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Recensione

70/100

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Allen Lande – The Great Divide – recensione

29 Ottobre 2014 41 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Metal
anno: 2014
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Come Dream With Me *
02. Down From The Mountain *
03. In The Hands Of Time
04. Solid Ground
05. Lady Of Winter
06. Dream About Tomorrow *
07. The Hymn To The Fallen
08. The Great Divide
09. Reaching For The Stars
10. Bittersweet *

migliori pezzi

Formazione:

Jorn Lande - Voce
Russell Allen - Voce
Timo Tolkki - Chitarra, basso, tastiere
Jami Huovinen - Batteria

 

E’ un po’ come se la tua cara sorellina che tu adori (Russell Allen e Jorn Lande) ti invitasse a cena, dopo che ha rotto con il suo vecchio fidanzato che tu adoravi (Magnus Karlsson), per farti conoscere la sua nuova fiamma che a te in realtà è sempre stato un po’ sulle balle (Timo Tolkki)… e finisce che passi una serata divertente!
Non te l’aspettavi eppure è successo, tutto sommato te ne torni a casa soddisfatto, rimpiangi un po’ il vecchio fidanzato, anche se il nuovo si è dimostrato meno noioso di quello che pensavi e poi diciamocelo, in fondo l’importante è che la tua sorellina sia felice!
Ecco, diciamo che il paragone calza (forse 😀 ) abbastanza… mi sono trovato assolutamente prevenuto verso questo nuovo progetto che vede per la quarta volta (The Battle – 2005, The Revenge – 2007, The Showdown – 2010) l’unione di forze tra due cavalli di razza del metal e hard rock mondiale come Russell Allen (Symphony X, Star One, Avantasia) e Jorn Lande (Jorn, Masterplan, Avantasia, Ark).
Questa volta però cambia il direttore d’orchestra e se prima a dirigere le scene era Magnus Karlsson (Primal Fear) ecco che in questa nuova incarnazione troviamo con la bacchetta in mano Timo Tolkki (ex Stratovarius, Timo Tolkki’s Avalon).

Si parte con la musica e la mia paura peggiore era che con l’entrata di Tolkki si passasse ad un sound molto più power e semplice rispetto al suono sinfonico, ricco ed equilibrato che fu trademark dei progetti a firma Magnus Karlsson. Infatti è proprio così, ed il tocco Stratovariusiano è nettamente forte già nella introduttiva Come Dream With Me che risulta subito di una semplicità disarmante… eppure funziona. Il pezzo resta subito in mente e lascia campo alle due voci di mettersi in mostra come non mai.
Proprio questa sarà secondo me la carta vincente del proseguio di questa opera, il suo modo di essere più diretto e semplice lascia che l’ascolto si concentri sulla prova vocale dei due fuoriclasse che sono i veri punti forti di questo The Great Divide.
Down From The Mountain conferma le prime impressioni, un suono possente che ancora una volta riesce a risultare confortevole per i padiglioni auricolari di chi conosce lo stile di Tolkki, e ancora una volta sono le voci a dettare legge.
Ci si muove ancora bene sulle note di In The Hands of Time, mentre Solid Ground inizia a perdere qualche colpo e sulla pur carina Lady Of Winter un po’ si inizia a notare qualche mancanza di idee e uno stile fin troppo ripetitivo. Per fortuna con Dream About Tomorrow l’attenzione si sposta nuovamente nella giusta direzione ed il pezzo risulta incisivo e riuscito piazzandosi con le due song iniziali all’apice di questo The Great Divide.
La vera mazzata arriva però con il trittico The Hymn To The Fallen, The Great Divide e Reaching For The Stars che mi sembrano cercare, senza riuscirci, di ricalcare un pò i fasti delle precedenti produzioni a firma Karlsson in cui i pezzi in cui chitarra, tastiere e voli pindarici si rincorrevano mettendo un po’ in secondo piano le voci. Se sulle prime l’iniziale The Hymn To The Fallen sembra riuscire in parte a dare un’aura più sinfonica, ancestrale e ricercata e l’assolo di The Great Divide è un bel gioiellino, ben presto ci si rende conto che questo non è proprio pane per Tolkki e i pezzi tendono a perdersi su ritornelli eccessivamente ripetuti ed un songwriting prolisso e poco ispirato.
Si chiude invece con maestosa grandezza sulle note del potente lento Bittersweet, in grado di emozionare grazie soprattutto alle due voci veramente che sanno smuovere le emozioni di chi si trova a portata di orecchio. Notevole.

IN CONCLUSIONE

Mi sono divertito! Non posso sinceramente dire che sia un album che verrà ricordato negli annali, se non per aver visto il cambio in sala di regia tra Karlsson in favore di Tolkki, ma il risultato finale è sicuramente migliore di quello che pensavo.
Ho amato alla follia i primi due lavori a titolo Allen / Lande e ammetto che si iniziava a sentire un certo calo sul terzo. Almeno qui si può dire che ci sia stata l’entrata di una ventata di novità. Certo a ben vedere manca il tocco regale, ispirato e ricercato di Karlsson che cede il passo al power facilone e diretto di Tolkki, ma se lo si prende per quello che è su pezzi come Dream With Me, Down From The Mountain, Dream About Tomorrow è impossibile non divertirsi.
Tornando al paragone fatto all’inizio, se prima a cena si parlava di argomenti eruditi, cinema d’essai e progetti dal sapore rivoluzionario ora ci si ritrova a parlare di calcio, cinepanettoni e delle prossime vacanze… questo non vuol dire che deve essere per forza una serata non riuscita, anzi… e in fondo noi siamo li solo per la nostra cara sorellina (comunque si, un po’ mi inquieta pensare a Russell Allen e Jorn Lande come ad una dolce ragazza dai capelli dorati)!!!

© 2014 – 2016, Denis Abello. All rights reserved.

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