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Recensione

70/100

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The Storm – The Storm – Recensione

11 Aprile 2012 1 Commento Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: self released

Tracklist:

1. Guess Who's Back
2. Lost In My Own
3. A Dream Without Awakening
4. Gimme A Reason
5. I Will Be Here
6. Evil Night
7. We'll Meet Again
8. Rascal
9. We Believe
10. La Vita Mia Sei Tu
11. Adesso Tocca A Noi

Formazione:

Kody - Voce
Federico Bruzzese - Chitarra
Andrea Cazzanti - Chitarra
Sandro Tonini - Basso
Stefano Del Medico – Batteria

 

Gradita sorpresa questi The Storm, gruppo torinese attivo dal 2004 che registra solo ora il primo full lenght intitolato semplicemente The Storm. Il risultato è un lavoro di ottima fattura, con ottime prove vocali e strumentali, nonostante qualche piccolo problema di registrazione.

La band, composta da Kody alla voce, Federico Bruzzese e Andrea Cazzanti alle chitarre, Sandro Tonini al basso e Stefano Del Medico alla batteria ci propone un hard rock con influenze settantiane, semplice, diretto, che arriva dritto al cuore, senza tanti tecnicismi. La voce di Kody è potente, con tonalità alte mentre le chitarre si intrecciano per tutto l’album in modo perfetto con il basso e la batteria che sembrano quasi parlare…

The Storm propone 9 brani in lingua inglese e 2 in lingua italiana e già a partire dall’opener Guess Who’s Back, un macigno hard rock settantiano devoto ai Led Zeppelin, si sprigiona il suono tipico della band. La seguente Lost In My Own parte con una chitarra acustica per esplodere in sound cupo, con continui cambi di tempo e un ritornello da manuale. A Dream Without Awakening e Gimme a Reason ci portano nel suond più ottantiano, con riff grossi e imponenti e a mio avviso troviamo la miglior prova vocale di Kody, grazie a degli acuti da brividi. La prima ballad, I Will Be Here, è dolce, struggente, la chitarra elettrica che arpeggia e l’acustica che accompagna, un testo da brividi…grande song. Evil Night schiaccia il pedale dell’acceleratore stile Motorhead, siamo al confine col metal, batteria a mille e chitarre indemoniate… la parte cantata è molto “Led Zeppelin” style e il ritornello trascinante. We’ll Meet Again è una power ballad molto eightes, ancora un ottimo refrain, chitarre che si intrecciano e basso in evidenza… l’ottava traccia, Rascal, parte forte con un riff alla Black Sabbath, un sound robusto e il ritornello melodico.. nel complesso una discreta song. Si chiude con la ballad piano e voce We Believe, chitarre effettate, un bellissimo assolo e un ritornello che ricorda gli Steelheart con Kody che in questo frangente strizza l’occhio proprio a Michael Matijevic…. Le bonus track La Mia vita sei Tu e Adesso Tocca a Noi non sono altro che le versioni di I Will Be Here e Gimme A Reason cantate in italiano e danno un tocco di classe all’album risultando molto coinvolgenti. Piccola segnalazione,qui la voce di Kody assomiglia a quella di Alessio Ventura coi Dhamm!

IN CONCLUSIONE:

Un ottimo esordio per questi ragazzi, si deve lavorare ancora parecchio sulla produzione, trovo gli strumenti ancora non perfettamente amalgamati nel sound e sulla stupenda voce di Kody si sentono alcune imperfezioni nel mixaggio delle song.

 

 

© 2012 – 2022, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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