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Recensione

95/100

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Praying Mantis – Legacy – recensione

21 Agosto 2015 15 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Fight for Your Honour *
02. The One *
03. Believable *
04. Tokyo *
05. Better Man *
06. All I See *
07. Eyes of a Child *
08. The Runner *
09. Against the World *
10. Fallen Angel *
11. Second Time Around *

* migliori canzoni

Formazione:

John Cuijpers – voce
Tino Troy – chitarra e voce
Chris Troy – basso e voce
Andy Burgess – chitarra e voce
Hans in 't Zandt – batteria

 

NO FILLERS… ALL KILLERS!!!
I fratelli Troy, membri storici e fondatori dei Praying Mantis, siglano a metà 2015 un album a dir poco maestoso in territorio AOR odierno. Band nata nel lontano 1974 nella fucina del NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal) con il primo album pubblicato nell’81 (Time Tells No Lies), riuscirono ad incarnare il lato più sofisticato e delicato del genere in contapposizione a quello aggressivo di gruppi quali gli Iron Maiden.
Con il tempo questo lato soft è diventato sempre più preponderante arrivando fino all’ultimo lavoro in studio del 2009, Sanctuary, sempre pubblicato per la Frontiers Music e sempre più incentrato su un forte elemento melodico.
Elemento che proprio in questo Legacy diventa filo conduttore di 11 splendidi pezzi che però non tradiscono assolutamente il classico riffing alla Praying Mantis donato dalle dita di Tino Troy e coadiuvato in questa opera dalla seconda ascia Andy Burgess.
Già al Frontiers Rock Festival (qui il report) di quest’anno avevamo potuto apprezzare il valore non indifferente raggiunto ormai da questa band ed il risultato di questo Legacy conferma ogni buona sensazione che avevano saputo trasmettere dal palco!

Fight for Your Honour, The One e Belivable entrano nella storia del genere come uno dei trittici di apertura più devastanti e completi che mi sia capitato di sentire negli ultimi anni. Un sound epico, maschio e vigoroso per Fight for Your Honor, radiofonico, commerciale e melodico per The One e sofisticato, ricercato e catchy per Believable.
Su tutto riconoscibilissimo il lavoro di chitarra in gemellaggio tra Tino Troy e Andy Burgess con la bella, potente ed evocativa voce di John “Jaycee” Cuijpers e pennellare e rifinire i pezzi. The One merita poi un’ulteriore analisi introspettica. AOR dal DNA più puro, studiato come se ancora oggi un pezzo di caratura come questo potesse sfondare nelle chart internazionali (peccato che non siamo più nell’89 ma purtroppo nel 2015 e sappiamo come sono le cose). Commerciale, con un ritmo incalzante ed un lavoro di chitarra che cesella ogni singola nota buttata in pasto ad una sezione ritmica in grado di rifinire ogni taglio aggressivo che sembra poter prendere il pezzo. Il tutto viene reso evocativo dalla veramente splendida prova vocale di Cuijpers… uno dei pezzi più belli degli ultimi anni in territorio AOR, infettivo oltre ogni misura.
Se i primi tre pezzi ci hanno letteralmente inchiodati su questo lavoro con il susseguirsi dell’album i Praying Mantis non fanno altro che continuare a battere sui chiodi in modo da non darci più possibilità di risollevarci.
I cori della soave ed epica Tokio, il tratto tipicamente inglese di Better Man per finire sullo stile raffinato a la “Magnum” di All I See. Si entra così nella seconda parte di questo ricercato lavoro che da qui in avanti mette in mostra il lato più muscoloso della band pur rimanendo sempre affondato nel loro solido terreno melodico, come in Eyes of a Child o nella successiva The Runner dai cromosomi heavy metal di chitarra e batteria per terminare nei richiami NWOBHM di Against the World, con una superlativa entrata delle due chitarre dopo l’intro iniziale, e Fallen Angel!
Il sigillo definitivo per l’assalto finale della Mantide Religiosa viene posto sulle note dell’incalzante e dirompente Second Time Around!

IN CONCLUSIONE

Legacy è l’album capolavoro degli anni 2000 dei Praying Mantis! Certo, quel loro Time Tells No Lies resterà per sempre una delle pietre portanti su cui si è basato il lato più soft dell New Wave of British Heavy Metal, e onore al loro immenso merito pur non avendo secondo me ricevuto il giusto successo, ma qui, Madame e Monsieurm, ci troviamo dinnanzi a qualcosa di assolutamente magistrale.
I fratelli Troy hanno tovato il loro Santo Graal nell’inserimento dei due nuovi membri John “Jaycee” Cuijpers, che dona la “giusta voce” (e uno che canta in un tributo a Dio la dice lunga sulla sua voce) al sound dei Praying Mantis, e Hans in ‘t Zant che insieme al resto della band probabilmente riescono anche a rifinire e modernizzare il classico sound trademark dei fratelli della Mantide Religiosa.
Il risultato è nelle orecchie di tutti. Legacy è potente, melodico, nobile, sofisticato, epico e ricercato… Legacy è semplicemente Legacy, il nuovo sigillo subito distinguibile dei Praying Mantis che si imprime a fuoco tra gli album memorabili di questo 2015 e degli ultimi anni.

© 2015 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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