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Saracen – Redemption – Recensione

14 Settembre 2014 8 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Symphonic Hard Rock
anno: 2014
etichetta: Escape Music

Tracklist:

01. Rocamadour
02. Reacher
03. Give Me A Sign
04. Geraldine
05. Swords Of Damascus
06. Road To Yesterday
07. Crusader
08. Catch The Wave
09. More Than Missing You
10. Redemption (On The 6th Day)
11. You & I
12. Let Me See Your Hands
13. Ready To Fly

Formazione:

Steve Bettney (voce)
Rob Bendelow (chitarra)
Simon Roberts (chitarra)
Paul Bradder (tastiere)
Paul Highfield (basso)
Tris Alsbury (batteria)

 

“Cosa potrei ascoltare oggi?! Vorrei un po’ di hard rock, magari epico, sinfonico, denso di melodie accattivanti, suoni classici, vocalità anni settanta.. mmm, sì, potrei proprio mettere nello stereo l’ultimo dei Saracen!”

Eh si, cari lettori, proprio così! Tra pochi giorni, il 19 settembre, uscirà per la Escape Music il nuovo album di questa storica formazione inglese (fondata nel 1976 a Matlock), intitolato Redemption. Un ritorno alle origini, con una tracklist di spessore, fatta di un misto di pezzi epici, brani heavy rock e alcune ballate davvero mozzafiato.

Curato dalle mani esperte di Tommy Hansen presso i Jailhouse Studios in Danimarca, e forte delle (ottime) rivisitazioni di due classici della band, ovvero Crusader e Ready To Fly (entrambi targati 1981), il platter pare davvero frutto delle registrazioni primordiali del combo, con un sound d’annata che sa un po’ di Uriah Heep, un po’ di Rainbow, un po’ di Asia, Bad Company, Deep Purple, etc, etc, che saprà riscaldare i cuori degli appassionati di hard rock classico, epic rock, meldico, e non solo. Dominato dal tappeto di tastiere anni ’70 di Paul Bradder, e dal riffing eccezionale del duo di chitarristi Rob BendelowSimon Roberts, Redemption profuma l’aria di atmosfere eroiche e di battaglia, nonostante per la prima volta nel recente passato storico di questo gruppo non ci troviamo di fronte a un concept album.

Eh no, oggi sono più di una le storie da raccontare, seppur il filone lirico e compositivo tenda ad apparire apparentemente lo stesso per tutta la durata del disco. Da qui nasce una maggiore varietà, ben più marcata rispetto al passato, tanto che (come detto in introduzione) potremo godere del talento vocale di Steve Bettney al lavoro su una diversità di brani non indifferente, che spazia dalla ballata o lento, fino ad arrivare alla pura cavalcata hard rock, massiccia e pomposa. Insomma, si ha qui pane per tutti i denti, partendo dal massiccio heavy rock di Swords of Damascus, Ready to Fly, Redemption, giungendo fino al tono rilassato, iper-melodico, di Catch The Wave, Road To Yesterday e More Than Missing You, e alla superba melodia della ballata (in duetto) You & I.

IN CONCLUSIONE

Solido, antico, massiccio e vario, Redemption è sicuramente uno degli album migliori della carriera dei Saracen, persino superiore a quel Marylin denso di ospiti e di rock melodico che nel 2011 tanto avevo personalmente apprezzato. E’ questo un disco che riporta la mente indietro negli anni, all’era dell’hard rock epico e sinfonico anni settanta e ottanta, con stile e qualità. Credo meriti una chance. Fate voi..

© 2014 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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