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Seventh Key – I Will Survive – Recensione

07 Novembre 2013 62 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock / Progressive
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1. I Will Survive
2. Lay In On The Line
3. I See You There
4. It's Just A State Of Mind
5. Sea Of Dreams
6. Time And Time Again
7. When Love Sets You Free
8. Down
9. The Only One
10. What Love's Supposed To Be
11. I Want It All

Formazione:

Billy Greer : Bass, Lead Vocals
Mike Slamer: Guitars, Keyboards, Programming
Chet Wynd: Drums

Ospiti:

David Ragsdale: Violin
Billy Trudel, Terry Brock, Bobby Capps, Barry “The Blade” Johnson: Background vocals
David Manion: Keyboards

 

Come diavolo è possibile che un progetto musicale (unico?) come quello dei Seventh Key sia potuto sparire per nove lunghissimi anni senza che apparentemente nessuno battesse ciglio, urlando a gran voce il loro ritorno? E come è possibile che una formazione di tale portata sia ancora dai più poco o addirittura non conosciuta? Misteri del rock (ce ne son tanti, direte a ragione voi..) a cui davvero non so dare risposta.

Fortunatamente ci hanno pensato loro, Mike Slamer (già chitarra e tastiere per Streets e Steelhouse Lane) e Billy Greer (celebre per la sua permanenza nei Kansas), con il bravo Chet Wynd alla batteria, a rispolverare questo enorme progetto, portandolo a pubblicare il suo terzo e bellissimo album, I Will Survive.

La particolarità della musica dei Seventh Key risiede ancora nella sua stessa struttura, con quel perfetto matrimonio a tre tra l’eleganza del rock melodico, la grinta del rock più antico e l’imprevedibilità del progressive che dona ad ogni nota suonata da questi arzilli veterani un’aura particolare, e una raffinatezza di suoni che ad oggi nessuna formazione è in grado di creare. Per chi davvero non li avesse mai ascoltati, immaginate questa musica come l’unione degli stili di Giant, Kansas, Saga, Deep Purple, Shooting Star e Streets. Forse non è una cosa sempliccissima da concepire, lo è ancor meno da ascoltare, almeno inizialmente. Ancora una volta infatti, con I Will Survive non ci troviamo di fronte a un lavoro di facilissimo ascolto, da buttare lì come sottofondo facendo dell’altro (seppur la band abbia sicuramente lavorato in questo senso, alleggerendo un po’ la sua venatura progressive). No, per godercelo al meglio dobbiamo aspettare magari la sera, essere sul divano o in poltrona in pieno relax dopo una bella e nutriente mangiata, non pensare a nient’altro che alla musica, e allora in quel momento potremo iniziare davvero ad assaporare la magia di queste composizioni..

Spalancati così i cancelli che nascondevano la vera essenza di queste undici canzoni ci troveremo immersi in suoni bollenti, caldi e ricercati, per una tracklist mastodontica dove il genio chitarristico di Mike Slamer emerge riff dopo riff, assolo dopo assolo, prepotente ed imprevedibile attraverso un groove titanico e uno stile sempre inconfondibile. Sugli scudi anche Billy Greer, la cui vocalità accarezza il nostro orecchio e il nostro cuore sia sulle mid-tempo che sui pezzi più accellerati, e bravo Chet Wynd a tenere sempre acceso il ritmo mentre i tanti ospiti David Ragsdale, Billy Trudel, Terry Brock, Bobby Capps, Barry “The Blade” Johnson, David Manion si alternano tra backing vocals e ottime prove con i loro strumenti. Ma è il songwriting la vera marcia in più del progetto, con i suddetti accostamenti di stili che collimano in modo certosino tra loro, con una finezza che davvero in pochissimi hanno potuto vantare nella storia della musica rock tutta, e non sto esagerando.

Così, i sei minuti della traccia titolo iniziale I Will Survive ci immergeranno subito nella massima essenza progressiva ed articolata, ma anche melodica, di questa musica, mentre Lay In On The Line virerà su territori più hard rock classici, con stacchi e riprese massicce che faranno impazzire gli appassionati. Coralità e atmosfere calde per ogni cuore innamorato colorano poi di rosso il primo lento del disco, I See You There, con la tradizione melodic rock ad emergere forte nelle tastiere e nello stile alla Giant di It’s Just A State Of Mind. I sentimenti ritornano ancora in rilievo nella fluttuante ballata acustica Sea Of Dreams, nella quale Greer si accompagna del profumo antico del prezioso violino di David Ragsdale, mentre il giro di boa verso il lato B dell’album avviene con una bellissima Time And Time Again che ci ricorda i Kansas del concept In The Spirit of Things, al pari di When Love Sets You Free che fa ancora della sua struttura atipica e del suo surround musicale (all’apice sul ritornello) il suo punto di forza.

Strappate i manuali del rock, arriva Down, traccia che smonta i canoni musicali e li ricostruisce a stessa immagine e somiglianza, tra riff elaboratissimi, un groove d’autore, e arrangiamenti da lode e bacio accademico. I Seventh Key sono ritornati per stupire, ed ecco una The Only One velocissima e iper-melodica, ottantiana come poche, che si lascia seguire da una delle mid-tempo dell’anno, What Love’s Supposed To Be. Per chi conosce la band, questa è la nuova When Love Is Dying, per gli ignoranti (nel senso di ‘coloro che ignorano’) siamo davanti a una nuova enorme ballad, dai tratti forse un po’ gotici e decadenti, sicuramente struggenti e crepuscolari. E si chiude con la gloriosa I Want It All, perfetta sintesi delle innate qualità compositive di questo progetto, forte di un ritornello anthemico, in puro spirito rock.

IN CONCLUSIONE

Salvo sorprese per il mese di dicembre e secondo i miei gusti personali, questo I Will Survive vincerà facile il titolo di migliore album melodic hard rock dell’anno. Raffinato, unico, evoluto, incandescente, difficile, questo disco si presenta come un nuovo tassello fondamentale dell’avventura musicale dei Seventh Key, bissando i fasti dell’esordio e migliorando la qualità rispetto all’ottimo, ma non assoluto, loro secondo album.

Ogni amante del rock antico e non banale è fortemente spinto all’ascolto, con la certezza che troverà in esso i giusti passaggi e le giuste melodie necessarie a farlo emozionare, quasi fosse di fronte allo spettacolo di un magnifico tramonto di luce cremisi. Una formazione dalla qualità tecnica e di gusto sopraffina, che raggiunge qui la necessaria coesione per dare vita al sogno..

© 2013 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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