Fate – Ghosts From The Past – Recensione

Per rivedere i Fate in attività dobbiamo fare un balzo nel tempo fino al 2006, con l’uscita del disco V.  Allora la formazione era ancora formata sia dal chitarrista Soren Hoff che dal cantante Per Johansson, oggi entrambi dipartiti per lasciare spazio a Torben Enevoldsen (già chitarra nei Section A e nei Fatal Force) e al singer Dagfinn Joensen, per una line up completata da Jens Berglid alla batteria, Mikkel Henderson alle tastiere e il solo componente originario Peter Steincke al basso dal 1984.

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AC/DC: un nuovo disco nel 2012??

acdcSecondo quanto dichiarato dal singer della band, Brian Johnson, allo show televisivo di Eddie Trunk “That Metal Show”, nel 2012 la band australiana potrebbe dare alla luce il suo sedicesimo album.

Sempre nello stesso show, Johnson ha inoltre ammesso di essersi incontrato lo scorso Ottobre con il chitarrista Malcom Young proprio per discutere dei dettagli di questo nuovo disco.

Golden Farm – Angel’s Tears – Gemma Sepolta

 

I Golden Farm furono un progetto musicale spagnolo attivo nel 2001 con il piacevolissimo album d’esordio Angel’s Tears, pubblicato con una etichetta indipendente della loro terra, la Avispa Music. Un lavoro che fu una lucente meteora per la storia rock melodica spagnola e che ahimè non ebbe seguito a causa del decesso del chitarrista, mente e fondatore Loren, avvenuta poco tempo dopo l’uscita del disco (almeno così mi risulta, ma la informazioni in rete sono così poche che spero di essere smentito).

Ad ogni modo, Angel’s Tears è un album davvero piacevole, caratterizzato da una buona produzione ma soprattutto da un ottimo songwriting, semplice ma sempre molto intimo e ispirato, fatto di parti strumentali leggere ma forti di un ottimo conubio tra chitarra e tastiera e rivolte ad accompagnare la bella vocalità del singer Toni Menguiano, che non a caso dopo lo scioglimento del gruppo avrà modo di mostrare ancora il suo talento in altre più o meno famose realtà musicali. La prestazione della formazione tutta è molto buona e la composizione delle tracce articolata e dotata di ritornelli riusciti e di coralità. La marcia in più è però sicuamente data dall’elevato carico di emozioni che il prodotto trasmette, tanto che Lacrime d’Angelo si rivela essere un titolo davvero rivelatore per quello che è il prodotto finale, ovvero un disco angelico, elegante, intimo e profondo, dal feeling che si percepisce con brividi veri su tutta la pelle.

Tra i brani più rock, spiccano la vivace opener I Can’t Tell You, che mette in mostra l’energia del quintetto al pari del terzo componimento Fire and Ice, carico di riff di chitarra caldi e maschi, ma soprattutto Why These Years, che combina al massimo la grinta, anche corale, del gruppo con la sua dolcezza melodica. Infatti, sono certamente le mid-tempo e le ballate a dominare questo disco, partendo dalla dolcissima Time After Time e tipico brano da dedicare alla vostra amata, per citare la malinconica I Want to Know e arrivare alla finale When The Morning Sun, vero valore aggiunto dell’album e brano dotato di arrangiamenti eccezionali e di una prestazione della formazione tutta da capogiro.

IN CONCLUSIONE

Angel’s Tears è un album dimenticato tutto da riscoprire, un lavoro di alto livello che per i miei gusti deve essere citato tra le migliori uscite dal 2000 ad oggi. Certamente non è un capolavoro assoluto del genere, ma resta un ascolto piacevolissimo specie per chi apprezza i lenti e i brani dal sound dolce e leggero. Ma non mancano anche le canzoni più tirate! Dategli una possibilità, non ve ne pentirete.

 

 

Voodoo Highway – Broken Uncle’s Inn – Recensione

 

Ogni tanto capita, continua ad aggirarsi per le strade e quando meno te lo aspetti fa qualche vittima sul suo percorso. E’ lo spirito del rock anni ’70 che da ormai più di quarant’anni viaggia in cerca di prede. Spesso lo si da per spacciato, fuori moda e fuori tendenza, addirittura agonizzante, ma tanto questo non molla.
E’ stato così lo scorso anno per i Black Country Communion e lo è ora per i Voodoo Highway, 5 ragazzi di Ferrara che sono stati contagiati dalla “presenza” che ha afflitto gruppi storici quali Deep Purple, Led Zeppelin e Rainbow.

L’intro che fa da apripista all’opera ci introduce letteralmente attraverso un’immaginaria porta nel 1972, anno in cui forse lo spirito del Rock mostrava tutta la sua potenza. Da qui si parte per una corsa senza sosta nel più classico stile seventies sulle note di pezzi quali Till It Bleeds, The Fire Will Burn Away, Running Around e la conclusiva In Fact It’s the Worst che fanno dell’impatto sonoro di puro Rock classico la loro arma vincente a cui si alternano trame più ricercate come nella bella e riuscita titletrak Broken Uncle’s Inn o nell’ottimo lavoro svolto dal gruppo in Gasoline Woman. Continue…

Dare – Out of the Silence – Classico

 

I Dare sono un progetto musicale fondato nel 1984 dalle menti del cantante e tastierista Darren Wharton, un ragazzoccio nord irlandese ex componente degli storici Thin Lizzy (e grande amico del loro leader Phil Lynott, che gli fece in tutti i sensi da maestro), e dal chitarrista Vinny Burns, poi membro dei Ten.

Out of the Silence è il primo capitolo della storia di questa (a tratti dimenticata) band, pubblicato dalla A&M Records nel 1988 e grande tassello di una carriera che per me, fanatico ammiratore delle gesta di Wharton, sarà via a via gloriosa in ogni sua parte ed evoluzione.

Un lavoro incredibilmente maturo e preciso per essere un esordio. L’impressione è infatti proprio quella di trovarsi di fronte a una realtà musicale navigata, che a livello di sound ha trovato la quadratura del suo cerchio in arrangiamenti avvolgenti e in una produzione (curata da Mike Shipley e Larry Klein) che rasenta la perfezione, e nel songwriting in melodie oscillanti tra una freschezza sonora dirompente (merito di tastiere e chitarre in primissimo piano) e un calore di feeling e sentimenti unico, senza dimenticare la vena poetica generale che ha nei testi (impegnati, profondi, mai banali) il suo apice.

In più, Out of the Silence è un lavoro che sa non ripetersi, evolvendosi brano dopo brano. Prima di tutto troverete al suo interno composizioni di puro rock melodico classico quali Abandon, Into the Fire, Runaway e Heartbreaker, forti di tastiere genuine e portanti che hanno pochi eguali nella storia di questo genere, di una chitarra vivace e tecnica, specie sugli ottimi e variegati assoli, che fa da grande sostegno alle melodie, e di una vocalità calda ed energica di Mr. Wharton, cantante non di certo tecnicissimo ma unico nella trasmissione di emozioni.
Troverete poi tre classiche rock ballad, la preziosa Nothing is Stronger than Love, la nostalgica Return the Heart e la gloriosa King of Spades, quest’ultima commovente e sentita dedica al maestro Phil Lynott.
E infine, con i brani Under the Sun, The Raindance e Can’t Let Go, avrete ai vostri orecchi le prime proposizioni di quell’atmosfera unica e avvolgente che sarà poi il marchio di fabbrica della seconda parte di carriera della band. L’effetto surround, la sensazione di immergersi nelle parole, nei battiti, nelle pulsazioni della canzone si rivelerà per voi un esperienza totale, quasi mistica. Da provare.

IN CONCLUSIONE

Non è un caso se la maggior parte degli ascoltatori di rock melodico citano questo disco tra le migliori uscite in assoluto del genere. E non voglio neppure nascondere che per i miei gusti personali questo album è il numero 1. Out of the Silence è un qualcosa di unico, le cui melodie e sensazioni hanno il dono di entrare sotto pelle, nella carne fino a squarciare il cuore, con un AOR solenne e raffinato, forte lo ribadisco soprattutto di un’ottima vocalità e di grandi trame di chitarra e tastiere. Darren Wharton è un grande compositore, che ha trovato in Vinny Burns il suo perfetto comprimario, e l’intesa tra i due qui sembra toccare davvero i cieli dell’apoteosi musicale, per un disco che di certo verrà tramandato nei secoli come esempio perfetto di cosa il rock melodico poteva, può e potrà creare.

 

Mark Spiro: nuovo album a fine gennaio

markspiro-itsawonderfullifeAOR Heaven ha annunciato la pubblicazione, fissata per il 27 gennaio 2012, di un nuovo album dell’artista e compositore americano Mark Spiro, intitolato It’s A Beautiful Life.

L’ultima pubblicazione solista di Spiro risale al 2005, con il disco Mighty Blue Ocean.

In attesa della tracklist ufficiale e di maggiori dettagli, sono state pubblicate le 3 seguenti anteprime: Come Back To Me / Go Another Mile / It’s A Beautiful Life.

Sempre più Hungryheart… Live!

HungryheartLi abbiamo da poco visti e apprezzati sul palco in apertura del primo concerto in Italia di Mitch Malloy e abbiamo da poco dato la notizia della loro prossima apertura il 10 febbraio 2012 al concerto degli House Of Lords, ma i loro riconoscimenti in sede live non si fermano qui… stiamo parlando degli Hungryheart (Josh Zighetti, Mario Percudani, Steve Lozzi e Paolo Botteschi), gruppo nato a Lodi e sicuramente una delle migliori realtà nostrane in ambito Hard Rock melodico e soprattutto in sede live.

Infatti oltre all’apertura degli House Of Lords, il 18 marzo 2012 gli Hungryheart saranno in Grecia sul palco del Rosewood Festival (17 e 18 marzo 2012) all’Eightball Live Stage di Salonicco insieme agli Homerun (altro gruppo italiano) e ad altri importanti nomi del panorama Hard Rock e Melodic Rock internazionale quali Redrum (con la voce di Michael Bormann) e Newman.
Inoltre è confermata la prima data del gruppo nel Sud Italia e più precisamente al Factory Club di Siracusa per il 23 Giugno 2012 e a breve gli Hungryheart saranno anche vicino a Torino per l’unica data attualmente confermata per il Piemonte, questo sabato 26 novembre al Mivida Dos di San Maurizio Canavese (organizzato dalla US Entertainment di Cafasse).

Gli appuntamenti sono quindi tanti e vi riepiloghiamo di seguito quelli al momento confermati:

25/11/11 Lodi – Km.298
26/11/11 San Maurizio Canavese (TO) – Mivida Dos
10/02/12 Pieve Fissiraga (LO) – Infinity Live – in apertura degli House Of Lords
18/03/12 Salonicco (Grecia) – Eightball Live Stage – per il Rosewood Festival
23/06/12 Siracusa – Factory Club
22/09/12 Cremona – Club 3T

Angeline – Disconnected – Recensione

A un solo anno di distanza dal loro album d’esordio Confessions, gli svedesi Angeline (che ricordiamo essere stati fondati nel 1987 nonostante l’apparizione recente) ritornano sulle scene con un nuovo disco, a titolo Disconnetted, e forti di un nuovo contratto con la Avenue of Allies, che pubblicherà questo lavoro a partire dal 9 dicembre 2011.

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