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Recensione

90/100

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Hungryheart – One Ticket to Paradise – recensione

17 Gennaio 2011 15 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2010
etichetta: Tanzan Music

Tracklist:

01. Stand up
02. One ticket to Paradise
03. Let somebody love you *
04. Boulevard of love
05. A million miles away *
06. Angela *
07. Love is the right way
08. Let’s keep on tryin’ *
09. Just a little closer
10. Get lost
11. Man in the mirror *
12. You won’t be alone *

* migliori canzoni

Formazione:

Josh Zighetti - Voce
Mario Percudani - Chitarre / Voce
Steve Lozzi - Basso
Paolo Botteschi - Batteria

 

Era il 2008 quando gli italianissimi Hungryheart si presentarono sulla scena e portarono una ventata di novità nel panorama dell’hard rock melodico.
Dopo due anni e forti del successo di critica del loro primo disco si ripresentano con questo nuovo lavoro intitolato One Ticket To Paradise in cui ai due componenti storici Josh Zighetti (voce) e Mario Percudani (chitarra e voce) si aggiungono Steve Lozzi (basso) e Paolo Botteschi (batteria).
Anima e spirito guida degli Hungryheart è sicuramente il bravo chitarrista Mario Percudani che ha curato anche la produzione e l’arrangiamento del disco ed a cui si devono praticamente tutti i testi e che ritroviamo anche in veste di vocalist a far da contraltare alla bella voce dai tratti blues di Josh Zighetti.
Se a questo aggiungiamo che al mixing troviamo l’ormai noto Alessandro Del Vecchio (Edge of Forever, Moonstone Project, Eden’s Curse) e che il tutto è stato seguito da Michael Voss (Mad Max, Casanova) non possiamo che aspettarci un successone!

LE CANZONI

Ed infatti non veniamo delusi dall’introduttiva Stand Up che con il suggestivo assolo di chitarra introduce il pezzo e  mette subito in chiaro che la qualità è quella delle grandi occasioni. Il pezzo infatti continua con un ottimo tiro in cui il sottofondo regalato dalla chitarra di Mario accarezza la voce in grande spolvero di Josh.
Si alza il tiro ed il ritmo e la title track One Ticket To Paradise esplode in tutta la sua forza fino a metà del pezzo dove Mario da prova della sua classe con un assolo di chitarra veramente da brividi! Grandissimi cori, voce sporca e graffiante ed una chitarra da brividi segnano il primo grande punto a favore di questo disco.
Dopo questa tirata si rallenta il passo e lasciamo che sia la dolcezza di Let somebody love you a guidarci. Emozione per un pezzo ruffiano ed ispirato che regala anche la prima bella prova alla voce di Percudani che si alterna al tratto graffiante di Zighetti donando uno spessore che ne decreta anche il suo successo. Ancora una volta si resta letteralmente ammaliati dall’assolo di chitarra.
La batteria e la chitarra segnano il tempo veloce della successiva Boulevard of Love caratterizzata dalla splendida prova vocale di Josh, che invece darà strada alla voce di Mario nella successiva A Million Miles Away, altra prova di gran classe da parte degli Hungryheart anche in questo pezzo dal tratto più soft!
Stacco nettamente blues quello che troviamo in apertura di Angela e che ben presto ci lascia in balia del giro di chitarra che segnerà tutto il seguito del pezzo! Uno dei pezzi più originali che mette in mostra, se ancora ce ne fosse bisogno, l’incredibile qualità di tutta la band.
Ci spostiamo su ambientazioni southern e soporifere che ci accompagnano per il minuto e quaranta di Love is the Right Way… ed ancora leggermente storditi veniamo colpiti in pieno dalla cattiveria della chitarra di Let’s keep on tryin che abbinato ai tagli inferti dalla voce di Zighetti ne fanno uno dei pezzi Hard rock per eccellenza di questo One Ticket To Paradise. Superfluo a questo punto lodare il lavoro alla chitarra di Percudani.
Si torna su melodie più solari e scanzonate con la successiva Just a little closer, ma è solo un piccolo intermezzo, infatti nella successiva Get Lost ritroviamo l’accoppiata batteria / chitarra riunite per un pezzo veloce e brillante esaltato dai cori del ritornello.
Ennesimo punto a favore quello che gli Hungryheart segnano con la jacksoniana cover di Man In The Mirror con un’altra splendida prova di Zighetti che dimostra tutta la sua duttilità vocale…
… e arriviamo così alla chiusura del disco in cui troviamo in cattedra Mario Percudani che, posata la chitarra, se la cava splendidamente alla voce. Al suo posto alla chitarra troviamo invece l’ospite Marco Tansini che fa da supporto a Mario in questo lento sicuramente non avaro di intensità e momenti soffusi.

IN CONCLUSIONE

Una delle migliori band in circolazione. L’alchimia tra il gruppo è eccezionale ed il tutto fa si che One Ticket To Paradise suoni magnificamente dall’inizio alla fine portando alle nostre orecchie una qualità che è difficile trovare in giro.
Ed è proprio questo che lascia letteralmente a bocca aperta di questa seconda prova degli Hungryheart, il fatto che tutto l’album suoni in una maniera talmente perfetta da far passare in secondo piano magari l’originalità a volte non altissima dei pezzi che compongono questo disco, unico piccolo appunto di un album qualitativamente sopra la media di quasi tutte le produzioni simili uscite nel 2010.
Infatti le melodie riprendono a piene mani dall’alta scuola hard rock melodica che ha fatto la fortuna di molte band tra la fine degli ottanta e l’inizio dei novanta, ma sia ben chiaro che anche sotto questo punto non c’è nessun pezzo che risulti banale o scontato.
Poco altro da aggiungere per un disco che dimostra come la qualità degli artisti che compongono gli Hungryheart, presi singolarmente,  sia a livelli eccezionali, ma raccolta nel gruppo riesca a risultare assolutamente stupefacente!

© 2011 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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