Little Caesar – American Dream – Recensione

I Little Caesar sono uno di quei gruppi sottovalutati da sempre, che nonostante due ottimi album ad inizio anni ’90 (Little Caesar e Influence) non hanno mai avuto il successo che si sarebbero meritati. E dire che il loro hard rock sporco,ruvido a tratti molto southern era ben suonato, con grandi melodie e prodotto da una major come la Geffen; ma non bastò. Il ritorno dei cinque losangelini dopo anni di silenzio è avvenuto nel 2009 con l’ottimo Redemption ed ha ritrovato tutti i fan grazie anche al tour mondiale che seguì il quale ricevette grande successo di pubblico e critica. Questo nuovo American Dream non fa altro che confermare lo stato di grazia di Ron Young e soci che vede alle chitarre Louren Molinare e Joey Brasler, al basso Fidel Paniagua  ed alle pelli Tom Morris.

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Kingdom Come: i dettagli del nuovo album

kingdomoutlierLenny Wolf, leader dei Kingdom Come, ha annunciato i dettagli del nuovo album del suo progetto, che sarà intitolato Outlier e uscirà il 29 aprile via SPV/Steamhammer.

“Nessuno è più felice di me quando la mia musica viene apprezzata dai fans,” dichiara Wolf, che è qui autore di ogni pezzo e unico musicista assieme al chitarrista Eric Förster (presente però solo in alcuni brani), “ma questi aspetti sono irrilevanti di fronte alla creazione di un nuovo album. L’unica cosa che mi interessa oggi è testare me stesso come un’artista alla ricerca di nuove esperienze.”

Outlier presenterà un rock condito di malinconia e ricco di atmosfere e grandi sonorità, non molto distante dallo stile storico della band. Continua Wolf: “Ho sentito la necessità di guardarmi dentro e gettarmi nell’infinito cosmo sonoro. Il risultato è una frizione di meccanica e un collage di suoni, combinato con le tipiche melodie melanconiche e melodiche. Un certo numero di anime hanno duellato nel mio petto, ed è per questo che la sperimentazione e la crescita della mia esistenza musicale si sono qui legate assieme. E’ per me secondario ogni obiettivo di business. Per me è importante solo creare ottime varietà di segnali sonori che entrano nelle orecchie per arrivare al cuore. Alcuni la chiamano vocazione. Alleluia.”

E ancora: “Una sola canzone di questo disco non può riflettere il carattere di questo album. Per capirlo, devi prenderti del tempo e diventare parte di queste composizioni, che sono tutte estremamente differenti.”

Questa la tracklist dell’album:

01. God Does Not Sing Our Song (04:05
02. Running High Distortion (04:14
03. Rough Ride Ralleye (04:35
04. Let The Silence Talk (03:29
05. Holy Curtain (03:59
06. The Trap Is Alive (04:41
07. Skip The Cover And Feel (03:37
08. Don`t Want You To Wait (04:31
09. Such A Shame (03:18
10. When Colors Break The Grey (05:03

Ten – Heresy and Creed – Recensione

 

Difficile iniziare questa recensione senza quantomeno accennarvi della mia stima quasi spropositata per gli inglesi Ten e per il loro melodic hard rock epico, originale e ricco di particolari atmosfere. Devo però altrettanto dire che l’ultima fatica di questo progetto, l’album Stormwarning (2011), e con lui pure molte delle loro recenti pubblicazioni, ho davvero faticato a digerirle, per svariati motivi che fortunatamente ora poco ci interessano.

Infatti l’ultima fatica di Gary Hughes e soci, intitolata Heresy and Creed e uscita a fine ottobre 2012 per la Frontiers Records, torna finalmente a suonare la musica che ci piace, condendola con il giusto trademark alla Ten. Alleluia!

Heresy and Creed è stato in grado di emozionarmi fin dalle sue primissime battute (leggasi: fin dal brano d’apertura Arabian Knights, di cui parleremo sotto), grazie a il suo sound molto più orientato al passato e alla sue musiche nuovamente farcite di originalità come lo erano un tempo. Sarà merito del graditissimo ritorno del bassista Steve McKenna e del chitarrista ritmico John Halliwell, presenti degli anni d’oro della band, sarà per non so quali altri motivi, ma quel che importa è che qui Hughes ritrovi in toto la quadratura del cerchio e componga un songwriting di tutto rispetto, e con le giuste qualità per divertire a pieno l’ascoltatore. La sua prova vocale inoltre si mantiene di altissimo livello, con la sua timbrica calda ed emozionare a guidare con carisma e pathos le melodie, aggiungendo il giusto valore all’insieme. Tanto di cappello è da farsi comunque anche al neo ingresso Dan Mitchell alla chitarra solista, musicista che personalmente non conoscevo ma che è stato in grado di integrarsi benissimo con questa formazione, gettandosi in una prova eccezionale al suo strumento. 

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Rage Of Angels – Dreamworld – recensione

Rage Of AngelsDreamworld, Ged Rylands ideatore del progetto e tastierista originale dei Ten qui in veste di chitarrista, tastierista e corista con Martin Kronlud alla chitarra, Pera Johanssen alla batteria e Michael Carlsson al basso e come se non bastasse con Harry Hess, Robert Hart, Ralf Scheepers, Matti Alfonzetti, Neil Fraser, Danny Vaughn, David Reed Watson, Tommy Denander, Ralph Santolla, Vinny Burns, Xander Demos
No, non sto dando i numeri, ma è proprio il caso di dire che sto dando i Nomi… ovvero i nomi che chi si metterà all’ascolto di questo progetto troverà sulla sua strada e diciamcelo, non sono nomi da poco. Partiamo dall’inizio però, i Rage of Angels nascono da Ged Rylands ex tastierista nonchè membro fondatore dei Ten, che dopo un periodo di pausa ha giustamente deciso di rimettersi in pista e ha per lo scopo arruolato un battaglione di tutto rispetto che ci propone questo primo capito intitolato Dreamworld.

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Snowfall: nuovo album ad aprile

snowfall-coldsilenceLa Escape Music ha fissato per il 19 sprile la data di pubblicazione del nuovo album dei norvegesi Snowfall, intitolato ­ Cold Silence.

Forti del nuovo cantante Lee Small (Shy / Phenomena), i ragazzi suonano un hard rock alla Whitesnake, Giant e Firehouse, ma anche caratteristico del marchio scandinavo. Questa la tracklist:

01. Don’t Drive Me Home Tonight 4:57
02. Citadel Of Hope 4:27
03. House Of Prayer 4:58
04. Heaven’s Not Up There 5:00
05. Jack Of Diamonds 3:52
06. Wolf’s Lair 4:43
07. I Won’t Be Lonely Anymore 4:06
08. Stampede 4:10
09. Oscillate 5:20
10. Alexandria 4:08
11. The Vesper Bell 6:39

Questa la formazione:

Lee Small ­ Vocals
Tore Meli ­ Guitars
“PB” Riise ­ Bass / Keyboards
Perra Johnson ­ Drums special guest

Additional keyboards by Helge Flatgård, Additional backing vocals by Bjørn Westum.

Produced, Mixed and Mastered by Martin Kronlund at JM Studio, Gothenburg. Cover Art & Booklet Design By Carl-André Beckston.

The Unripes – This is Not America – Recensione

 

Che sorpresa questo debut album dei The Unripes! La formazione tutta italiana, ad essere precisi emiliana in quanto i componenti sono tutti di Modena, muove i primi passi nel 2005 e nel 2007 pubblica il primo “mini” Gutter Superstar, autoprodotto, che però non riceve la promozione dovuta. Solo dopo un EP nel 2009 e cambi di line-up la band riesce a pubblicare nel 2012 questo This is Not America, grazie anche alla Street Symphonies che crede in loro. I quattro “ragazzacci” suonano del grande Hard Rock melodico, con un sound che arriva diretto dagli anni ottanta ma che strizza l’occhio al rock più moderno. La voce tagliente di Axia e la chitarra precisa di Michele Pelillo sono completate da Uncle Sappa al basso e Luca Setti alla batteria (dai Trick or Treat).

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Steel Panther in studio

panther Gli Steel Panther sono entrati in studio per registrare il loro terzo album.

L’uscita è prevista per fine anno e stando alle dichiarazioni del batterista Stix Zadinia sarebbero già completate le parti di batteria e chitarra ritmica.

Non ci resta che attendere!