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Sara Shifter di Art Over Covers – Intervista

Sara Shifter di Art Over Covers – Intervista

03 Aprile 2015 3 Commenti Denis Abello

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E’ indubbio che il senso umano direttamente collegato alla musica sia l’udito, ma quando ti trovi di fronte ad un album senza la possibilità di ascoltarlo, allora ci si affida alla vista e alle emozioni che un artwork può trasmetterci.
Art Over Covers (https://artovercovers.wordpress.com/) è un nuovo blog tutto in italiano ideato da Sara “Shifter” Pellucchi che ci aiuta a capire e ad analizzare il perchè e le scelte che hanno portato alla realizzazione di quelle che in alcuni casi e a tutti gli effetti possono essere definite opere d’arte.

Abbiamo intervistato Sara per capire come è nata questa idea e come si svilupperà nel tempo!



Contatti:
https://artovercovers.wordpress.com/
https://www.facebook.com/artovercovers
http://www.shifter.it

la foto in copertina è di Andrea Mirko Colombo

Intervista con Sara “Shifter” Pellucchi (Art Over Covers)
a cura di Denis Abello

MR: Ciao Sara e grazie per questa intervista! Prima di tutto, ti va di parlarci un po’ di te e del tuo background artistico e musicale? Ciao Denis, anzitutto ringrazio io te, dunque, piacere a tutti sono Sara Pellucchi, in arte Shifter. Vivo nella provincia di Monza Brianza e sono nata… un “tot” di anni fa (il tempo mi mette sempre in crisi).
SS: Faccio l’impiegata di professione e “impiego” poi la mia seconda vita parallela dopo il lavoro in molte attività: sono pittrice e fotografa hobbystica, mi prendo cura dei miei amici animali e sullo sfondo di tutto questo ho sempre una colonna sonora che mi accompagna, la musica dei miei artisti preferiti. Il mio background “pittorico” è formato dagli artisti come Gillo Dorfles e Alfred Kubin, poi mi piacciono molto Alberto Savinio, Giorgio De Chirico, Jackson Pollock, Hieronymus Bosch, Kazimir Malevic, Arnold Böcklin, Adolph Gottlieb, Robert Motherwell, Edvard Munch, Kris Kuksi e ai giorni nostri Gottfried Helnwein. il mio background musicale è composto invece dai Sisters Of Mercy, Cure, Violet Stigmata, Depeche Mode, Simple Minds, New Order, White Lies, Dream Theater, Dimmu Borgir, Chemical Brothers, Skinny Puppy, KMFDM, IAMX, Nitzer Ebb…e tanti altri…. Di Italiano poco poco, prediligo i primi Negrita e i primi Litfiba.

MR: Gestisci un blog molto particolare dedicato alle recensioni delle copertine degli album! Come è nata questa idea?
SS: Partendo dal principio il disegno e l’arte figurativa sono sempre state le mie principali passioni. Disegno da quando ne ho memoria, sono passata dal disegno fumettistico, ai graffiti, per poi arrivare alla pittura surrealista e astratta. Dal 2009 dipingo quadri e partecipo a molte mostre. Non ne posso più fare a meno! Durante l’adolescenza invece ho iniziato ad avvicinarmi con molta passione alla musica con i classici gruppi Punk e Metal per poi arrivare e soffermarmi alla scena più sperimentale che mi rappresenta di maggiormente: Dark Gothic ed Elettronica: questi generi mi hanno portato a fare la dj nelle serate del venerdì sera per un po’ di anni. Successivamente, sono stata direttrice della sezione Electro/Dark per una fanzine totalmente al femminile, mi arrivavano dischi da recensire da tutto il pianeta e, osservando le loro copertine, mi è venuta l’idea di dedicare uno spazio interamente a loro, unendo così arte e musica. Terminata la collaborazione con la fanzine ho creato a Giugno 2014 Art Over Covers . Qui cito la presentazione del mio blog: la cover di un disco è inevitabilmente una presentazione, sia dell’album che del musicista, che nasce dalla scelta di potersi esprimere musicalmente ed esteticamente. Esse non sono mai scelte a caso, anzi, la loro creazione a volte può essere un arduo compito, poichè, che piaccia o meno, la copertina suscita una impressione e conseguentemente anche una critica. Alcune sono vere e proprie opere d’arte di artisti e fotografi appositamente scelti e possiedono un enorme valore, altre invece possono risultare orribili e banali; in ogni caso l’effetto è sempre quello desiderato: suscitare delle emozioni. La musica è sempre più rappresentata visivamente, basti guardare i video, veri e propri cortometraggi, e anche le copertine non devono passare inosservate; anch’esse necessitano di far parlare di sè. Vi è mai capitato di trovarvi in un negozio di dischi e di venire colpiti osservando una copertina in particolare, di essere quasi tentati di acquistare il disco anche se non l’avete ancora ascoltato? A molti di sicuro sarà successo, e forse a volte è anche grazie alla propria copertina che un disco suscita l’interesse di essere ascoltato, anche solo per curiosità.

MR: Come funziona il tuo blog? Ogni quanto pubblicate recensioni e in quanti siete a collaborare a questo progetto?
SS: Il mio blog funziona in questo modo: ogni mese vengono pubblicate tre copertine; una ogni dieci giorni di qualsiasi genere. Due miei carissimi amici mi fanno da collaboratori volontariamente recensendomi le copertine a loro scelta: Antonella Astori e Leonardo Marzorati. Loro possono scegliere qualsiasi cover pubblicare, famosa e non, mi mandano la loro recensione e poi gestisco io le date, lo stesso vale per me, qualsiasi cover mi attiri o abbia una storia particolare diventa il prossimo soggetto su cui scrivere. Siccome è un blog di informazione, tutto quello che è scritto è veritiero: ci documentiamo assiduamente da qualsiasi fonte, poi, (se la copertina è abbastanza interessante) aggiungiamo una nostra interpretazione personale sul motivo del soggetto. Io ho studiato arte contemporanea per otto anni, leggo e mi acculturo costantemente su tantissimi libri d’arte e sul simbolismo, e mi interesso di musica da sempre. Antonella ha il diploma di maestro d’arte e fa la grafica di professione e Leonardo è giornalista, per cui tutto quello che si trova sul mio blog è autentico e creato da persone istruite e correttamente informate. La particolarità di Art Over Covers è che tutte le band o musicisti solisti possono inviare la propria copertina per vederla pubblicata e fare pubblicità al loro progetto. Loro stessi mi invieranno la propria descrizione spiegando il motivo della loro scelta. Inoltre, chiunque può consigliarmi qualsiasi cover, siamo in attesa dei suggerimenti dei nostri lettori! E, in questo modo, inviando un testo descrittivo a riguardo, vedranno il proprio nome sotto la recensione. Per me è importantissima la legittimità e la professionalità ed è giusto che l’autore del testo trovi il proprio nome sul mio blog. Tutto ciò è gratuito e chiedo in cambio da parte del musicista o del lettore, la relativa condivisione del link e l’invito sulla pagina facebook di Art Over Covers per aumentare i followers. Come disse Andy Wahrol: «Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti».

MR: Cosa secondo te può fare la differenza tra un “buon” artwork e un artwork veramente “eccezionale”?
SS: Una bella cover al di là della tecnica deve avere sintesi. Che sia d’impatto e lasci passare il messaggio immediato, ovvero un’immagine non pasticciata senza troppi sfronzoli, ma lasciami dire, un artwork veramente eccezionale è una immagine sintetica che possa parlare a chi la vede all’infinito del suo mistero! Ad esempio, ho avuto una vera e propria folgorazione per la copertina di “Speak And Spell” e di “A Broken Frame” dei Depeche Mode, due capolavori, e poi anche quella dell’omonimo album dei Visage e in ultimo ma non in ordine di importanza, la copertine di “Devils in my Details” e “Undeveloped” di ohGr. Guardatele e capirete cosa voglio dire.

MR: Classificando la musica per generi (Rock, AOR, Metal ecc. ecc.) c’è qualche genere che secondo te denota una cura maggiore per la realizzazione dell’artwork dei propri album? O non c’è nessuna correlazione?
SS: Si, tendenzialmente credo che ci debba essere una correlazione; facendo degli esempi, i Cannibal Corpse con la loro zombie apocalypse avrebbero lo stesso impatto se le loro copertine fossero diverse? E gli Iron Maiden? Loro con Eddie hanno creato un vero e proprio culto! Oppure una copertina di un qualsiasi artista di musica leggera (saltando proprio da palo in frasca)? La immaginereste diversamente? Poi ci sono altri gruppi come i Faith No More o i Pink Floyd che se ne sono fregati di seguire un iter lineare e hanno stupito e coinvolto tantissimi fans con la loro originalità. Io penso che la cover sia una sorta di biglietto da visita. C’è anche da dire che per tutto questo bisogna essere consapevoli di dover fare i conti con il proprio pubblico. Se una band è emergente è opportuno che inizi da subito con un artwork accattivante e che la aiuti a farsi strada dando un impatto immediato. Se poi una band storica decide di cambiare è pur sempre un rischio. Sta a fortuna di essere compresi, e questa è anche la prova che i propri fan siano davvero devoti. C’è da scegliere se ci si vuole rappresentare e esprimere il significato del disco o cogliere di sorpresa con una cosa del tutto inaspettata. La correlazione è relativa e dipende da una serie di fattori musico/artistici.

MR: Restringendo di più il campo, c’è qualche band o artista che ritieni non abbia mai sbagliato una copertina di un album?
SS: Si, ce ne sono, e per me sono ad esempio i Chemical Brothers, i KMFDM, I Dream Theater, i Rancid, gli Skinny Puppy , i Pearl Jam e i Korn. Per quasi tutte secondo me i Pink Foyd, i Faith No More (che ho citato prima), Bijork e gli Who.

MR: Domanda classica, la migliore e la peggiore copertina che ti sono capitate in mano e perchè? Non mi va di fare nomi, io sono una blogger e redattrice, non un critico d’arte.
SS: Ci possono essere belle foto o brutte foto, bei quadri o brutti quadri ma è una cosa tecnica. Non si possono giudicare i gusti. Il mondo dell’arte non ha confini, la cosa importante è sentirsi ben rappresentati dall’immagine. Se l’artista o la band sono contenti così allora va bene e buon per loro! Se proprio devo dire la mia, personalmente non amo le ripetizioni, ovvero quelle con i soliti faccioni in primo piano, le foto delle band che si ripetono per tutta la loro discografia oppure il semplice nome con il titolo del disco; la cover secondo me deve sfruttare al massimo l’impatto visivo e deve essere accattivante. Aggiungere un dettaglio o un particolare secondo ne rende tutto più interessante. Le foto della line-up possono sempre essere inserite all’interno del booklet, ma una cover particolare aiuta e attira chi la guarda, maggiormente se non si conosce l’artista! Io spesso faccio così quando devo comprare una bottiglia di vino o un libro… Una bella etichetta mi invoglia a provare!

MR: Tra gli Artisti che realizzano copertine e artwork c’è qualcuno che secondo te ha veramente un tocco particolare?
SS: Si, assolutamente! Ce ne sono moltissimi ma mi verrebbe una risposta chilometrica! Per farla breve e per essere sintetica posso citarti Gottfried Helwein che ha curato le cover degli Scorpions, Rammstein e Marilyn Manson (dedicheremo l’intero mese di Aprile a lui), poi Aidan Hughes (Brute!) Che realizza le copertine dei KMFDM, Anton Corbijn, il fotografo degli U2, Storm Thorgerson per le cover dei Cranberrries, Muse, Europe e tanti altri, Christopher Shy che ha disegnato la stupenda copertina dei Coheed And Cambria e il grandissimo Basil Gogos per le copertine dei Misfits. MR: Prediligi copertine prettamente fotografiche o sei più per una maggior elaborazione artistica anche sfruttando strumenti digitali? Diciamo che sono per la minimal art: una bella foto curata e incisiva o un bel disegno. Fine. Non mi piacciono molto le elaborazioni al computer se queste creano un’immagine artefatta e troppo digitale. La post-produzione deve essere lineare e non deve rischiare di prevalere sul lavoro originario. In secondo luogo personalmente non mi attirano immagini troppo pasticciate e piene di particolari. Fanno distogliere l’attenzione dal vero soggetto; ovvio che questo dipende dal messaggio che il musicista vuole trasmettere. Io parlo solo in senso artistico-fotografico. Tutto può essere interessante, senza però strafare e sconvolgere l’intero artwork. Il più delle volte il messaggio viene capito con pochi elementi. Se si continua ad aggiungere elaborazioni vuol dire che a prescindere non è chiaro quello che si vuole esprimere. Come ha detto Sherlock Holmes: “Il tocco supremo dell’artista è sapere dove fermarsi”.

MR: Al di la delle copertine, tanto per farci anche un’idea dei tuoi gusti musicali, c’è un genere musicale che prediligi? Quali sono i tuoi 5 album irrinunciabili?
SS: La prima domanda è facile… Come genere ascolto principalmente Dark, Gothic, Elettronica, Punk e Black Metal sinfonico. Mentre la tua seconda mi mette sempre in crisi… allora, per gli album te ne dico di sicuro due senza dubbi: “Travelling Without Moving” dei Jamiroquai (nonché primo disco che ho comprato) e “Ixnay On The Hombre” degli Offspring che ha segnato la mia adolescenza. Dopodichè si va sul difficile! Non posso sintetizzare in cinque dischi… Posso dirti gli altri miei artisti preferiti di cui adoro tutta la loro discografia, ovvero The Sisters Of Mercy, The Chemical Brothers, Skinny Puppy, KMFDM e IAMX

MR: Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente dal tuo blog?
SS: Siccome il blog è nato neanche un anno fa ed è ancora cuccioletto ti dico che la novità sarà la costanza nelle recensioni e ci saranno tantissime nuove copertine; abbiamo moltissimo materiale. Verranno dedicati mesi per un singolo cantante/band o a uno stesso artista che ha creato delle covers. Seguiteci, ci saranno davvero delle pubblicazioni interessanti! MR: Grazie per questa chiacchierata e a presto! Grazie ancora a te per aver dedicato uno spazio al mio progetto, questa é la mia prima intervista! Credo moltissimo in questo blog, spero che aumentino i lettori e di ricevere molte mail e suggerimenti sulle copertine! Dico a tutti voi, se avete una band, siete musicisti o volete semplicemente segnalare una cover interessante di inviarmi una mail all’indirizzo artovercovers@gmail.com e provvederò a pubblicarla! Per essere sempre aggiornati sulle nuove recensioni, vi invito a mettere il like sulla pagina di Facebook: https://www.facebook.com/artovercovers Se invece volete vedere i miei lavori artistici questo è il mio sito internet: http://www.shifter.it. E’ appena uscito inoltre Janus, il primo libro con le mie illustrazioni da cui sono stati ispirati i racconti degli scrittori Alessandro M. Colombo e Leonardo Marzorati. Ciao a tutti e grazie per la vostra attenzione, alla prossima!

© 2015, Denis Abello. All rights reserved.

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