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Recensione

85/100

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Houston – Houston – recensione

30 Settembre 2010 1 Commento Denis Abello

genere: AOR
anno: 2010
etichetta: Rocketsongs

Tracklist:

01. Pride
02. Truth Slips *
03. Hold On *
04. I'm Alive *
05. One Change
06. Give Me Back My Heart
07. Misery *
08. She's a Mystery *
09. Now
10. 1000 Songs *

* migliori canzoni

Formazione:

Hampus "Hank" Erix
Freddie Allen
Tommy Denander - chitarra
Lasse Falck - basso
Johann Kronlund - tastiere, chitarra
Ricky Delin - tastiere
Mats Olaussen - tastiere
Krille Ericksen - tastiere

 

Houston, abbiamo un problema… stiamo andando verso Boston!!! A parte la battuta idiota, ma la tentazione era troppo forte,  già solo vedendo la copertina di questo album è impossibile non ritornare con la memoria verso quegli anni ’80 che resero immortali gli statunitensi Boston (vi dice niente… More than a Feeling).
Il nuovo duo Svedese degli Houston tenta di riportarci al periodo dell’oro dell’Aor.  Non so se anche loro non hanno usato sintetizzatori e voci campionate come i Boston (indimenticabile la postilla nel loro album Walk On), ma lo stile ’80, quello sicuramente c’è tutto…

LE CANZONI

Sicuramente gli Houston non fanno nulla per nascondere il loro stile prettamente anni 80 che si ispira oltre che ai già citati Boston anche a gruppi come Journey prima maniera o Foreigner… e con Pride mettono subito in campo tutte le loro armi migliori. Tastiere, una voce molto armonica, musiche Rock su melodie prettamente Pop che creano un sound si ricercato, ma anche molto orecchiabile. Il primo punto per gli Houston è stato messo perfettamente a segno.
Truth Slips è il secondo singolo tratto dall’album ed uno dei pezzi più riusciti, stile ricercato per un pezzo veramente accattivante.
Arriviamo così invece al primo singolo e apripista per la carriera del duo svedese, Hold On. Che pezzo ruffiano! Per classe un vero e proprio inno a gruppi Aor che hanno reso grandi i primi anni ottanta, ma attenzione, non una copiatura, la canzone ha infatti un suo stile unico.
Difficile non farsi prendere dall’incedere melodico di I’m Alive, altra prova nettamente sopra le righe degli Houston.
One Change da un’inflessione più intimista all’album e dopo un inizio scandito dalle tastiere lascia lo spazio alla chitarra che disegna insieme agli acuti vocali un altro splendido quadro di questa opera prima degli Houston sempre più gratificante.
Stesso discorso per la successiva Give Me Back My Heart, altro viaggio musicale di indubbia qualità.
Misery è il pezzo più Rock dell’album e a questo punto non chiedevamo di meglio, anche se il ritornello non tradisce l’appartenenza allo stile di questo lavoro.
She’s a Mystery mi ha letteralmente stregato, pezzo adrenalinico in stile 80, un capolavoro di raffinatezza, tecnica ed esecuzione.
Dopo tanta adrenalina torniamo al secondo momento intimista dell’album con Now che ci prepara al finale del disco, che prima di chiudersi ci regala ancora 1000 Songs in cui itoni tenui ci trasportano fino alla chiusura

IN CONCLUSIONE

Che ruffianata! I due Svedesi si sono messi d’impegno, hanno studiato bene la materia e si sono applicati a fondo per creare questo loro primo lavoro che è un inno vero e proprio all’Aor dei primi anni 80.
Attenzione però che questa non è una copiatura di lavori già fatti da altri, è più l’acquisizione e lo studio di uno stile per poi proporre un lavoro estremamente originale.
Si apprezza anche l’ottimo lavoro svolto ad ogni livello, dalla produzione, dalla scelta dei pezzi al loro arrangiamento nonchè l’ottima prova generale messa in campo dal duo svedese e dalla band che gli supporta (tra cui anche Tommy Denander dei Talk Of The Town e Street Talk), sicuramente da 10 e lode.
Ci va un attimo prima di riuscire ad assaporare appieno lo stile di questo album, ma se vi mancano i vecchi Boston (e simili…) o semplicemente avete voglia di farvi un viaggio indietro nel tempo e ascoltarvi un ottimo lavoro, allora fatevi vostro questo disco.

© 2010 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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