark Thompson-Smith : Backing Vocals on "Illuminate", "Send Us Salvation" and "Pretender Surrender"

 

Attivo come musicista solista dal lontano 1998, il cantante, chitarrista e tastierista Steve Newman continua la sua carriera di successo pubblicando il suo nuovo album “The Elegance Machine“, culmine finale di un songwriting che ha richiesto all’artista due anni di incessanti lavori.

Diversamente dai diretti predecessori, questo nuovo platter dei Newman cerca di inserire all’interno del suo sound melodic hard rock nuove influenze più moderne, che si possono ascoltare in particolare in canzoni quali la title track “The Elegance Machine” e in “Halo”, e che rendono il sound del gruppo più contemporaneo grazie soprattutto all’aggiunta di basi pomp ed elettroniche di sintetizzatori, spesso esaltate dall’autoproduzione dell’inglese. Non sono andati persi però i tratti distintivi e rock della musica di questo combo, ed ecco allora rinnovata la presenza in primis delle liriche ragionate e provocatorie di Newman (si parla qui, tra l’altro, di violenza domestica, corporate business, temi spaziali, etc.) e poi il ruolo di primo piano delle chitarre, massicce e potenti, melodiche e arrembanti, sempre pronte ad esaltare l’ascoltatore. Per una riproduzione audio che è dunque ancora una volta adrenalinica ed avvincente, di difficile stanca, merito anche del sensazionale lavoro ritmico del fedele drummer Rob McEwen, a lungo sugli scudi nelle sue parti strumentali e fondamentale per il successo finale di questa produzione.

Entrando nel dettaglio della tracklist di questa release, ecco che la opener The Suit (Skyscraper) ci da per prima un assaggio di questo inedito binomio tra chitarre e sintetizzatori e tastiere, evidenziandosi come un brano di grande intensità e di violenza quasi metallica. Tendo però a preferirle onestamente la spaziale title track The Elegance Machine, una grande produzione che esalta il nuovo sound del gruppo con un ritmo festaiolo ed un’energia strabordante che esplode definitivamente in un grande ritornello, oppure Don’t Stay Lonely, altra hit di questo platter grazie alle sue melodie ottantiane che ben si intrecciano con la grande vocalità del frontman. Interessantissima ancora Illuminate, che non cala di una virgola la grande potenza fino ad ora messa in luce dal disco e gode di un refrain alla House of Lords, tutto da cantare, e bella anche Confess, più salda però delle precedenti nei binari dell’hard rock melodico classico.

Da Halo prima, e Prayer For Apollo poi, ecco ritornare (per trovare la sua massima esaltazione) il nuovo sound dei Newman. In particolare, “Halo” è una canzone pulsante, elettronica, quasi dance, di grande atmosfera, mentre “Prayer For Apollo” è spaziale, e ci porta con l’immaginazione in un viaggio celeste che spaventa e affascina. E se She Walks In Silence è moderna sì, ma ancora con un occhio al passato storico del gruppo, ecco che One Good Reason, con le sue basi ben arrangiate, si rivela come una quasi mid-tempo potente e pressoché inedita per gli standard della band. E’ magifica.
Infine, dopo una Pretender Surrender piacevole ma un po’ nella media, Send Us Salvation lascia libero sfogo alla bella estensione della uguola di Newman, prima del finale lento e soffuso di Scars che invece esalta il lato più sentimentale e melodico di questa voce, ben accompagnata da dolci tastiere. Lasciandoci in piedi, ad applaudire..

IN CONCLUSIONE

Volenteroso di un cambiamento, questo nuovo album di Newman riesce a portare nuova linfa vitale alle energie del gruppo, modificando ma non stravolgendo il format compositivo di questi inglesi. Così, giudicabile di pari livello rispetto ai suoi diretti predecessori, The Elegance Machine prosegue con stile il grande nuovo corso di questo gruppo, che in ambito melodic hard rock sta continuando a produrre alcune delle migliori release sul mercato.

Elettrico ed elettronico, sotto certi versi è la risposta rock melodica agli Amaranthe nel metal. Elegante.

© 2015 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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