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Joe Bonamassa – Different Shades of Blue – recensione

23 Marzo 2015 6 Commenti Nico D'andrea

genere: Blues Rock
anno: 2014
etichetta: Provogue Records

Tracklist:

01. Hey Bay (New Rising Sun)
02. Oh Beautiful !*
03. Love Ain?t A love Song
04. Living On The Moon
05. Heartrache Follows Wherever I Go*
06. Never Give All Your Heart*
07. I Gave Up Everything For You,?Cept The Blues
08. Different Shades OF Blue*
09. Get Back My Tomorrow
10. Trouble Town*
11. So,What Would I Do

* migliori pezzi

Formazione:

Joe Bonamassa - Chitarre e Voce
Reese Wynans - Organo e Piano
Anton Fig - Batteria e Percussioni
Carmine Rojas - Basso
Michael Rhodes - Basso

Ospiti:

Lenny Castro - Percussioni
Doug Henthorn - Cori
Melanie Williams - Cori
Lee Thornburg - Tromba e Trombone
Ron Dziubla - Sax
Bovaland Orchestra - Archi

 

Comprendere il motivo per il quale la musica di Joe Bonamassa ancora oggi non raccolga ampi consensi in ambito Hard Rock non è poi così difficile.
Il nome del cantante-chitarrista newyorkese è spesso rimasto colpevolmente confinato all’interno del circuito blues, generando una sorta di prevenzione da parte di chi ricerca sonorità più moderne e “Wattate”.
Praticamente la stessa audience che (in totale buona fede) ignora il nuovo corso inaugurato da Joe nel lontano 2006, all’inizio della proficua collaborazione con il noto producer Kevin Shirley.
Dopo il rodaggio in “You and Me” la coppia estrae con “Sloe Gin” (2007) la prima vera gemma da quella che diventerà una vera e propria miniera per gli esploratori del Rock Blues più arcigno.
Disco dopo disco grazie al suono super amplificato della sua sei corde ed i sempre più frequenti inserti acustici,il sound assume forti tinte Hard Rock portando allo scoperto l’altra grande passione di Bonamassa : I Free ed i Bad Company del suo idolo Paul Rodgers.
Dopo una decina di album in studio e svariati live,questo Different Shades Of Blue rappresenta un nuovo capitolo nella carriera di Joe che decide per la prima volta di incidere un’intero album di brani inediti, senza più ricorrere all’utilizzo di cover songs (come da tradizionale capitolato blues).
Con l’ausilio di alcuni songwriters di Nashville e di un certo Johnatan Cain, sfodera un’impressionante sequenza di brani capaci di demolire il repertorio di qualsiasi rock outfit contemporaneo.

Oh Beautiful apre con un vorticoso riff degno dei migliori Black Country Communion ma è il consueto originale inserimento di ricercati particolari sonori a rendere affascinante ogni pezzo (come stare fermi al ritmo delle suggestive percussioni di Lenny Castro nella seconda parte del brano?).
Da Love Ain’t A Love Song alla quinta traccia Heartache Follows Wherever I go (titolone blues!) spazio ad una trascinante sezione fiati ma con la chitarra di Joe naturalmente sempre in evidenza. Qualcuno ha nominato gli Aerosmith di Permanent Vacation?
Never Give All Your Heart è un brivido original-Bad Company con intermezzo pianistico d’altri tempi (e sapete quali?).
L’intro con la 12-corde della title track ci trasporta nella grande tradizione americana. Una ballata con un refrain già destinato a scalare le charts (ahi noi d’oltreoceano).
Il dialogo iniziale tra batteria e basso in Trouble Town pare tratto da una pagina del grande libro del blues con un’irresistibile ritmo pilotato dal solito magistrale riff di Joe.
In chiusura So What I Would Do, una insolita ballad pianistica che potrebbe addirittura sciogliere i vostri cuori di pietra.

IN CONCLUSIONE

Chi (come scritto all’inizio) cerca sonorità più moderne sappia che ancora una volta la produzione di Kevin Shirley si rivela come una delle più all’avanguardia che attualmente si possano ascoltare.
Preservare la spontaneità e la genuinità analogica di un suono così atavico nell’era della tecnologia, sfruttando la tecnologia stessa, non è cosa semplice.
Questa è la musica di Joe Bonamassa (e Kevin Shirley): Cuore, tecnica, cura dei dettagli, tecnologia, ma no, cosa scrivo! Tanto Bonamassa suona solo blues!.

 

© 2015 – 2018, Nico D’andrea. All rights reserved.

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