LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Recensione

70/100

Video

Pubblicità

AOR – The Secrets of L.A. – recensione

19 Dicembre 2013 21 Commenti Denis Abello

genere: AOR / Westcoast
anno: 2013
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01. Deep Whirlpool (Fergie Frederiksen) *
02. Stage Struck (Jeff Scott Soto)
03. Secrets In The Shadows (Jim Jidhed)
04. Back To San Francisco (Bill Champlin)
05. Out Of The Past (Bob Harris)
06. The Name Of The Game (Robin Beck)
07. Web Of Lies (Göran Edman) *
08. Hollow Triumph (Mikael Erlandsson) *
09. The Main Attraction (Bob Harris)
10. Voices In The Wind (Tamara Champlin) *

* migliori canzoni

Formazione:

Fergie Frederiksen - voce
Jeff Scott SOto - voce
Bill Champlin - voce, cori
Jim Jidhed - voce
Robin Beck - voce
Göran Edman - voce
Mikael Erlandsson - voce
Bob HARRIS - voce
Tamara Champlin - voce
Frédéric Slama - chitarre, tastiere
Tommy Denander - chitarre, basso, tastiere, batteria
Pat Thern - cori
Ken Sandin - cori
Dane Donohue - cori
Alessandro Del Vecchio - cori

 

Chiariamo subito, è un parere personale, ma l’Artwork di questo lavoro è veramente bruttino! So che non è proprio questo che conta in un album, però se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, qui siamo messi abbastanza male. Graficamente una cosa non proprio all’altezza da proporre come prodotto “professionale”.
Bene, dopo questo sfogo dovuto all’orticaria scatenata dalla vista di un prodotto che graficamente può essere definito, a voler esser buoni, non proprio all’altezza, eccoci finalmente a parlare di questa dodicesima fatica a portare il nome quantomai esplicativo di AOR che vede in sala di regia un personaggio di spessore quale Frédéric Slama.
La ricetta proposta dal moniker AOR è quella di una decina di pezzi dal forte appeal tra l’AOR ed il Westcost eseguiti da una serie di ospiti d’eccezione che nel caso specifico di questo The Secrest of L.A. posso vantarere il nome veramente importante di artisti quali Fergie Frederiksen, Jeff Scott Soto, Bill Champlin, Robin Beck, Goran Edman, del nostro Alessandro Del Vecchio e di tanti tanti altri.

La ricetta di base non cambia rispetto alle precedenti uscite e devo dire che si parte alla grande con Deep Whirpool che poggiata sulle corde di Fergie Frederiksen strappa per il sottoscritto applausi a piene mani. Purtroppo già dal secondo pezzo, Strange Struck, si ha un calo con quell’alone di “già sentito” che tenderà a pervare da qui in avanti un pò tutto questo lavoro.
Infatti ci troviamo si di fronte a pezzi che ben giocano tra AOR e Westcoast ma che tendono a mancare di un certo mordente, sempre buono il lavoro di tastiere e chitarre, vedi pezzi come Secrets in the Shadows, Back in San Francisco, Web Of Lie o Hollow Triumph… ma in realtà tutto l’album propone un lavoro più che all’altezza da questo punto di vista. Quello che come già detto un pò difetta è l’impatto che i pezzi non riescono a centrare del tutto se non in pochi casi, vedi l’opener e la conclusiva Voices in the Wind, che per me risultano i pezzi migliori del lotto.

IN CONCLUSIONE

Inflazionato! 12 album in 13 anni penso metterebbero a dura prova la creatività di ogni songwriter, se poi parliamo di lavori di AOR in cui spesso è forte l’imponta del compositore e che di per se è già un genere poco avvezzo all’originalità, si capisce per il sottoscritto come anche per un personaggio del calibro di Frederic Slama risulti difficile mantenere alta l’attenzione su un prodotto come questo A.O.R. The Secrets of L.A. che ripercorre pari pari i passi dei precedenti lavori che partono ormai dal lontano 2000.
Trovo solo due pezzi Deep Whirlpool e Voices In The Wind veramente in grado di catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore. Il resto si attesta un gradino al di sotto e anche se sicuramente la lista degli ospiti è veramente di primo piano manca comunque uno spunto più ispirato sui pezzi.
In fin dei conti resta un lavoro più che godibile ma mi viene da pensare che forse se si dilazionassero un pò di più nel tempo le varie uscite di questo progetto dedicando maggiore attenzione per ognuna di esse forse il risultato sarebbe sicuramente più allettante ed in grado di catalizzare su di se l’attenzione soprattutto dei fans più esigenti!

© 2013 – 2016, Denis Abello. All rights reserved.

Print Friendly, PDF & Email

Ultime Recensioni

Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli

21
0
Would love your thoughts, please comment.x