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Recensione

80/100

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Bangalore Choir – Metaphor – Recensione

11 Aprile 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

1. All The Damage Done
2. Trojan Horse
3. Silhouettes On The Shade
4. Metaphor
5. Don't Act Surprised
6. Never Fave Ole Joe Alone
7. Scandinavian Rose
8. Catch An Angel Fallin'
9. Civilized Evil
10. Fools Gold
11. Always Be My Angel

Formazione:

David Reece - Voce
Curtis Mitchell - Chitarra
Danny Greenberg - Basso
Rene Letters - Batteria

 

Riecco i Bangalore Choir, che dopo l’ottimo esordio “On Target” datato 1992 e il ritorno nel 2010 con “Cadence“, ci deliziano con questo nuovo Metaphor. La band, composta dai membri originali David Reece alla voce, Curtis Mitchell alla chitarra e Danny Greenberg al basso si è avvalsa dell’aiuto di Reene Letters alla batteria, del chitarrista/produttore Andy Susemihl e dell’accoppiata Rikard Quist/Jon Wilde alla produzione, già presenti sul progetto parallelo “Reece-Kronlund”. Il risultato è un prodotto di alto livello e indubbia qualità sull’asse hard rock/metal degli anni ottanta.

Canzoni come All The Damage Done e Don’t Acr Surprised sono macigni hard rock, song frizzanti ma potenti col basso in netta evidenza, le chitarre ruggenti e i riff che si stampano subito in testa. A questo si aggiungono assoli veloci e tecnici che scaldano i cuori degli appassionati del sound più duro. Silhouettes On The Shade continua col suo ritmo incalzante, melodia pura con David Reece sugli scudi che sprigiona energia nel ritornello. La title track Metaphor apre invece con un sound settantiano per poi virare in un refrain dal sapore “Whitesnake”, mentre con Scandinavian Rose troviamo la traccia dal sound più moderno con suoni molto effettati ma di grande spessore. Non mancano ottimi mid tempo come Trojan Horse e Catch An Angel Fallin’ che calano il ritmo senza perdere melodie e emozioni. Nel calderone hard rock troviamo a sorpresa la traccia Never Fave Ole Joe Alone,che ci riporta allo stile del miglior Eric Clapton con le sue chitarre acustiche,il sound blues e l’armonica in primo piano. Si continua con Civilized Evil con i suoi imponenti cori nel ritornello e uno dei guitar riff più semplici ma meglio riusciti dell’album fino ad arrivare alla prima e unica power ballad Fools Gold, con un intro arpeggiato,un assolo coinvolgente e ancora un sound devoto agli ultimi lavori del Serpente Bianco….Always Be My Angel conclude facendo un riassunto dell’album: melodie,riff e chitarre graffianti….

IN CONCLUSIONE:
Ritorno in grande stile per Bangalore Choir. Grandi assoli,melodie superbe e la solita grande voce di David Reece completano un lavoro che farà felici sia gli estimatori degli ultimi Whitesnake sia quelli dei primi lavori col sound più ottantiano.


© 2012 – 2017, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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