Michael Sweet – I’m Not Your Suicide – Recensione

Sesto studio album per Michael Sweet, che dopo la grande esibizione con gli Stryper al Frontiers Rock Festival e al nuovo lavoro targato Stryper ci delizia con questo nuovo I’m Not Your Suicide. Per il cantante questo è un periodo molto profilico; dall’uscita di quest’ultimo lavoro, alla sua nuova autobiografia, agli impegni live con gli Stryper… ma tutto questo non ha assolutamente tolto creatività o freschezza al full lenght, regalandoci ottime canzoni che spaziano dall’hard rock più “metal oriented” a quello più “soft”….I’m Not Your Suicide è anche arricchito di numerosi ospiti, a partire da Tony Harnell,passando per Doug Aldrich, Chris Jerico e dalla figlia minore di Dave Mustaine, Electra. I musicisti che hanno collaborato sono artisti del calibro di Kenny Aronoff alle pelli, Paul McNamara al piano e tastiere, Pete Adams alle chitarre e John O’Boyle al basso.

L’album mostra una grande versatilità, partendo dall’hard rock melodico delle prime song, Taking On The Wind in duetto con Tony Harnell e la più soft All That’s Left; entrambi dotate di ritornelli ariosi e melodici dove la voce di Michael svetta in ogni singola nota. The Cause calma gli animi ma non riesce a lasciare il segno, risultando lenta e prevedibile. This Time,in duetto con Kevim Max, è la prima ballad, fuori dagli schemi classici di Sweet e soci col suo incedere lento, ma il ritornello coi cori riesce a coinvolgere grazie anche alla strepitosa interpretazione di Michael. I’m Not Your Suicide parla di speranza ed è molto “Stryper”nel refrain anche se in versione più rock e meno metal. Perfetta come titolo dell’album e primo singolo, la canzone racchiude tutta l’essenza del lavoro con chitarre melodiche e la solita grande voce. Coming Home è forse il pezzo più bello dell’intero album. Atmosfere AoR con chitarre slide e acustiche e un ritornello riuscitissimo. Una perla. Miles Away parte con una chitarra acustica per poi esplodere in un riff elettrico potente ed un refrain ipermelodico mentre Strong ritorna ad esprimere il lato più melodic rock di Michael; bei riff e grandi ritmiche per un’altra ottima canzone. How To Live è LA ballata. Il lento incedere del pianoforte, la voce bassa e calda di Sweet…l’intro di batteria che tiene dolcemente il tempo e l’esplosione di strumenti sancisce una canzone deliziosa… Heart Of Gold, cover di Neil Young appare in questa versione con la sola voce di Sweet prima e come ultima traccia in duetto con Electra Mustaine. La differenza è minima se non fosse per la bella voce della figlia di Dave che ci ha colpito positivamente. La canzone ricorda molto le ritmiche rock anni 90, ma è la slide guitar che ci porta su sentieri più country fino all’assolo elettrico e rock….bella… Anybody Else pigia sull’acceleratore col suo rock n roll con grandi chitarre e riff più cattivi….Unsuspecting chiude con un metal degno degli Stryper, tempo veloce, chitarre che graffiano e melodie superbe!Il falsetto sul refrain ci ricorda che Michael Sweet è ancora uno dei migliori rocker in circolazione…

IN CONCLUSIONE:

Chi cerca un album clone degli Stryper stia lontano da questo lavoro, chi adora la voce di Michael Sweet corra invece a comprare il disco al più presto possibile. Questo full lenght dimostra come la voce di Sweet riesca ad adattarsi dal hard rock all’AoR al metal senza nessun tipo di problema…

Chris Lyne (Mother Road, Soul Doctor) – intervista

chris_lyneHo sempre apprezzato il lavoro di Chris Lyne come chitarrista, prima con i Soul Doctor ed ora ammetto anche con il sound dal tratto rock blues dei suoi Mother Road (qui la recensione).
E’ stata però una vera sorpresa trovarsi di fronte un personaggio diretto, schietto e simpatico come si è rivelato essere Chris in questa breve intervista! 😉

Denis Abello

Intervista a cura di Denis Abello

english version

chris_lyne_mother_roadMR: Grazie Chris per questa intervista e complimenti per quanto fatto con i Mother Road!
CL: Grazie a te Denis per questa intervista e ancora grazie per le tue belle parole. Felice che ti piaccia il nostro gruppo e la nostra musica!

MR: Parliamo subito dei Mother Road! Come e quando è nata l’idea di questa band e da qui come è nata la tua collaborazione con Keith Slack?
CL: Quando l’idea di questa band è nata io ed il mio manager abbiamo iniziato a cercare un cantante, subito dopo aver lasciato i Soul Doctor. Abbiamo ricevuto un sacco di provini da molti ragazzi talentuosi, ma volevo di più che un cantante rock blues con il giusto feeling e sentimento per questo genere di musica. Tuttavia, nessuno di questi cantanti davvero si adattava alla band. Il mio manager poi mi ha fatto sentire alcune canzoni della band STEELHOUSE LANE e mi ha chiesto cosa ne pensavo del cantante.
Mi è piaciuto subito, ma Keith mi ha fatto letteralmente impazzire quando ci siamo imbattuti in un bootleg della sua vecchia band MUDPIE. Lo abbiamo contattato subito. Gli ho mandato due canzoni che gli sono subito piaciute. Due giorni dopo, mi ha restituito una canzone e ancora una volta sono saltato sulla sedia! Mi sono reso conto immediatamente che avevamo la stessa chimica per il songwriting, come mai mi era accaduto in passato in fase di songwriting! Keith ha sicuramente nel suo sangue il giusto feeling e tutto ciò che è necessario per questo genere di musica. Lui canta e si esibisce nella sua lingua madre ed è cresciuto dove ZZ Top, Gallagher e i Winter Brothers sono nati, il che la dice lunga! La sua voce è un dono dal cielo e lui è uno dei più talentuosi musicisti che abbia mai incontrato nella mia vita!

MR: Puoi darci anche due informazioni su come si è poi completata la band? In formazione, e ne siamo fieri, c’è anche il nostro Alessandro Del Vecchio, come siete arrivati a questa formazione definitiva?
CL: Ha ha ha…… gli Italiani 😉
Keith e io abbiamo iniziato uno scambio di idee su quali musicisti ci sarebbe piaciuto avere nella nostra nuova band, e che ci avrebbero potuto impegnarsi onestamente e sinceramente per la band. Noi stavamo mettendo insieme un ‘gruppo’ e non un altro ‘progetto’ come si fa spesso al giorno d’oggi.
Sì, Ale è un bravo ragazzo ed è un suonatore di Hammond infernale, ed un gran cantante e produttore! Comuqnue tutti i ragazzi della banda sono incredibili! Il mio amico di lunga data Zacky è un batterista mostruoso di classe mondiale, e Franky è uno dei migliori bassisti per me. Ho lavorato con loro due in un sacco di progetti in passato. Con Zacky ho suonato a lungo nei SOUL DOCTOR e Franky ha condiviso un sacco di lavoro in studio con me. Sapevo quanto fosse difficile trovare un buon suonatore di Hammond e pianista, quando abbiamo dato vita ai Mother Road. Ho chiesto a Ale se lui sarebbe stato interessato a suonare con noi. In qualche modo ho avuto fortuna e ha detto sì. Sembra che gli piacesse quello che aveva sentito 😉
Sono molto felice e onorato di suonari con così tanti musicisti di talento e persone così umili!

MR: Drive parla la lingua dell’Hard Rock Blues, come mai questa scelta stilistica?
CL: Bene, credo che la migliore musica rock è stata scritta negli anni 70. A mio parere, quel tempo era pieno di incredibili e prolifici cantautori. Questo è ciò che mi sforzo di essere più di tutto al momento. Voglio dire, sì deve padroneggiare il proprio strumento, ma in definitiva si tratta di canzoni. Solitamente non mi piace separare la musica Rock in stili. Penso che una buona canzone è una buona canzone, e una buona produzione è una buona produzione. Non ho mai provato a suonare o copiare qualcuno. L’unica cosa che voglio è quello di scrivere un autentico album con grandi canzoni!
La musica viene dal mio cuore. La chimica tra me è Keith è stata giusta, pensiamo e sentiamo allo stesso modo quando si tratta di scrivere canzoni.
MOTHER ROAD è un gran insieme di musicisti talentuosi ed esperti e tutti hanno aggiunto il proprio stile alle canzoni, e questo ha creato un nuovo sound nostro senza negare le nostre influenze.

MR: Come si è sviluppato l’album e come sono nati i pezzi che lo compongono?
CL: Keith e io ci sentivamo via telefono o skype e usavamo internet per scambiarci le parti e lavorare sugli arrangiamenti. Entrambi Possediamo uno studio dove possiamo registrare e comporre. La chimica e le idee erano tutti sullo stesso livello per intenderci. Il processo di songwriting funzionava bene sia che fossimo in paesi differenti che nella stessa stanza. Il motivo è
che io e Keith abbiamo un gran feeling nello scrivere insieme ed è raro oggi giorno.
Normalmente io non sono un fan del comporre a lunga distanza e mi piacerebbe poter discutere faccia a faccia, ma non è sempre fattibile. Speriamo che nel prossimo futuro possa accadere. OK, torniamo alla tua domanda. Keith dopo è venuto a Berlino per quattro settimane e abbiamo completato il processo. Un paio di canzoni sono state scritte in studio e abbiamo registrato il resto dell’album. Poi è andato in Italia e ha visitato Ale nel suo studio, dove abbiamo registrato le parti di Hammond e alcuni cori. Tornato a Berlino ho aperto le mie orecchie e abbiamo finito il mix. La mia ricetta per “DRIVE” è stato un vero Blues band rock da primi anni 70, parecchie evidenti influenze dai membri della band e un pizzico di ciò che è attuale in stile e produzione. Il resto è storia… LOL

MR: Quale ritieni sia il pezzo che più ti rappresenta o a cui ti senti più legato di Drive?
CL: Ad essere onesto, questa per me è una domanda molto difficile a cui rispondere. Sai, adoro tutte le canzoni, sono tutte le mie bambine 😉 Quando ascolto non sento una canzone brutta. È importante per me non dare ai fan un brano riempitivo o un album debole, ma dare il massimo per i soldi che spendono. OK, penso che le canzoni che abbiamo scritto insieme nella stessa stanza, mi hanno regalato maggiori feeling e sensazioni più speciali. Come esempio “FEATHER IN YOUR HAT”, una killer song con un groove incredibile e soulfull con un incedere incredibile. “DRIVE ME CRAZY”, ha davvero grande coro. “THESE SHOES”, incredibile voce soul, grande melodia, fantastico Hammond. “THE SUN WILL SHINE AGAIN”, un fantastico rock con un buon messaggio e tutte le infuenze dei primi LED ZEPPELIN, FREE e WHITESNAKE. Solo per citarne alcuni… LOL

MR: Pensi che ci sia la possibilità di vedere dal vivo i Mother Road prossimamente?
CL: Spero presto, non vedo l’ora di prendere questa band e portarla sulla strada!!! MOTHER ROAD è una rock band con ragazzi che suonano appassionatamente “la merda fuori i loro strumenti” (letteralmente nell’intervista ha detto “the shit out of their instruments”… LOL… n.d.r.), e che non può aspettare di salire sul palco e far muovere i propri culi! Sicuramente non siamo solo un gruppo da studio o un progetto!!! Ci sono ancora molti fan di questo genere di musica là fuori e noi vogliamo dargli quello che gli è mancato in tutti questi anni. Sarà un esplosione!

MR: Come vedi il panorama attuale per la musica e quanto ritieni sia difficile per una nuova band riuscire ad affermarsi?
CL: VERAMENTE DURO RAGAZZO!! Troppe etichette e promoters stanno puntanto su vecchi nomi conosciuti e stanno alimentando queste vecchie band con troppo denaro puntando poco sui nuovi artisti. A mio parere, molti di questi gruppi ultimamente hanno pubblicato album davvero deboli e le loro esibizioni dal vivo sono miglia di distanza dalla classe che hanno avuto nei loro tempi migliori. Ci sono tante nuove band di talento che si fanno il culo cercando di ottenere qualche riconoscimento. Stiamo parlando di musica e arte, mi dispiace, ma investire in talento è più importante di fare qualche facile guadagno. Abbiamo lavorato duro per questo album. Abbiamo sacrificato il nostro tempo e il nostro conto in banca per la nostra passione e il sogno e il feedback è stato a dir poco incredibile! Sono così non all’altezza, ma grato e felicissimo per la risposta da parte dei fans, della stampa e della critica. Siamo in sesta posizione nella classifica di vendita di Amazon USA, credo non così male per una nuova band 😉 … mai nei miei sogni più selvaggi avrei pensavo di ottenere una risposta simile.

MR: Domanda sul tuo passato… qua e la in Drive si sente qualche tuo tocco alla Soul Doctor. Cosa puoi raccontarci di quel periodo?
CL: influenze SOUL DOCTOR?… LOL… Denis, Ho scritto più di 50 canzoni per la band e penso che il suono della band rispecchiasse un sacco il mio essere (giuro che in questo momento mi sono sentito un vero idiota per la domanda fatta… LOL… Denis). “DRIVE” riporta gli ascoltatori agli anni 70 guidati dal suono dell’Hammond e all’era dell’hard rock guitar-oriented. La musica in Mother Road è molto più autentica e influenzata dal blues. La Musica è sempre stata la voce e il suono della mia Anima e ora mi sento in pace con me stesso musicalmente parlando!
Ok, torniamo alla seconda parte della tua domanda. Ho passato 12 grandiosi anni con i Soul Doctor, ho girato in tutto il mondo e ho suonato nella maggior parte dei grandi festival. Ho imparato molto sul business e ho avuto momenti belli e momenti brutti. A volte però è tempo di mettere fine alle cose e proseguire per la propria strada. Tuttavia, questo è un periodo che non mi manca.

MR: E’ il tuo momento, cosa vuoi dire ai fans Italiani?
CL: Certamente, sono venuto in Italia tante volte personalmente o suonando su qualche palco. Amo il paese e le persone (soprattutto le ragazze…LOL). Scherzi a parte, vorrei veramente ringraziare ogni persona che ha sostenuto tutti i miei sforzi nel corso degli anni! Mi sento molto onorato e grato di avere una manciata di persone che amano quello che faccio come musicista. Sia che ci siano 3 persone o 3000 nel pubblico quando suoniamo, io so solo che sono grato e tutto questo grazie a te. Non vedo l’ora di vedervi tutti presto!
CIAO, Chris

MR: Grazie ancora infinitamente per questa intervista!
CL: Devo dire grazie a te Denis per questa intervista e per il vostro sostegno!

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Christian Wolff ci ha lasciati…

Christian_wolffTriste notizia quella che ci ha raggiunti oggi, purtroppo Christian Wolff, conosciuto chitarrista nel panorama melodic rock attuale è mancato ieri per colpa di un tumore.
Christian ha collaborato nella sua carriera con nomi quali quelli di Fergie Fredericksen, Johnny Lima, Mecca, Rob Moratti, Issa, Chris Antblad, On the Rise e molti altri…

MelodicRock.it vuole ricordarlo con questo pezzo di Johnny Lima in cui Christian interpreta il solo di chitarra…



Captain Black Beard – Before Plastic – recensione

Dal cuore pulsante del Melodic Rock Europeo, cioè la Svezia per chi se lo fosse chiesto, arriva una band che fa del puro e sano Rock patinato e oliato vecchio stile U.S.A.! I Capitan Black Beard si sono fatti un nome con il loro debutto che riuscì a far alzare l’attenzione verso il loro nome, e a distanza di qualche anno il Capitano Barba Nera da buona tradizione marinaresca tenta il colpaccio per dimostrare che la qualità non manca e che il debutto non fu solo frutto di fortuna e guascona pirateria ma di pura bravura!
Bene, diciamo che a dare un’occhiata a questo plattern i presupposti non mancano. Dallo stile proposto che come dicevamo va a scavare in un bel rock / hard rock di matrice U.S.A. che in più di un’occasione strizza l’occhio ai Kiss per arrivare ad una serie di guest di ottimo livello quali Bruce Kulick (che guarda caso è un ex-KISS ma ha fatto parte anche dei Grand Funk Railroad e Union), Tommy Denander (Imperia, Radioactive) e Mats Karlsson (220 Volt, The Summit) e per finire diciamolo gioca su una band di qualità.

Continue…

Uriah Heep – Outsider – Recensione

 

I leggendari Uriah Heep sono ritornati nei negozi il 6 giugno con il loro nuovo album Outsider, ancora una volta affidandosi al made in Italy di prestigio della Frontiers Records.

Di fronte a una band fondamentale e conosciutissima come questa, e certo che questo disco già figuri da tempo nelle vostre collezioni, non mi dilungherò in alcun modo nella descrizione dello stile del gruppo, balzando direttamente all’analisi delle undici, sensazionali, canzoni qui contenute.

Primo lavoro del gruppo a presentare tra le fila il bassista Dave Rimmer, entrato nel gruppo dopo il doloroso decesso di Trevor Bolder, il platter parte a mille con una traccia capolavoro come Speed Of Sound che, dopo un minuto di strumentale introduzione, accelera cavalcante tra chitarre e tastiere, fino a brillare su un ritornello corale, melodico, da antologia del genere. Parimenti sensazionale, One Minute ha un inizio soffuso e delicato, affidato tutto alla bellissima voce di Bernie Shaw, che lascia poi spazio a un perfetto brano in stile Ken Hensley, con un nuovo refrain da cardiopalma, tra tastiere in rilievo. Un po’ più sostenuta, The Law mette ben in risalto la bravura del nuovo bassista, che ha poi subito occasione di rimettersi in luce con la title track The Outsider, nella quale affianca alla perfezione la roboante batteria Russel Gilbrook, su un pezzo rapidissimo, quasi metallico, ai limiti del sinfonico, e con un riffing inarrestabile. Continue…

Age Sten Nilsen’s Ammunition, disponibile il primo pezzo Tie Me Down

age_sten_nilsen_ammunition-2014
L’ex Wig Wam e attuale voce dei Nordic Beast, Age Sten Nilsen, presenta il primo pezzo della sua nuova band Ammunition. Tie Me Down, estratto dal prossimo album SHANGHAIED è da oggi disponibile attraverso le più diffuse piattaforme digitali.

I pezzi di SHANGHAIED sono scritti dallo stesso Age Sten Nilsen con la collaborazione di Erik Mårtensson e Johann Becker.
Gli Ammunition sono:

Åge Sten Nilsen – vocals (Wigwam / NORDIC BEAST)
Hal Patino – bass (KING DIAMOND/PRETTY MAIDS/Nordic Beast)
Robban Bäck – drums (SABATON/Eclipse)
Erik Mårtensson – guitars (W.E.T / Eclipse)
Lasse Finbråthen – keyboards (Wigwam / CIRCUS MAXIMUS)
Jon Pettersen – guitars (Åge’s Queen show/BAD HABITS)

per maggiori informazioni potete seguire la pagina facebook ufficiale degli Ammunition

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Mike Tramp, tutti i dettagli di Museum

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Mike Tramp, ex voce dei White Lion, dopo l’uscita di Cobblestone Street, album intimista semi acustico è pronto a tornare con un nuovo album che seguirà il percorso tracciato dal precedente e che si intitolerà Museum.

Museum è prodotto da Soren Andersen e registrato e mixato ai Medley Studios di Copenhagen e sarò rilasciato il 18 agosto via Target Records.

michael_tramp_museum_artwork

Museum Tracklist

01 Trust In Yourself
02 New World Coming
03 Down South
04 Better
05 Freedom
06 Commitment
07 And You Were Gone
08 Slave
09 Mother
10 Time For Me To Go

Il primo singolo e video estratto da questo suo nuovo lavoro è Trust In Yourself



per maggiori informazioni:

http://miketramp.dk

Miracle Master, il video di Come Alive



I Miracle Master hanno presentato il loro nuovo video Come Alive estratto dal loro album di debutto Tatooed Woman (qui la recensione). I Miracle Master sono Oliver Weers (OLIVER WEERS BAND) – voce, Aki Reissmann (ex-PUMP, DOWNSPIRIT) – chitarra, Selly Bernhardt (ex-PUMP, TALES OF SORROW) – chitarra, Andy Minich (ex-PUMP, UNFROYND) – batteria, Michael Vetter (ex-PUMP, CHINCHILLA) – basso

Richie Sambora – Live In Berlino 2014 –

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Richie Sambora – Live @ Huxleys, Berlino 2014 –

Rieccoci, dopo due anni dall’ultima data a Berlino ecco tornare al Huxleys Richie Sambora!
In questi anni il chitarrista dei Bon Jovi (ormai ex?) ne ha passate tante; dall’abbandono dei Bon Jovi durante il tour, alle tante discussioni mediatiche con Jon Bon Jovi, alla nuova chitarrista e fidanzata Orianthi e al nuovo mini tour dedicato all’album Aftermath of the Lowdown, datato proprio 2012.

Il locale si riempe subito all’apertura dei cancelli, e alle 21 puntuale ecco salire sul palco Richie Sambora! Il vestito bianco colpisce subito, ma l’assenza della chitarra stupisce ancora di più…..tutto questo è il preludio all’intro voce-piano A Song For you, cover di Leon Russell. Le prime impressioni sono più che positive; voce potente e brillante, Richie col sorriso sulla bocca e la faccia distesa e tranquilla, cosa che da tempo non si vedeva. Ecco arrivare l’amata sei corde e si inizia con la doppietta Burn The Candle Down e Nowadays dall’ultimo lavoro, una scarica di adrenalina che fa vibrare anche il pavimento! L’intro indimenticabile di organo fa esplodere il pubblico e Lay Your Hands On Me si riscopre con un tocco blues ma con l’immancabile assolo di chitarra che scalda gli animi. Stranger In This Town non ha bisogno di presentazioni e viene cantata da ogni singola persona del pubblico e Richie duetta con Orianthi sprigionando un’energia incredibile. Lo snippet di Rosie, a grande richiesta, continua la potenza sonora e conferma Richie in stato di grazia. Ancora due canzoni da Aftermath… il singolo Every Road Leads Home To You e Sugar Daddy aprono le danze alla canzone solista di Orianthi intitolata You Don’t Know; la voce è buona ma abbastanza anonima, invece la sei corde funziona alla perfezione.
Ancora momento voce-piano con Storybook Love, cover di Willie Deville, dove Richie ha una voce pazzesca, dalle note basse alla voce roca fino ad arrivare in alto….Su I’ll Be There For You il pubblico quasi sovrasta la strumentazione e la canzone si conferma un pezzo di storia dei Bon Jovi (se di questa conferma ce ne fosse stato bisogno…). Ancora Seven Years Gone e Learning How to Fly With a Broken Wings fanno tremare i muri, ma è sulla conclusiva These Days che rimaniamo spiazzati! Intro di Bob Marley con Get Up Stand Up e il primo verso di These Days viene proposto in versione reggae!!! Al momento del ritornello invece esplode la telecaster di Richie mentre l’assolo viene riproposto dal pianoforte! Stranissima versione della canzone ma riuscitissima! Piccola pausa e primo encore con Lean On Me e finalmente Livin’ On A Prayer in versione acustica. La doppia chitarra 12 e 6 corde sprigiona note dolci e spettacolari e Sambora interpreta in modo superbo la canzone….grande…. Takin’A Chance On The Wind riporta freschezza e alla presentazione del gruppo sembra ormai terminata la serata… Ma non è così, il pubblico vuole ancora Richie e viene accontentato da una delle più belle canzoni acustiche di sempre…. The Answer; interpretazione magistrale di Richie, voce calda, pubblico in visibilio….si chiude il concerto con l’intro Bad Company e l’inno Wanted Dead Or Alive per completare una serata stupenda con oltre due ore di musica con la M maiuscola. Unica pecca la totale mancanza di canzoni da Undiscovered Soul…peccato.

IN CONCLUSIONE:

Era da tempo che non vedevo un Sambora così in forma,vocalmente perfetto, felice, spensierato, con dei suoni stupendi e una libertà musicale che forse nei Bon Jovi non voleva(o non POTEVA?)far più emergere.Questo è il Sambora che volevo vedere e sentire……

SCALETTA:

1)A SONG FOR YOU (Leon Russell cover)
2)BURN THAT CANDLE DOWN
3)NOWADAYS
4)LAY YOUR HANDS ON ME
5)STRANGER IN THIS TOWN
6)ROSIE (long snippet)
7)EVERY ROAD LEADS HOME TO YOU
8)SUGAR DADDY
9)YOU DON’T KNOW (Orianthi sing)
10)STORYBOOK LOVE (Willy DeVille/Mark Knopfler cover)
11)I’LL BE THERE FOR YOU
12)SEVEN YEARS GONE
13)LEARNING HOW TO FLY WITH A BROKEN WING
14)THESE DAYS

Encore 1:
15) LEAN ON ME (featuring the five finalists for the Opening Act Contest in Berlin – Richie couldn’t decide a winner so all the finalists got to perform one song to open and then all joined him on stage together for this encore)
16) LIVIN’ ON A PRAYER (acoustic version)
17) TAKIN’ A CHANCE ON THE WIND

Encore 2:
18) THE ANSWER
19) BAD COMPANY / WANTED DEAD OR ALIVE

 

LINK FOTO:

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