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Recensione

85/100

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Mad Max – Welcome America – Recensione

05 Settembre 2010 Comment Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2010
etichetta: A-Minor Records

Tracklist:

1. Welcome America *
2. Big Wheel
3. Someone Not Me
4. All I Ever Want *
5. Cherry Moon
6. Pinky Promise *
7. Shape Of Your Heart
8. Signs *
9. Awesome
10. My Heart's Been Waiting
11. This Means Nothin *

* migliori canzoni

Formazione:

Michael Voss - chitarra, voce
Jürgen Breforth - chitarra
Roland Bergmann - basso
Hans In 'T Zandt - batteria

 

Nono album in studio della carriera dei teutonici Mad Max con a capitanarli l’ormai storico Michael Voss. Con il loro ritorno nel 1999 (dopo una pausa di ben 10 anni) i Mad Max hanno ripreso il loro cammino musicale con ottimi album del calibro di Night Of The White Rock (2006) e White Sands (2008) e con il loro album autocelebrativo per i 25 anni intitolato Here we Are. Questo nuovo lavoro Welcome America ce li riporta in ottima forma, con il loro Hard Rock caratterizzato dalla splendida voce di Michael Voss.

LE CANZONI

Apertura Glamour per Welcome America che lascia subito lo spazio ad una melodia veloce e riuscita che grazie anche all’ottima forma vocale di Michael Voss regala subito uno dei pezzi più riusciti dell’album.
Si continua con Big Wheel, pura canzone Hard Rock nel classico stile Mad Max… batteria prepotente per un sound dark di alto livello. Someone Not Me è un’altro bel pezzo, particolare con le sue parti elettroniche e con un ritornello particolarmente riuscito che ti si infila in mente e rischia di diventare la classica canzone che ti ritrovi a canticchiare senza sapere perchè.
Ci sono canzoni che al primo ascolto ti danno quel brivido, quel qualcosa in più che non sai bene cosa sia, penso che ognuno di noi abbia provato prima o poi questa sensazione, bene, a me è capitato proprio con All I Ever Want, non ci sono motivi particolari, semplicemente è un bel pezzo…
Cherry Moon è un pezzo Hard Rock puro, che mi ha ricordato alcune tematiche ed un sound molto simile ad alcune canzoni dei Motley Crue. Pinky Promise è il pezzo che è stato scelto come primo singolo, ed effettivamente avrebbe tutte le carte in regola per sfondare. Ritmo trascinante, canzone perfetta per la voce particolare di Michael Voss, bella lirica e ottima prova in generale di tutta la band.
Con Shape of Your Heart si torna su toni più Hard Rock e Dark. Si cambia invece totalmente genere con Signs, la canzone che non ti aspetteresti da una band come i Mad Max, tutta voce, batteria e chitarre… e non che in questa canzone non siano presenti, ma è che sono tutte così perfettamente centellinate e solo “velate” che il risultato non poteva essere che un pezzo quasi glamour, ma stupendo ed intenso, altra song “da brivido”.
Awesome non mi è piaciuta molto, canzone carina che però mi ha preso poco… My Heart’s Been Waiting è un pezzo rock melodico con un’ottimo sound della chitarra, canzone leggera ma ben riuscita, classico pezzo da ascoltare in macchina in queste ultime giornate andando verso il mare.
L’arduo compito di chiudere l’album è lasciato in carico alla bella ballads This Means Nothin, unica vero lento in un disco molto “Hard Rock”. Niente da dire, un bel pezzo che racchiude tutti gli ingredienti giusti, voce cadente e suadente, cori di sottofondo, chitarra tagliente, qualche nota di pianoforte ed un testo “taglia vene” per cercare in tutti i modi di strapparvi una lacrima… obiettivo che potrebbe tranquillamente centrare se avete un minimo di sentimento in quel duro cuore da Hard Rocker…

IN CONCLUSIONE

Diciamocelo, esistono tantissimi gruppi Hard rock ormai troppo simili fra loro, fortunatamente risulta difficile confondere i Mad Max con un qualsiasi altro gruppo. Forti dellavoce unica di Michael Voss che potrebbe essere riconosciuta ovunque, i Mad Max hanno saputo ritagliarsi una loro nutrita fetta di estimatori (me compreso). Oltre a questo possono vantare una qualità generale non indifferente che va dalla solida base musicale di tutti i componenti per arrivare alla sempre ottima produzione di tutti i loro ultimi lavori. Se a questo uniamo che il loro sound non risulta mai banale o scontato così come i testi dei vari pezzi, possiamo essere sicuri che anche questo Welcome America sia un ottimo prodotto… e così è, anche se forse, l’unica colpa che posso trovare in questo ultimo loro lavoro è di non riuscire ad essere all’altezza di album come Night of The White Rock, ma diciamo che è un peccatuccio veniale.
In definitiva i Mad Max non deludono e spero che anche in Italia possano godere prima o poi del successo che si meriterebbero, il loro Hard Rock non è mai banale e ne consiglio sicuramente l’acquisto a tutti quanti conoscono già il gruppo e sicuramente a chi non gli conosce ma è alla ricerca di un “Hard Rock alternativo”.

P.s.: e se vi piace Welcome America correte a recuperare Night of The White Rock

 

© 2010 – 2022, Denis Abello. All rights reserved.

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