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Recensione

80/100

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N.O.W. – Bohemian Kingdom – Recensione

16 Marzo 2013 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Escape Music

Tracklist:

1- I’m Alive
2- I Feel Divine *
3- Don’t Go Now
4- Strong Enough
5- Mary-Ann *
6- Tonight Is The Night *
7- Bohemian Kingdom *
8- Leon’s Going Soft
9- Cassie’s Dream
10- No One Can Feel It’s Over *

* migliori canzoni

Formazione:

Philip Bardowell – Vocals
Alec Mendonça - Bass & Vocals
Jean Barros – Keyboards, Piano & Vocals
Juno Moraes – Lead & Rhythm Guitars, Acoustic Guitars & Mandolin
Diogo Macedo – Drums

Ospiti:

Backing Vocals: Mike Wallace, Matti Alfonzetti, Philip Bardowell, Alec Mendonça, Church Choir of Mission Viejo - California. Saxophone & Flute: Zé Canuto

Guest Musicians: Anders Loos on Bass and Lars Chriss on Drums

 

Ci sono voluti tre anni ad Alec Mendonça, bassista e leader dei N.O.W., per dare un seguito al bel disco di debutto Force of Nature, uscito nel 2010 e giustamente ben accolto dalla critica tutta. Un lungo periodo, durante il quale il musicista ha dovuto riarrangiare la formazione con l’ingresso di un nuovo chitarrista ritmico e un nuovo batterista, ma soprattutto fare i conti con la dura, durissima perdita di un suo amico, soltanto diciassettenne, stroncato dalla leucemia.

Un colpo terribile e difficile da accettare, che ha trovato nella musica la sua valvola di sfogo. Il 22 marzo esce così, con questa storia alle spalle e via Escape Music, Bohemian Kingdom, un album dall’atmosfera forzatamente più oscura e personale dell’esordio, ma parimenti (se non più) bello e originale.

Forte della bella opener I’m Alive, ancora nei canoni di Force of Nature eccetto la sua produzione più corposa (curata qui da Lars Chriss), l’album vola subito alto con I Feel Divine, canzone dalle mille sfumature che per prima mette in luce la nuova e sovracitata atmosfera in seno alla band. Dopo un avvio molto personale e carico della bella timbrica del cantante Philip Bardowell accompagnato da un solo arpeggio di chitarra, la canzone acquista maggiore energia e si fa via via più elettrica, tanto da rendersi paragonabile per tonalità alla musica dei leggendari Boston e Foreigner. Quasi sullo stesso livello è poi la seguente Don’t Go Now, altra traccia personale e intima, guidata da una bella prova delle chitarre (ritmiche e acustiche) di Juno Moraes, fino al suo grande assolo elettrico denso di sentimento.

In successione, assolutamente commovente e riuscita è la mid-tempo Strong Enough, che lascia ampio spazio al grande cantato di Bardowell, capace di far permeare ancora tutto il sentimento di un testo davvero toccante. E’ poi per opposto raggiante e più positiva nelle sue sensazioni Mary-Ann, canzone rock melodica che per prima fa da vera e propria hit al disco grazie a uno stile ancora una volta 100% Boston/Journey/Foreigner, e capace di esplodere in un ritornello tutto da cantare.

Con Tonight Is The Night l’album ritorna a fare emergere senzazioni più personali, per mezzo di un componimento di forte impatto emozionale che ricorda alcuni passaggi degli Asia (oltre che dei soliti Foreigner) e che si accompagna di un superbo lavoro del sax di Zé Canuto. Una parte centrale del disco che non ha respiro, e che trova una seconda hit nella title track Bohemian Kingdom, canzone di ricca di cambi di tempo, e di impietosa denuncia verso i crimini storici del passato, come dimostra l’introduzione fatta da un estratto di un discorso alle folle di Adolf Hitler. Qui da evidenziarsi, oltre al grande lavoro vocale e a un’ottima prova chitarristica, il profondo basso di Mendonça, autore ancora una volta di un songwriting davvero di altissima fattura.

Ci si avvicina al finale con Leon’s Going Soft, altro brano di grande intensità che ricorda nella sua struttura imprevedibile gli ultimi Pride of Lions, e con l’energica e più sostenuta Cassie’s Dream, forte di una sensazionale coralità e di un altro superbo lavoro di basso e batteria. Chiude l’apice assoluto del songwriting di questa formazione: No One Can Feel It’s Over, la traccia scritta da Mendonça in omaggio al suo amico scomparso. Un brivido lungo sette minuti e mezzo, che prende l’avvio da una intro quasi in stile One dei Metallica e che prosegue a lungo acustica e assolutamente da lacrime fino a un refrain dalla melodia preziosa, per una traccia pura e emozionale, da vera antologia.

IN CONCLUSIONE

Bohemian Kingdom è un album molto equilibrato lungo la sua tracklist e capace di trasmettere con grande cura ogni sensazione che emerge dai suoi bellissimi testi. Un prodotto maturo e assolutamente ispirato, un rock melodico in stile Boston/Foreigner, un po’ più cupo e intimista, ma straordianriamente piacevole e intenso all’ascolto. Grande infine la produzione, e originali gli arrangiamenti. Si, i N.O.W. hanno dato vita proprio a un bel dischetto..

© 2013 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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